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Delegazione cilena in visita alla societa' F.lli Lo Giudice

Ieri 30 giugno 2016, una delegazione cilena, composta da circa 12 persone con diversa qualifica - vivaista, produttori e commercianti di uva, ricercatori che collaborano con l'Università Pontificia - si è recata presso la società F.lli Lo Giudice di Gela, in provincia di Caltanissetta.



La visita è iniziata nei tendoni in cui l'azienda ha effettuato dei reinnesti, cioè il cambio varietale da uva Italia a Black Magic, passando poi all'impianto di coltivazione di pesche piatte Ufo raccolte a inizio giugno e a quello che è il cuore dell'innovazione aziendale, ovvero l'uva fuori suolo. Giunta al terzo anno di sperimentazione autofinanziata, la tecnica fuori suolo conferma la sua importanza per il comparto uva da tavola.



"I cileni cercano varietà in grado di viaggiare tanto, ossia dotate di una buona shelf life nel trasporto - racconta entusiasta AntonioLo Giudice (nella foto sotto, al centro), titolare dell'azienda insieme alla sorella Maria - La prima cosa che ho visto loro fare è stato toccare con mano gli acini per controllarne la durezza: oltre che di qualità, l'uva deve essere consistente. Loro hanno mercati aperti con la Cina e gli Stati Uniti, devono conservare l'uva per almeno 35-40 giorni (il tempo minimo di trasporto verso il Paese asiatico) e intervengono molto sul grappolo da un punto di vista delle operazioni manuali".



Prima di tutto i grappoli devono essere omogenei e ben arieggiati. Devono avere una determinata forma e ogni varietà non deve superare un certo peso. "Una criticità che i produttori cileni in visita mi hanno fatto notare - continua Antonio - riguarda il trovare manodopera. Tra le varietà di uva coltivate dai cileni figurano Thompson Seedless, Flame Seedless, Superior Seedless e Red Globe, anche se le cultivar con semi sono sempre meno e si punta sulle apirene".

A livello tecnico, la delegazione è rimasta colpita dall'innesto che l'azienda utilizza per l'uva Black Magic: mastice cicatrizzante e scotch per isolare il tutto e rendere asettico il contatto tra la talea e la pianta. "Per i loro innesti a spacco, i cileni utilizzano della segatura e un sacchettino per mantenere questo punto sempre umido".



Nello specifico della nostra tecnica fuori suolo per la coltivazione di uva (cfr. FreshPlaza del 28/10/2013), si è parlato degli investimenti necessari. "Ho spiegato loro - evidenzia Antonio - che inizialmente gli impianti risultano più dispendiosi rispetto alle uve convenzionali, ma considerando l'intero ciclo di produzione vengono ammortizzati molto bene. Fermi restando tutti i vantaggi: riusciamo a superare la stanchezza dei terreni con l'utilizzo di substrati; la velocità in cui le uve entrano in produzione, 14 mesi; le rese per ettaro a parità di consumo di acqua; le operazione di condizionamento della pianta".

"Siamo i primi a utilizzare questo metodo di coltivazione e il progetto è interamente autofinanziato: ci abbiamo creduto e continuiamo a investirci, grazie all'assistenza tecnica e scientifica dell'Università degli studi di Palermo, dei tecnici Biagio Iemmolo e Sergio Rizzo, e di Biagio Di Mauro dell'ufficio periferico fitosanitario di Ragusa. Anche quest'anno abbiamo raggiunto un discreto traguardo; è dai primi di giugno che raccogliamo, abbiamo avuto dei buoni riscontri sul mercato e l'uva si presenta bene".



Oltre alla delegazione cilena, presenti alla giornata: Rosario Di Lorenzo ed Ettore Barone dell'Università di Palermo, Giuseppe Miccichè (direttore provinciale Coldiretti Agrigento), Ignazio Gibino (delegato regionale Coldiretti Giovani Impresa), il sindaco di Gela Domenico Messinese, B.C.C Toniolo (direttore generale di un istituto di credito del luogo). "Si ringraziano inoltre i dottori Falzone e Infantino e molti altri tecnici e amici che hanno voluto trascorrere con noi questa piacevole giornata".

Contatti:
Antonio Lo Giudice
Società agricola semplice F.lli Lo Giudice

Gela (CL)
Tel./Fax: (+39) 0933 909401
Cell.: (+39) 345 3570552 / 337 955105
Email: societalogiudice@virgilio.it