In media, i frutteti bulgari hanno subito una perdita di produzione del 10% nel 2016, per via di danni alla frutta causati da cattive condizioni meteorologiche. Si è potuto effettuare la raccolta solo del 73% delle amarene e del 79% delle ciliegie. Così come il 90% circa delle pesche aveva le caratteristiche necessarie per essere raccolte. A segnalarlo il Bulgarian Stone Fruit Annual report del dipartimento americano dell'agricoltura. I dati iniziali forniti dall'USDA indicavano una produzione totale di ciliegie nel 2017 superiore di quasi 2.000 tonnellate rispetto all'anno precedente.
Liliana Dineva, dell'azienda produttrice di ciliegie Megafruit, ha spiegato: "I produttori della Bulgaria settentrionale sono stati quelli più duramente colpiti dalle gelate prima, e da forti precipitazioni e mancanza di sole poi, il che ha fatto sì che le ciliegie fossero estremamente piccole. Il calibro limitato ha obbligato i produttori a consegnare tutta la produzione all'industria del trasformato. Fortunatamente i prezzi della frutta da trasformare erano abbastanza nella norma, intorno ai 0,40 euro al chilo".
La superficie destinata alla coltivazione di ciliegie rappresenta ancora la percentuale più alta (23%) della superficie totale bulgara destinata alla produzione di frutta (drupacee e frutta di alta qualità).
Liliana ha aggiunto che la loro produzione di susine se l'è cavata leggermente meglio, nonostante le perdite subite per via delle gelate. "In questa stagione le susine hanno avuto una resa produttiva inferiore, ma i frutti sopravvissuti erano di ottima qualità, e sono stati venduti a prezzi normali".
I produttori continuano a investire sulla espansione delle coltivazioni, con il supporto dei fondi europei. Nel 2016 il MinAg ha segnalato 14.700 ettari di nuovi frutteti, di cui le drupacee (pesche, ciliegie, susine e albicocche) hanno costituito il 30%.
La crescita dell'area coltivata, tra il 2013 e il 2016, è stata del 13% per le pesche e del 40% per le ciliegie. La percentuale di alberi giovani che non avevano ancora raggiunto la maturità nel 2016 era del 4% per le pesche, e dell'11% per le ciliegie.
I produttori bulgari si trovano in una posizione difficile, e sono ancora molto vulnerabili in caso di condizioni meteorologiche avverse.
"La maggior parte dei produttori afferrerebbero al volo l'occasione di installare sistemi di protezione contro le intemperie, come reti o pale eoliche, ma gli enormi costi di questi sistemi glielo rendono impossibile. Ci siamo informati sull'installazione di pale eoliche, ma al prezzo di 200mila euro l'una, e considerato che avremmo bisogno di 8-10 di questi aerogeneratori, semplicemente non era possibile. E' questo il problema con questa attività - ha concluso Liliana - le persone non possono aspettarsi di arricchirsi con l'agricoltura. Siamo in balia di madre natura, lavorando in un'industria all'aria aperta".
Per maggiori informazioni:
Liliana Dineva
Megafruit Ltd.
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Web: megafruit-bg.com
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