Iscriviti alla nostra newsletter giornaliera e tieniti aggiornato sulle ultime notizie!

Iscriviti Sono già iscritto

State utilizzando un software che blocca le nostre pubblicità (cosiddetto adblocker).

Dato che forniamo le notizie gratuitamente, contiamo sui ricavi dei nostri banner. Vi preghiamo quindi di disabilitare il vostro software di disabilitazione dei banner e di ricaricare la pagina per continuare a utilizzare questo sito.
Grazie!

Clicca qui per una guida alla disattivazione del tuo sistema software che blocca le inserzioni pubblicitarie.

Sign up for our daily Newsletter and stay up to date with all the latest news!

Registrazione I am already a subscriber

Progetto Life-Susafruit: primi risultati dell'impiego di reti nei frutteti e della termoterapia in post-raccolta

Venerdì 12 febbraio 2016 si è svolto presso Agrion (Manta, CN) un seminario sulle buone pratiche di produzione in frutticoltura, coordinato dal dott. Davide Spadaro, esperto di patologia vegetale presso il DISAFA dell'Università di Torino. Durante il seminario, sono stati presentati i risultati preliminari del progetto EU Life SusaFruit (www.life-susafruit.eu ).


Davide Spadaro

Susafruit è un progetto sulla difesa integrata per una produzione frutticola sostenibile e sicura; il progetto ha una durata di 42 mesi (giugno 2014-dicembre 2017) e coinvolge 3 Paesi (Italia, Francia e Croazia) e 6 partner.



Gianni Ceredi (in foto qui sopra), tecnico Apofruit, ha illustrato lo stato dell'arte su Monilinia spp., agente di marciumi post-raccolta su pesca, e l'efficacia della lotta chimica, presentando i risultati di test svolti dal 2000 a oggi saggiando diversi prodotti chimici (cfr. freshplaza del 10/02/2016).

Massimiliano Menghini dell'Università di Bologna ha presentato alcune strategie di contenimento della ticchiolatura (Venturia inaequalis) su melo. "Abbiamo confrontato l'efficacia nel contenimento delle infezioni primarie di una strategia a base di rame e zolfo (tesi A) con una strategia basata sull'utilizzo di prodotti di sintesi chimica (tesi B). Non si sono osservate differenze significative per quanto riguarda la percentuale di infezione fogliare, la percentuale di infezione sui frutti e profilo residuale fra l'utilizzo di rame e zolfo e l'utilizzo di fungicida chimico – spiega Menghini - tuttavia, il costo del trattamento è stato di 310 €/ha nella tesi A contro i 415 €/ha della tesi B, dato su cui ragionare per una produzione sostenibile".

Rosemarie Tedeschi
del DISAFA ha illustrato gli effetti dell'impiego di reti antinsetto (gialle, rosse, perla, anti-drosophila) in frutteti di pesco e melo su insetti, patogeni e qualità dei frutti. "Sulla base di questi primi dati, la sperimentazione proseguirà con l'impiego di reti perla, poiché rappresentano un buon compromesso fra difesa e qualità dei frutti alla raccolta e in post-raccolta".

E seguito poi l'intervento del collega Tomislav Jemric della Facoltà di Agraria dell'Università di Zagabria, il quale ha illustrato gli effetti delle reti antinsetto su frutteti croati, dove, essendo i sesti di impianto, le pratiche colturali e le condizioni climatiche diverse da quelle piemontesi, la sperimentazione proseguirà con l'impiego di reti rosse.


Tomislav Jemric

"Tutte le reti antinsetto saggiate hanno efficacemente ridotto il numero di insetti al di sotto della soglia di tolleranza – continua Jemric - possiamo concludere che le reti aiutano a prevenire l'attacco di insetti su mele e pesche. Abbiamo inoltre osservato che le reti tendono a ritardare la maturazione nelle pesche, mentre nessun effetto è stato osservato sulle mele; le reti rosse (Agritenax red) hanno avuto un effetto positivo sulle mele per resa, peso del frutto e SSC/TA, e sulle pesche per resa, intensità della colorazione rossa e durezza del frutto".

Marta Mari, patologa dell'Università di Bologna, ha illustrato vecchi e nuovi approcci nella lotta al marciume bruno delle pesche (agente causale Monilinia spp.) e al marciume lenticellare (agente causale Gloeosporium spp.) delle mele. Si tratta di infezioni latenti, cioè presenti in frutti infetti asintomatici, che manifestano l'infezione durante la conservazione post-raccolta. I vecchi approcci per il contenimento delle infezioni post-raccolta si basavano sull'applicazione delle buone pratiche agricole, quali raccogliere i frutti a un adeguato stadio di maturazione, evitare le ferite ai frutti, pre-refrigerare i frutti per allontanare il calore, utilizzare fungicidi di sintesi ed evitare una lunga conservazione.


Marta Mari

"Il nuovo approccio che stiamo saggiando – spiega Mari – è la termoterapia, che consiste nell'immergere i bin di pesche in vasche di acqua calda (immersori) per qualche minuto e successivamente effettuare la frigo-conservazione. Abbiamo osservato che, sulle pesche, la termoterapia mostra la stessa efficacia del trattamento fungicida nel ridurre il marciume bruno. Mentre per la lotta al marciume lenticillare occorre adottare una strategia integrata".

Jean de Berbeyrac della Xeda International ha illustrato il funzionamento di una macchina per il trattamento termico dei frutti, in funzione di controllo delle infezioni post-raccolta (nella foto: unità di trattamento a caldo per bins).

Questa macchina è in fase sperimentale sulle mele, mentre è già in funzione per gli agrumi, la macchina permette di eseguire il trattamento di termoterapia (acqua calda a 40/50°C), che viene abbinata all'uso di un fungicida biologico per il contenimento delle malattie senza l'intervento di agenti chimici.

"Sulla base della nostra esperienza – dice de Berbeyrac - la termoterapia è efficace contro Gloeosporium, Phytophthora, Botrytis e Monilinia; mentre è scarsamente efficace contro Penicillium e Rhizopus; inoltre la termoterapia è risultata efficace contro il riscaldo delle mele. L'efficacia del trattamento dipende dalla temperatura dell'acqua (min. 42°C) e dal tempo di contatto: noi abbiamo individuato la combinazione di 50°C per 1,5 min come buon compromesso tra efficacia del trattamento e impatto sui frutti".



Jean de Berbeyrac (Xeda International) e Karin Santoro (Disafa).

In ultimo, Karin Santoro del DISAFA ha illustrato la possibilità di impiegare la biofumigazione con oli essenziali di timo e santoreggia per la lotta ai marciumi delle pesche in post-raccolta. Dalle prove eseguite è emerso che gli oli essenziali riducono lo sviluppo di patogeni durante il post-raccolta.

"L'olio di timo limita la crescita e la moltiplicazione di Alternaria spp. e di Monilinia fructicola proporzionalmente alla concentrazione di OE utilizzata – spiega Santoro - gli OE applicati per biofumigazione, cioè attraverso diffusori posti in cella e non per contatto diretto con il prodotto, non mostrano effetti fitotossici, anzi migliorano la qualità nutrizionale del frutto".

Contatti:
Davide Spadaro
Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA), Università degli Studi di Torino
Largo Paolo Braccini, 2
10095 Grugliasco (TO)
Email: davide.spadaro@unito.it