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"Dal caffe' alla "spesa sospesa": nuove forme di solidarieta' nel canale retail"

Tramontata l'era dell'ottimismo, i dati Istat ci raccontano un'Italia in cui una persona su cinque vive a rischio povertà (valore decisamente superiore rispetto alla media europea, che contrappone il suo 24,8% al 29,9% italiano). Dato doppiamente preoccupante se accostato alla discesa dell'inflazione, che a marzo è precipitata allo 0,4%, in confronto allo 0,5% di febbraio, presentando un valore mai più replicato dall'ottobre 2009.



Per rispondere a questa nuova povertà, si riscoprono e rilanciano buone abitudini del passato: ben venga, in tal senso, l'antica tradizione partenopea del "caffè sospeso" (in uso sin dall'Ottocento a Napoli; chi acquista un caffè ne beve uno ma ne paga due, lasciando l'altra tazzina "in dote" a chi non ha i mezzi per pagarsela), che ripropone in un gesto simbolico la sensibilità di una comunità che aiuta se stessa.

Oggi questa formula solidale non si limita ai bar, ma ha contagiato le panetterie o le piccole botteghe: in Francia, per esempio, ha recentemente preso vita la rete della "baguette en attente", grazie alla quale si entra in panetteria e si acquistano due baguette (il tipico filoncino francese) una per sé e una per chi non ha la possibilità di comprarla.

Dopo il caffè e il pane, finalmente il modello si allarga e arriva anche "la spesa sospesa".Pioniere di questo nuovo modello di rete solidale è stato l'accordo stretto tra Banco Alimentare e Coldiretti Lombardia lo scorso 13 dicembre 2013, commutato in una bottega alimentare in Corso San Gottardo, dove si propone ai milanesi di pagare tre euro in più (corrispondenti ad una borsa di cibo con pasta, uova e salsa di pomodoro) rispetto ai propri acquisti e depositando così una piccola somma da destinare alle persone impossibilitate a pagare per i generi alimentari.

In questo caso, un gesto episodico - ispirato dalle feste di Natale o dal tradizionale appuntamento dell'ultimo sabato di novembre con la giornata della Colletta Alimentare - si estende anche a tutti gli altri giorni.



E' anche il caso di Pescara, dove la Conad di via Milano-angolo via Emilia (in collaborazione con il Banco Alimentare abruzzese e il quotidiano enogastronomico 'L'Abruzzo è Servito') ha proposto ai suoi utenti l'idea di una spesa pagata, donata in parte dal punto vendita e in parte tramite un contributo spontaneo dei clienti durante l'arco di tempo che precede la Pasqua (da lunedì 14 a sabato 19 aprile).

Le radici di questa campagna - che unisce marketing e attenzione al sociale da parte dell'insegna Conad - affondano nelle enormi cifre dell'indigenza abruzzese: 38 mila "nuovi poveri" (censiti dal Banco Alimentare), di cui 15 mila solo tra Pescara città e provincia. Ma Conad Adriatico firma anche altre esperienze di solidarietà orizzontale negli empori di Ascoli Piceno e Teramo, portando in luce lo sconfinamento della crisi economica in una problema sociale di dimensioni storiche.

E perché non pensare anche a "frutta e verdura sospese" (ricordate? se ne parlava su FreshPlaza già a settembre 2013!), trovando formule che possano agevolarne la gestione per le collette alimentari, data la freschezza - ma anche il prezioso apporto nutrizionale - che caratterizzano questi alimenti?

Interpellato da FreshPlaza Giampiero Gasparro, Responsabile Ortofrutta di Nordiconad commenta: "Come tutti i compiti, anche quello della solidarietà va svolto per bene, con la cura socialmente dovuta alle persone che già soffrono difficoltà ingenti; serve un'organizzazione efficiente e flessibile per dare vita a un modello facilmente replicabile: un progetto ambizioso, su cui cercheremo di porci delle domande e cercare delle risposte, fedeli alla nostra filosofia di essere 'persone, oltre le cose' che ci caratterizza e che deve fare la differenza."

Tra gli altri progetti solidali in Italia, troviamo l'iniziativa "Portobello" di Modena, estesa a tutto il tessuto cittadino: un moderno "emporio sociale" dove si fa la spesa con i punti che si sono precedentemente accumulati rendendo servizi alla comunità. Ciascuno è così "educato" a offrire quanto è nelle sue possibilità per aiutare gli altri, in una provincia che risente anch'essa della crisi: le aziende donano cibo, strumenti, servizi o denaro; i volontari il lavoro, la competenza e la passione; i cittadini possono offrire cibo o denaro che serve per l'alimentazione di altre persone in difficoltà; le Istituzioni mettono a disposizione gli spazi e la garanzia dell'equità; gli utenti il loro tempo e la loro abilità per azioni di solidarietà diretta.

Dal modello "B2B" (Business to Business) si va dunque identificando una nuova modalità di interazione, dettata dall'armonizzazione tra sostenibilità economica e sociale: potremmo chiamarla "H2H" (Help to Help), una rete virtuosa, animata dal principio del "passa il favore", che sembrava confinato al film "Un sogno per domani" (2000) di Mimi Leder.

Ma è "Rete di solidarietà" anche quella inaugurata lo scorso febbraio a Lecce, che si presenta come una vera e propria sinergia tra gli assessorati, le associazioni di categoria e di volontariato del capoluogo salentino, mirata a combattere gli sprechi alimentari, aiutando nel contempo le persone bisognose. Un progetto promosso dalla Regione Puglia grazie alle risorse economiche dei "Living Labs", attinte della programmazione europea, condivisa con i vari Comuni attraverso il Patto per le Città del bando "Smart City".