Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber
Gianluca Bagnara a Johannesburg al summit fra i due Paesi

Sudafrica e Italia: prove generali di collaborazione

Ci sarà anche Gianluca Bagnara al summit Sudafrica-Italia che si svolgerà a Johannesburg il 18 e 19 ottobre 2016. Bagnara, economista del settore agroalimentare, vede la collaborazione con il Paese africano come una grande opportunità.

"Il Sudafrica ha bisogno di noi - ci spiega - e noi abbiamo bisogno del Sudafrica. A loro serve la nostra organizzazione, il concetto pratico di filiera, l'organizzazione dal campo allo scaffale che a noi pare scontata ma che non è così da loro. Per la nostra ortofrutta, invece, il Sudafrica può rappresentare l'apertura ai mercati mondiali, cosa che attualmente ci manca. Stringere alleanze con loro può aprirci le porte ai mercati internazionali e a quelli dell'Africa".

Bagnara apre scenari che ai più appaiono sconosciuti. Spesso immaginiamo l'Africa come un paese da carestia dove esportare, tutt'al più, missionari. Ma non è così. "Nelle metropoli africane ci sono sì tantissime persone indigenti, ma c'è anche un 20% di persone ricchissime. E nelle metropoli le produzioni locali non arrivano e comunque non sono ben viste, in quanto manca l'organizzazione nei rifornimenti. In Congo, la scorsa settimana, ho visto le cipolle vendute al dettaglio a 4 dollari, le patate a 5, le nettarine a 15 dollari. E tanta gente acquista senza problemi. Credo che con prezzi del genere ci possano essere margini per tutti. In Africa, il vero problema, è l'eccesso di ricchezza. Lo so, può sembrare un paradosso, ma quando tengo seminari da quelle parti esordisco sempre con questo concetto".

L'economista dice che, per avere un ruolo da protagonisti nei mercati internazionali, occorre essere interlocutori credibili e costanti tutto l'anno. E per far questo occorre allearsi con Paesi complementari. Un po' come fanno i Paesi Bassi, protagonisti ovunque e non certo per merito (solo) delle proprie produzioni.


Ortaggi in un supermercato sudafricano.

"A livello mondiale possiamo essere presi in considerazione solo se possiamo garantire forniture costanti 365 giorni l'anno, e su tutti gli articoli. Il Sudafrica può rappresentare un alleato ideale: è nell'altro emisfero, ha il nostro stesso fuso orario, non è così distante dato che lo si raggiunge in nave container in due settimane circa. Per cominciare ad avere peso nei mercati di tutto il mondo, dobbiamo cambiare mentalità. Occorre allearsi con altre nazioni - conclude - altrimenti resteremo dei 'contoterzisti', chiamati alla bisogna, quando serve... se serve".