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Legambiente preoccupata per nuovi criteri UE sui pesticidi

Dal primo settembre 2008 i limiti di residui massimi ammessi per quanto riguarda i pesticidi nei prodotti ortofrutticoli saranno armonizzati per tutti i paesi dell'Unione Europea, con notevoli benefici nelle transazioni commerciali tra i vari paesi. Tuttavia, Legambiente lancia un allarme.

"Il criterio seguito dalla Commissione europea è pericolosissimo - spiega Francesco Ferrante, responsabile Agricoltura di Legambiente - Per l'armonizzazione si è infatti individuato il paese europeo che aveva il limite più permissivo per ogni pesticida e si è esteso questo livello a tutti i paesi membri. I consumatori europei adesso avranno una ben minore protezione rispetto alla loro quotidiana esposizione alimentare alle migliaia di pesticidi presenti sul mercato".

Un'analisi pubblicata oggi da Greenpeace e dalla organizzazione non governativa austriaca Global 2000 evidenzia come i limiti per i residui dei pesticidi siano troppo elevati per garantire la sicurezza alimentare. Secondo questo studio circa 700 dei limiti massimi di residui di pesticidi legalmente ammessi su frutta e verdura in Europa sono troppo alti. La contaminazione permessa su mele, pere, uva, pomodori e peperoni in particolare è spesso così elevata da poter recare danni acuti e cronici alla salute, particolarmente nei bambini.

"In 570 dei casi presi in esame - spiega Legambiente - tali limiti stabiliti per frutta e verdura oltrepassano, infatti, la dose acuta di riferimento ammessa dalla stessa Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare). Tra i rischi possibili anche quello per la salute a lungo termine, dal momento che 94 dei nuovi limiti ammessi dall'UE superano la dose giornaliera ammissibile e quindi aumenta la possibilità di subire danni cronici come il cancro o disturbi all'apparato riproduttore ed endocrino".

Per questo Pesticide Action Network Europe (Pan), l'organizzazione che raggruppa le associazioni europee a difesa della salute e dell'ambiente contro i pesticidi di cui Legambiente fa parte e la ONG olandese Natuur en Mileiu hanno presentato insieme un ricorso alla Corte di giustizia europea.

Fonte: alice.it