Kiwi: calo del 10 per cento in Emilia-Romagna
"In merito all'actinidia - affermano per la Cia di Ravenna il presidente Danilo Misirocchi e il direttore Fabrizio Rusticali - anche nel nostro territorio sta aumentando la superficie destinata alla varietà a polpa gialla, che pare stia riscontrando grande successo fra i consumatori; pertanto, al momento risulta più redditizia del verde. Nel nostro territorio ci sono produttori che stanno tentando di avviare anche la coltivazione dell'actinidia a polpa rossa, varietà che sembra però più sensibile agli attacchi della batteriosi, tanto che nel 2017 gli investimenti per questa tipologia non sono andati a buon fine".
La frutta autunno-invernale fa i conti con le gelate primaverili, le temperature elevate e la lunga siccità, con situazioni diversificate da areale ad areale. "Nella nostra areal'andamento si sta dimostrando in linea con la tendenza nazionale (in calo), ma meno grave: si prevede anche qui una contrazione (stima media per le mele -17% e per l'actinidia -10% sul 2016), ma non stiamo soffrendo riduzioni drastiche e drammatiche, come invece è accaduto nelle zone maggiormente vocate per la mela (nord Italia o Polonia) e in quelle leader per l'actinidia (Lazio)".
I dati Cia, che la scorsa settimana ha tenuto il proprio congresso, hanno confermato quanto già si sapeva: durante l'estate la produzione di frutta è stata abbondante in tutta Italia, le produzioni si sono sovrapposte fra nord e sud, fra interno ed estero, e i prezzi sono crollati.
"Nei grandi volumi c'era anche più prodotto di qualità bassa, soprattutto per estetica e calibro, e anche questo ha inciso sull'impostazione negativa dei prezzi all'origine. In particolare, grandine e vento hanno compromesso, mediamente, la commercializzazione di circa il 30% del prodotto fresco. Le temperature elevate hanno accelerato la maturazione, andando a modificare i periodi di raccolta e generando sovrapposizione di prodotto fra le aree, interne in particolare con il sud Italia ed estere, come Spagna e Grecia".
L'albicocco ha vissuto un'annata di incremento medio di produzione di circa il 50% (per certe varietà anche del 65%) con una flessione delle quotazioni rispetto al 2016 compresa tra il 40% e il 50% (0,40-0,50 Euro/kg).
Per le pesche e nettarine il livello produttivo è stato nella norma, con il pesco costante e la nettarina che perde sempre qualcosa. I prezzi all'origine hanno avuto quotazioni medie intorno a 0,30 Euro/kg, mentre nel 2016 i prezzi medi erano oscillati fra 0,70 Euro/kg e 1,50 Euro/kg. La peschicoltura romagnola ha vissuto una stagione vicina al disastro.
Le susine hanno seguito un andamento normale: la produzione è in leggero calo, con qualità discrete ma i prezzi di quelle estive sono stati anche la metà di quelli del 2016. Per le susine estive si conferma la disaffezione del consumatore, sempre più orientato verso le nuove varietà di albicocche e le ciliegie.
Nel 2017 si conferma il buon posizionamento del ciliegio: ettari in espansione nella provincia di Ravenna, soprattutto nelle zone di pianura e rese medie maggiori del 50% sul 2016. Anche l'andamento di mele e pere estive è stato soddisfacente.
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