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Crescono i pistacchieti in Sicilia: una coltura per la quale non si conosce crisi

E' la crescita costante della domanda mondiale di frutta secca, e più specificatamente del pistacchio, ad aver fatto riflettere uno dei maggiori player europei del commercio del pistacchio sull'opportunità di mettere a dimora un impianto, ex novo, del cosiddetto oro verde a Pedalino in provincia di Ragusa, nella Sicilia sudorientale. Si tratta di Giuseppe Anastasi, noto imprenditore siciliano, impegnato da sempre nel commercio internazionale del pistacchio.

Un nuovo marchio per il pistacchio di Sicilia
"La necessità di doverci approvvigionare adeguatamente per far fronte alle richieste del nostro pistacchio - ha detto Anastasi (nella foto accanto) - ci ha indotto ad acquistare anche all'estero e, infine, a impiantare in Sicilia nuovi pistacchieti che possano offrire una qualità quanto più vicino a quella del prodotto di Bronte. Bisogna ragionare non più in termini Bronte-centrici ma in maniera Sicilia-centrica e magari con un nuovo marchio dedicato, perché anche quello coltivato in questo angolo dell'isola sarà un prodotto di eccellenza nel mondo".

L'alta redditività e le peculiarità organolettiche del pistacchio di Bronte lo rendono un prodotto certamente pregiato e idoneo (a differenza di quello californiano, iraniano etc. - n.d.r.) a essere impiegato nell'industria di trasformazione dolciaria, nell'alta gastronomia e per altre delicate lavorazioni. Ciò fa sì che il pistacchio siciliano venga commercializzato a prezzi più alti. Tuttavia, la limitatezza del territorio del Comune di Bronte e di pochi altri Comuni dell'Etna, non riesce a soddisfare tutta la richiesta, tant'è che le grandi aziende di produzione e trasformazione sono costrette ad acquistare all'estero.


Pistacchieto Pedalino dicembre 2017

Il nuovo pistacchieto di Pedalino (RG) e gli aspetti agronomici

"Con queste premesse, fondate sull'esperienza di tutta una vita trascorsa in questo settore - ha aggiunto l'imprenditore - abbiamo impiantato ben 30 ettari in provincia di Ragusa, dove il terreno è molto favorevole e non mancherà di darci soddisfazioni. E ciò vale anche per chi vorrà investire in questi areali per produrre pistacchio".

"La commercializzazione - ha proseguito Anastasi - è, del resto, praticamente assicurata. Intanto, il mercato del pistacchio non è legato alle logiche della commercializzazione di un prodotto fresco come un ortaggio e, in secondo luogo, si tratta di una referenza per la quale non si conosce crisi. Peraltro, siamo noi stessi a ritirare il prodotto per la Anastasi srl, che non riesce mai del tutto a soddisfare le richieste che provengono da ogni angolo del mondo. Per cui il pistacchio può diventare un'ottima alternativa anche in un territorio tradizionalmente vocato alle colture protette di referenze orticole".


L'agronomo Salvatore Adamo

Per gli aspetti agronomici abbiamo invece intervistato Salvatore Adamo, il tecnico impegnato nella supervisione dell'impianto e nella sua gestione.

"Messo a dimora a fine 2017, questo impianto di pistacchio si presta a uno sviluppo notevole, in questo areale, per i promettenti scenari commerciali. Si pensi che mediamente un kg di pistacchio viene pagato al produttore non meno di € 10,00; quotazione stabile, ormai da anni, tale da non far presagire un'inversione di tendenza. Questo pistacchieto è stato impiantato con il precipuo scopo di ottimizzare le già favorevoli caratteristiche pedoclimatiche locali. I terreni sabbiosi e profondi, ma con adeguata disponibilità idrica, sono ideali a questa specie", spiega Adamo.

La coltura, dunque, intende diventare un nuovo volano per tutto il territorio ragusano, specialmente per quelle zone non sfruttate o male utilizzate o con coltivazioni poco remunerative.



"Le caratteristiche pedoclimatiche, con l'integrazione dei mezzi tecnici appropriati (impianto di fertirrigazione automatizzato), permetteranno da un lato di razionalizzare l'apporto di concimi e di acqua riducendo al minimo gli sprechi, e salvaguardando sia l'ambiente che il portafoglio dell'imprenditore agricolo; dall'altro di soddisfare al meglio le esigenze della pianta. Il sesto d'impianto idoneo alla meccanizzazione, inoltre, permetterà di abbattere i costi di gestione delle infestanti e della raccolta".

Obiettivo: dimezzare i tempi di entrata in produzione
Attualmente si sta eseguendo l'innesto, inserendo anche alcune nuove varietà con l'obiettivo di verificarne la bontà quali/quantitativa. Il pistacchio, come noto, inizia a produrre dopo circa 10 anni dall'innesto. L'obiettivo da raggiungere in questo nuovo impianto è anticipare il più possibile l'entrata in produzione grazie alle potature ed alle opportune tecniche di coltivazione; in questo, l'esperienza maturata in campo orticolo sarà sicuramente di aiuto.


"L'applicazione di una gestione idrica e nutrizionale ottimale - ha spiegato l'agronomo – ci farà raggiungere l'obiettivo di dimezzare i tempi d'attesa e portarli a 4/5 anni. E' quanto del resto già accade in altre realtà. Unitamente alle nuove tecniche colturali già esposte, ci avvaliamo di nuovi portinnesti, di impollinatori con fioritura contemporanea rispetto alle cultivar femminili e di altri accorgimenti moderni, all'insegna dell'efficienza e della sostenibilità ambientale".


Si apre dunque nella Sicilia sud-orientale una nuova avanguardia in agricoltura, dove l'oro rosso costituito dal pomodoro della fascia trasformata, tra qualche anno sarà affiancato da un altrettanto valido alleato dell'impresa agricola: il pistacchio di Sicilia, con un grande vantaggio da tenere ben presente, trattandosi di frutta secca e cioè che se il mercato, al momento della raccolta, è poco recettivo non sarà più un problema; si esce dal magazzino solo quando il prezzo cambia.

Contatti:
Az. Agr. Anastasi Giuseppe

Via P. Nenni, 2
95034 Bronte (CT) ITALIA
Tel.: +39 392 6451662‬‬