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E c'e' chi si pubblicizza su Facebook ma poi risponde male a domande pertinenti

Vendita diretta: ci sono troppi improvvisati

Con l'arrivo dell'estate, si sono moltiplicati coloro che offrono frutta e verdura mediante la vendita diretta. Non solo, però, le aziende con tutti i crismi, bensì anche operatori improvvisati che mettono un annuncio su Facebook vendendo quello che hanno in sovrappiù. Oppure, per i meno tecnologici, la promozione la si fa con un cartello scritto a mano e affisso fuori dalla porta di casa. E' un settore con parecchie zone grigie o, come dice l'esperto Giorgio Pollarini dello studio tecnico fiscale Agorà, con troppe zone franche.



La questione non è semplice: da un lato ci sono agricoltori che cercano di far quadrare il proprio bilancio tirando su due soldi, dall'altro ci sono sia agricoltori che seguono tutte le procedure di legge, sia fruttivendoli che, in qualità di negozianti, sostengono un carico di tasse notevole per vendere un prodotto dalle basse marginalità.

"C'è qualcosa che non mi quadra - dice un agricoltore che fa vendita diretta - perché leggo ogni giorno su Facebook annunci di altri agricoltori, o peggio ancora di 'contadini' amatoriali, che vendono frutta e ortaggi. Mi chiedo se questi emettano scontrino come faccio io, oppure se tengano il registro dei corrispettivi dare-avere. Mi chiedo se abbiano comunicato la propria attività e se riceveranno la visita dell'Usl o della Finanza, come accade al sottoscritto. Mi chiedo se dispongano di locali idonei per la conservazione e la vendita. Mi chiedo se tengano la tracciabilità dei prodotti, il Quaderno di campagna e tutto quello che è obbligatorio per un agricoltore professionale".



Giorgio Pollarini afferma che la comunicazione al Comune non sempre è dovuta. Ve ne sono alcuni (quello di Cesena è tra questi), che non la richiedono più. Ma altri, pur limitrofi o addirittura confinanti, la chiedono. Spesso si vedono camioncini ai lati delle strade che vendono frutta e verdura; dichiarano di avere produzione propria, ma poi vendono angurie fuori stagione, provenienti da altre zone. "Come si fa a essere sicuri della coltivazione effettuata secondo tutte le regole? Questi venditori improvvisati difficilmente possono garantire la tracciabilità".

"Diciamo che molti di questi venditori da strada - rincara l'agricoltore - spesso vanno a rifornirsi di frutta e verdura ai Mercati all'ingrosso e non hanno solo propri prodotti. Tempo fa, uno di questi acquistò da me delle verdure, ma non volle il mio imballaggio, perché altrimenti la gente si sarebbe accorta che non era una sua produzione. Insomma, bene la vendita diretta, da parte di tutti, ma con regole uniformi rispettate da ciascuno".

Utilizzare lo strumento di Facebook per farsi pubblicità, è di certo molto utile ma, se non si è in regola con tutte le normative, può rivelarsi un boomerang.

Un esempio: alcuni giorni fa un agricoltore ha pubblicizzato su Facebook la vendita di ciliegie "non trattate". Gli è stato subito chiesto come facesse a proteggere il suo prodotto da insetti e muffe, se non le trattava. Ha risposto che le sue non ne avevano bisogno, il che è davvero strano data la stagione piovosa delle scorse settimane. Poi gli è stato chiesto se fosse in regime biologico o se aveva reti e ha detto di no. Alla terza domanda ha cominciato a rispondere con toni sgarbati a chi gli chiedeva delucidazioni. Insomma, anche fra chi vende direttamente a casa può esserci qualcuno che non ha ben chiaro cosa significhi produrre professionalmente o che non è pronto a dire la verità su come coltiva.