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Castagne: il raccolto crolla al minimo storico in Italia

Il raccolto di castagne Made in Italy scende quest'anno al minimo storico con una produzione nazionale ben al di sotto dei 18 milioni di chili registrati lo scorso anno e pari ad appena 1/3 di quella di 10 anni fa.

E' l'allarme lanciato dalla Coldiretti sul crollo produttivo dell'alimento che Giovanni Pascoli chiamava "l'italico albero del pane" che rischia di sparire dalla realtà nazionale dopo essere stato il simbolo dell'autunno nei libri scolastici di molteplici generazioni di giovani scolari.

Il 2014 - sottolinea la Coldiretti - sarà ricordato nella storia per la drastica riduzione nei raccolti di tutti i prodotti agricoli dell'autunno italiano con l'olio in calo del 30% per una produzione attorno a 300 mila tonnellate ed un taglio di oltre il 15% per la vendemmia rispetto allo scorso anno, che rischia di classificarsi come la più scarsa dal 1950, con una produzione di vino che potrebbe scendere fino a 41 milioni di ettolitri.

Per le castagne la riduzione è dovuta all'andamento climatico sfavorevole con l'eccesso di precipitazioni, ma anche alla strage provocata dagli attacchi del cinipide galligeno del castagno arrivato in Italia dalla Cina e che da alcuni anni sta decimando i raccolti.

Un duro colpo per un alimento che nel 1911 aveva raggiunto addirittura una produzione record di 829 milioni di chili, con il castagno che riveste peraltro un ruolo importante in molte aree collinari e montane del nostro Paese, non solo per la produzione di frutti e legno, ma anche per il presidio del territorio e per la salvaguardia dell'assetto ambientale e idrogeologico.

La riduzione dei raccolti italiani ha favorito - continua la Coldiretti - le importazioni che sono quasi raddoppiate, passando dai 38,7 milioni di euro del 2012 ai 67,8 milioni di euro del 2013: castagne straniere provenienti soprattutto dalla Spagna, dal Portogallo, dalla Turchia e dalla Slovenia.

Nonostante la grande mobilitazione per la lotta biologica al cinipide attraverso i lanci del suo nemico naturale, il parassitoide Torymus sinensis e i segnali positivi in alcune regioni, serviranno infatti anni per ritornare ad un livello produttivo degno della tradizione nazionale.
Data di pubblicazione: