300 partecipanti per la seconda edizione del Simposio Internazionale sul Pomodoro
Mirabella
Per questo secondo anno del simposio, il Paese partner è stato la Spagna che ha preso il posto di Israele, testimone dell'evento dell'anno scorso I relatori iberici hanno presentato la loro esperienza nel settore. Attorno alla bacca rossa, come vedremo, sono stati sciorinati i temi più attuali, a partire da quello dei cambiamenti climatici.
Pasotti
L'argomento dei mutamenti del clima, trattato da Luigi Pasotti dell'Osservatorio delle Acque - Climatologia, Idrografia e Idrologia, Sala di Vigilanza della Regione Siciliana, ha posto bene in evidenza le anomalie delle temperature e la loro influenza, assieme alle precipitazioni, sulle colture nostrane. Durante l'anno in corso, la prima decade di gennaio è stata una delle più fredde degli ultimi 20 anni, con un inverno tra i più gelidi di sempre, mentre gli ultimi tre anni sono stati i più caldi dell'ultimo secolo. Le precipitazioni, inoltre, diventano sempre più rare e si manifestano sempre più spesso con episodi estremi e dannosi per le colture.
Giovino
Il simposio è entrato nel merito della coltivazione del pomodoro, confermando la sempre più pressante richiesta da parte del consumatore, che pretende garanzie sulla sicurezza alimentare. A spiegare le dinamiche della tracciabilità e rintracciabilità, anche dal punto di vista normativo, è stato Antonino Giovino del Crea di Bagheria (PA). L'esperto ha spiegato come la tracciabilità (tracking) sia il processo che segue il prodotto da monte a valle della filiera. E' definita altresì come l'insieme delle informazioni sull'origine delle materie prime utilizzate sul luogo di produzione e sulle tecniche di produzione seguite. La rintracciabilità (tracing), invece, è il processo che raccoglie, archivia e collega tutte le informazioni precedentemente rilasciate, fino all'anello più lontano della filiera.
La rintracciabilità viene definita dal Reg.(CE) n. 178/2002 e serve a consentire l'immediata individuazione di un alimento non conforme, affinché possa essere ritirato dal commercio qualora ritenuto pericoloso. Qui s'inserisce la recente novità sull'etichettatura del pomodoro: i ministri Martina e Calenda hanno infatti firmato i decreti per l'avvio dell'obbligo di riportare in etichetta l'origine per conserve, sughi e derivati. Il provvedimento prevede che le confezioni di derivati del pomodoro, sughi e salse prodotte in Italia dovranno comprendere obbligatoriamente le seguenti diciture: a) Paese di coltivazione del pomodoro; b) Paese di trasformazione del pomodoro. Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE.
Se tutte le operazioni avvengono nel nostro Paese, si può utilizzare la dicitura "Origine del pomodoro: Italia". Del resto, oltre l'82% degli italiani chiede trasparenza nell'indicazione d'origine del pomodoro nei derivati!
Di Tullio
Ersilia Di Tullio di Nomisma, la nota società di consulenza economica, ha presentato le nuove norme e "le chiavi di lettura economiche a supporto degli iter di autorizzazione degli agrofarmaci". Le nuove norme, dopo il 2009, hanno introdotto il concetto di analisi economica e di valutazione comparativa dei prodotti e degli agrofarmaci. La loro applicazione (in termini di principi attivi autorizzati) comporta infatti modifiche nella pratiche di difesa, con conseguenti effetti sulla produttività delle colture e sui sistemi di intervento in campo e inevitabili riflessi sul conto economico sia in termini di costi che di ricavi.
La valutazione degli impatti economici dell'impiego di un agrofarmaco è in particolare rilevante per sostenere l'autorizzazione in deroga nei casi di emergenza fitosanitaria. L'Articolo 53 - Reg. 1107/2009 prevede che, in deroga all'articolo 28, in circostanze particolari, uno Stato membro possa autorizzare - per non oltre centoventi giorni - l'immissione sul mercato di prodotti fitosanitari (formulati) per un uso limitato e controllato, "ove tale provvedimento appaia necessario a causa di un pericolo che non può essere contenuto in alcun altro modo ragionevole". L'utilizzo dell'agrofarmaco deve essere valutato anche sulla base di quanto è utile al mondo agricolo e alla sua economia. L'Italia, con 7.100 ettari, produce 450.000 tonnellate di pomodoro. Le superfici sono concentrate in Lazio, Puglia, Calabria e Sicilia che producono da sole l'84% del totale, con in testa la Sicilia (44% sul totale).
"La sfida dei nuovi virus del pomodoro: stato e scenari futuri" è stato il tema della relazione del prof. Walter Davino, docente presso l'Università di Palermo, il qualee ha presentato un libro sulle "principali virosi nella coltivazione del pomodoro", scritto assieme ad altri esperti e realizzato grazie ad Assosementi. La pubblicazione contiene gli studi realizzati finora su 14 virus.
