La Svizzera impone sanzioni alla Russia e l'Australia le inasprisce
La Svizzera ha scelto l'Europa...
La nazione imponeva già di un divieto sul commercio di armi e prodotti utilizzati a scopo sia militare che civile: i cosiddetti "prodotti a doppio uso". Le nuove sanzioni sono di natura finanziaria e tecnica. Le banche russe hanno bisogno dell'autorizzazione a poter prelevar mezzi finanziari dalla Svizzera. Le misure non si applicheranno ai clienti delle banche, a patto che essi non svolgano affari per conto delle banche russe. Inoltre, gli intermediari finanziari svizzeri non potranno concludere affari con russi o ucraini.
La nazione ha anche proibito le esportazioni in Russia di attrezzature per la trivellazione petrolifera e del gas. Il governo svizzero non ha ancora confermato di essere intenzionato a lavorare per evitare il boicottaggio russo di frutta e verdura.
...ma risulta strettamente coinvolta con la Russia
La Svizzera però si trova presa tra due fuochi. Da una parte, desidera mantenere la sua neutralità e, dall'altra, riceve soprattutto critiche dalle nazioni europee sulla posizione assunta. Ma c'è di più. Secondo le stime, i russi hanno investito 15 miliardi di dollari nelle banche svizzere. Inoltre, il 75% del petrolio russo e il 66% del grano russo vengono negoziati a Ginevra: un mercato internazionale per le materie prime.
La Russia si è dimostrata delusa dalle misure prese dalla Svizzera. Il Cremlino ha messo in dubbio la neutralità della Svizzera, ma non ha intenzione di imporre delle sanzioni in risposta. Il formaggio svizzero, gli orologi e il cioccolato potranno essere ancora esportati. I russi, tuttavia, sono sicuri che gli uomini d'affari reagiranno e che il loro capitale ricomincerà a muoversi alla ricerca di altri porti sicuri.
L'Australia aumenta le sanzioni
L'Australia ha annunciato di aver inasprito le sanzioni contro la Russia, rendendo così le restrizioni più vicine a quelle imposte da Europa e Stati Uniti. Inoltre, l'Australia sta considerando di vietare l'esportazione di uranio verso la Russia. La nazione possiede il 31% della scorta mondiale e dal 2010 ha un accordo con la Russia sulle esportazioni di questa materia prima.
Cina imperscrutabile
Un nuovo possibile giocatore nel conflitto, che si mantiene prettamente sullo sfondo è la Cina. Il Paese asiatico sta ampliando la sua influenza in Asia, tuttavia presenta degli interessi economici anche in Ucraina. Come e se i cinesi desiderino coinvolgersi nel conflitto non è chiaro. L'interferenza della Cina potrebbe significare che l'occidente perderebbe il suo ruolo nell'arena politica internazionale.
In tutto ciò, anche UE e USA vorrebbero imporre più sanzioni alla Russia, dato che la Russia non avrebbe ritirato le sue posizioni in Ucraina. D'altro canto, però, preoccupata per le ripercussioni sulla sua già fragile economia, l'Unione Europea preferirebbe giungere ad un accordo diplomatico, mentre gli americani non hanno alcuna intenzione di arrivare ad un conflitto militare, in quanto considerano la crisi ucraina come questione sostanzialmente europea.
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