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Con reportage fotografico!

Pomi' in quota: dove l'agricoltura sostenibile si coniuga con la tecnologia avanzata dei droni

L'attenzione alla sostenibilità ambientale sta crescendo in tutti i settori; in agricoltura, dove la terra costituisce un patrimonio insostituibile, la tendenza è ancora più evidente. E' in questo quadro di tutela della ricchezza dei suoli e, congiuntamente, di garanzia di reddito per i produttori e rispetto per la salute dei consumatori che si inquadra il progetto "Pomì in quota", presentato ufficialmente alla stampa ieri, 15 aprile 2014, dal Consorzio Casalasco del Pomodoro presso la sua sede di Rivarolo del Re (Cremona).


Il momento della presentazione ufficiale alla stampa. Clicca qui per accedere al reportage fotografico completo.

Il progetto - in fase di sperimentazione già da due anni in collaborazione con il CIO- Consorzio Interregionale Ortofrutticoli - consiste nella rilevazione aerea dei terreni e delle coltivazioni di pomodoro per mezzo di droni, cioè di dispositivi ad elica telecomandati, senza pilota, in grado di volare fino a un'altezza di 150 metri e dotati di fotocamere ad infrarosso.


Uno dei droni.

Queste ultime, vero cuore tecnologico a valore aggiunto dei droni, rilevano le diverse lunghezze d'onda riflesse dal suolo, elaborando poi una cosiddetta "mappa di vigore" relativa allo stato di benessere delle coltivazioni e individuando così le eventuali aree di sofferenza o stress idrico delle piante: ciò consente interventi mirati di irrigazione e fertilizzazione per mezzo di macchinari spandiconcime o sistemi idrici a rateo variabile, dotati di sistema GPS e centraline elettroniche che controllano le quantità distribuite.



Il direttore del Consorzio, Costantino Vaia, ha illustrato ai giornalisti presenti le caratteristiche generali del progetto e come esso si inquadri nel più ampio scenario di sostenibilità che l'azienda sta perseguendo: "La compatibilità con l'ambiente è sempre più un tratto di distintività delle imprese e una risposta adeguata alla crescente sensibilità del consumatore verso i prodotti sostenibili."


Costantino Vaia. Clicca qui per accedere al reportage fotografico completo.

L'impegno sostenibile del Consorzio non nasce infatti oggi: sui prodotti a marchio Pomì è già apposto sia il logo dello standard Carbon Trust (cioè l'impegno dell'impresa a ridurre l'impronta di carbonio derivante dal processo produttivo), sia l'etichetta "Pomì Trace" (sistema tecnologico e informatico a favore del consumatore che rende possibile la tracciabilità dei prodotti a marchio Pomì).

Paolo Voltini, presidente del Consorzio, ha tenuto a precisare che la filosofia aziendale si ispira ai principi di filiera corta e tutela del consumatore propugnati dalla Coldiretti. "Ognuna delle nostre aziende agricole associate è ubicata a meno di 50 km dallo stabilimento di trasformazione e l'origine della nostra materia prima è al 100% italiana."


Paolo Voltini.

Dopo la spiegazione teorica, il direttore Costantino Vaia e il responsabile agronomico dell'azienda, Dante Rocca, hanno risposto ad alcuni quesiti dei giornalisti.

E' emerso che il sistema di rilevamento aereo consente ad esempio abbattimenti oscillanti da un 10 ad un 30% nell'impiego di azoto; la forchetta di variazione percentuale è ampia perché ogni annata produttiva ha le sue peculiarità e i suoi fattori climatici determinanti (non dimentichiamo che la coltivazione di pomodoro da industria si svolge interamente a pieno campo). In ogni caso, un minore impiego di concimante si traduce anche in un minore inquinamento da nitrati.


Il direttore Costantino Vaia e il responsabile agronomico dell'azienda, Dante Rocca.

Ulteriori dettagli sono stati forniti circa le imprese interessate dalla sperimentazione: si tratta di 12 aziende agricole associate al Consorzio e dislocate tra le province di Piacenza, Parma e Cremona, per un totale di 150 ettari (sui 4.500 riuniti dal Consorzio, che per il 2014 prevede una produzione di 300.000 tonnellate di pomodoro da industria e un fatturato di 200 milioni di euro).


Operazioni di trapianto del pomodoro in pieno campo. Clicca qui per accedere al reportage fotografico completo.

I droni fin qui utilizzati dal Consorzio sono tre, ciascuno con un'autonomia di volo di circa un'ora. Per la mappatura completa del terreno, nelle varie fasi di crescita delle colture, occorrono 5 o 6 voli. I droni sono di tecnologia mista israeliana e giapponese e sono già utilizzati con ottimi risultati nelle coltivazioni arboree come frutteti e vigneti.

"Se i risultati di questa prima fase del progetto confermeranno le nostre aspettative, nei prossimi anni prevediamo di applicare Pomì in Quota nella maggior parte delle aziende agricole associate, fino a coprire interamente il nostro territorio di competenza. Riteniamo l'innovazione un investimento importante, soprattutto quando è funzionale alle esigenze di ottimizzare il rapporto costo/resa e garantire reddito alle imprese agricole."


Paolo Voltini e Costantino Vaia.

Al termine dei lavori ci si è spostati in un campo nei pressi di Cà de' Soresini per una prova pratica di volo, che però si è potuta tenere solo nel pomeriggio, a causa del forte vento che durante la mattinata aveva impedito al drone di levarsi da terra.



Il Consorzio, attraverso il brand Pomì, sarà uno dei principali sponsor del prossimo Congresso Mondiale del Pomodoro che si svolgerà a giugno sul lago di Garda a Sirmione (vedi anche articolo correlato), nel quale le tecnologie d'avanguardia, l'agricoltura di precisione e la sostenibilità ambientale saranno tra i temi oggetto di discussione e approfondimento. In vista di EXPO 2015 - "Nutrire il Pianeta".

Clicca qui per accedere al reportage fotografico completo.

Per maggiori informazioni:
Pomì – Consorzio Casalasco del Pomodoro
Web: www.pomionline.it
Web: www.ccdp.it
Data di pubblicazione: