Trattato TTIP: le Indicazioni Geografiche non si toccano
Un evento che ruota intorno anche ai negoziati di accordi commerciali bilaterali e multilaterali, in particolare il trattato di libero scambio tra Unione Europea e Stati Uniti (TTIP), le cui trattative riprenderanno il prossimo 19 ottobre a Miami. L'obiettivo è fare in modo che i Paesi che non riconoscono lo stesso livello di tutela accordato dalla UE alle Indicazioni Geografiche (IG) si trovino a dibattere della questione con la Commissione.
"L'interesse dei tanti Paesi con i quali abbiamo collaborato durante Expo - ha detto infatti il Ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina aprendo il lavori - è una grande occasione per noi. La frontiera calda è quella del TTIP e l'obiettivo è quello di far comprendere ad alcuni attori della scena globale che fino a qui non hanno usato questo percorso, e cioè le potenzialità - anche per loro - del sistema delle Indicazioni Geografiche".
"Nella costruzione di modelli di sviluppo sostenibili che diano risposte concrete alla sfida alimentare, la tutela delle IG ricopre un ruolo cruciale. Attraverso lo strumento del marchio geografico, infatti, si può creare valore aggiunto a vantaggio dei produttori, delle zone rurali e dei territori d'origine, creando meccanismi virtuosi di integrazione delle filiere. Nei Paesi in via di sviluppo, ad esempio, questo sistema ha già dimostrato di funzionare, creando opportunità occupazionali e favorendo la formazione di nuovi modelli organizzativi. Per questo abbiamo fortemente voluto ospitare a Expo l'Assemblea mondiale delle IG, un appuntamento tra i più importanti del semestre milanese".
"L'origine del cibo - ha proseguito Martina - ha a che fare con l'identità stessa dei popoli e lo abbiamo sottolineato anche nella Carta di Milano, impegnandoci a tutelare i consumatori contro il falso cibo. L'Italia è leader nel mondo sia per numero di prodotti tutelati (sono 274 le Dop e Igp, ndr), sia per capacità di contrasto alla contraffazione. Siamo arrivati a 600 operazioni internazionali di protezione del Made in Italy agroalimentare, grazie al modello di intervento anche sul web".
"Grazie agli accordi con player mondiali come eBay e Alibaba riusciamo a bloccare flussi di merce che imita i nostri principali marchi a denominazione. Una buona pratica che stiamo condividendo anche con gli altri Stati per vincere insieme la battaglia contro l'agropirateria. Ma stiamo lavorando anche sul fronte della promozione con iniziative come quella con Google che, per la prima volta al mondo, dedica a prodotti alimentari di un Paese una mostra nel suo Cultural Institute. Al tempo stesso, stiamo attuando un piano di promozione per l'agroalimentare di qualità Made in Italy che non ha precedenti, con una forte strategia di attacco all'Italian sounding".
Per l'assessore all'Agricoltura della Regione Lombardia, Gianni Fava, l'obiettivo di migliorare il sistema delle Indicazioni Geografiche non deve portare alla sua cancellazione. "Dobbiamo registrare che si è fatta strada l'idea di trovare delle scorciatoie a questi meccanismi; alcuni pensano che si debbano guardare modalità diverse, come l'indicazione nazionale, mentre altri parlano di superamento dei consorzi. In questo momento, invece, per proteggere le nostre imprese non abbiamo alternative alle IG. Il sistema può essere migliorato, ma non deve essere sostituto, si tratta di patrimonio di 33 anni che deve essere garantito per affermare il principio che un prodotto appartiene a un territorio e non può diventare all'improvviso generalista. Non si può tornare indietro".
"Solo difendendo la nostra differenza - ha concluso Fava - e continuando a essere distintivi avremo una prospettiva utile per tutto il sistema europeo".