Davino
Il docente ha analizzato alcuni casi specifici, tra cui il virus dell'accartocciamento fogliare, analizzando le varie tecniche di difesa (rete, mezzi chimici, mezzi tecnici). La scelta e la valutazione di queste tecniche deve compiersi "a tavolino", sulla base di una buona programmazione aziendale. Davino ha parlato anche dei virus scoperti negli ultimi anni e che hanno prodotto danni enormi all'agricoltura, come il TYLCD (il virus dell'accartocciamento fogliare giallo). Anche il ToLCNDV (virus New Delhi), ha prodotto danni gravissimi per le cucurbitacee.
L'ultimo virus, scoperto nel 2012 in Spagna nella zona di Almerìa, due anni fa è arrivato in Sicilia. "I sintomi – ha spiegato Davino – sembravano identici a quelli dell'accartocciamento fogliare giallo, ma la pianta era resistente. Siamo riusciti a comprendere che il nuovo virus si è ricombinato da un incrocio tra due gemini virus: il TYLCV ed il TYLCSV. Oggi sappiamo qualcosa in più e quindi siamo in grado di cominciare a lavorare per approntare gli strumenti di difesa".
Alberto Lipparini, segretario generale di Assosementi, ha presentato la realtà produttiva del pomodoro oggi in Italia. "Il settore sementiero – ha detto - vale oggi 700 milioni di euro".
Dalla sua relazione è emerso come l'Italia importi dai Paesi Bassi la maggior parte del pomodoro (43%), a seguire Spagna (27%) e Francia (14%). Arriva anche prodotto dal Marocco, costantemente in crescita. Il consumo pro capite del pomodoro nel nostro Paese è in diminuzione, ma rappresenta pur sempre il 15% nel carrello della spesa per il settore ortaggi. Il ciliegino rappresenta il 35 - 40% (in calo) del mercato, il cuore di bue, costoluto e insalataro sommano il 15 -20% (stabile), mini plum, datterino e mini san marzano sono in crescita con il 25 - 35%, mentre i ramati sono stabili al 15-20%.
Lipparini
Per parte spagnola sono poi intervenuti Francisco Petit, direttore tecnico e responsabile del settore ortaggi di Anove, e Antonio Villaroel, segretario generale di Anove. Anove è l'associazione spagnola che raggruppa tutte le ditte sementiere spagnole. Una realtà diversa e più strutturata rispetto all'italiana Assosementi, perché maggiori sono i poteri che la normativa spagnola assegna a questo tipo di realtà.
Petit ha illustrato la realtà produttiva in Spagna, portando i dati relativi al 2015 della regione di Almerìa, dove si concentra la maggiore produzione spagnola: 10.836 ettari di superficie coltivata, una produzione di 1,1 miliardi di chilogrammi; 595 milioni di euro è il valore economico della produzione in tutta la regione di Almerìa. Il trend di produzione è in netta crescita. In Spagna ci sono molte piccole aziende anche a conduzione familiare, ma il sistema di commercializzazione è affidato ad un coordinamento.
Villaroel ha parlato degli strumenti che il sistema in vigore in Spagna sta mettendo in atto per tutelare le ditte sementiere in Spagna. Qui gli acquirenti devono sottoscrivere un documento che autorizza le ditte sementiere a entrare in azienda e verificare le produzioni. Le eventuali violazioni possono essere perseguite penalmente.
Petit
A seguire, Enrique de Los Rios ha presentato la realtà di "Unica Group", all'interno del quale ricopre il ruolo di direttore marketing. "Unica" in Spagna raggruppa 13 cooperative, è leader del settore delle esportazioni. Questa realtà imprenditoriale può contare su 2300 ettari di serre, 3000 ettari di colture a campo libero, con 3500 lavoratori. Il gruppo commercializza tutto in maniera unitaria, ha un'autonomia nella gestione della cooperativa e del prodotto. Il gruppo ha un fatturato di 200 milioni di euro di fresco, mezzo milione di euro in altre attività. Vi è un'unica gestione dell'aspetto commerciale che gestisce tutta la filiera economica (con 96 prodotti differenti), dal seme fino al consumatore finale.
De Los Rios ha rimarcato che oggi c'è una grande attenzione alla qualità del prodotto (sapore, cultura, sicurezza, nazione di produzione...). Anche i discount hanno una sempre maggiore attenzione al tema della sostenibilità e della tracciabilità. Si è soffermato sul rapporto tra Spagna e Sicilia, spiegando che l'area di produzione spagnola non è in competizione con l'area di produzione siciliana.
Il convegno si è concluso con una tavola rotonda su "Innovazione, qualità ed etica: le armi per competere", cui hanno preso parte, tra gli altri, S. Soli, di Valfrutta Fresco, G. Giannilivigni, di Coop Italia, Salvatore Cannizzo, che sta promuovendo la nascita del Distretto Orticolo Sud Est Sicilia, per dare competitività al prodotto, e R. Zaniboni, che ha presentato il progetto "Road to quality", teso a garantire e certificare la tracciabilità.
Da sx.: Soli, Giannilivigni, Cannizzo, Della Casa, Zaniboni
Alla realizzazione dell'happening hanno contribuito Assosementi, come partner, il CREA con il patrocinio istituzionale, Dow Agrosciences e ISI Sementi, come main sponsor e gli altri sponsor: Bayer, Syngenta, Nunhems, B4Green-MsBiotech, Siriac, MedHermes, Chimiberg, PedonLab e Sumitomo Chemical Italia.