Secondo un'analisi di Cindy van Rijswick, della Rabobank, il mercato mondiale della frutta sta crescendo rapidamente, ed è in fase di cambiamento. A partire dal 2010, il commercio ortofrutticolo globale è cresciuto del 6 per cento l'anno, più del commercio in generale. La crescita è guidata da nuovi mercati di importazione, oltre a quelli tradizionali. I mercati di importazione non solo richiedono sempre più frutta, ma hanno bisogno anche di prodotti diversi, trainati dal cambiamento nelle preferenze dei consumatori e dalle dinamiche commerciali.
Gli Stati Uniti continuano a essere il motore principale della crescita
Lo sviluppo dei commerci mondiali di frutta fresca, in termini assoluti e relativi, dimostra quanto siano diversi tra loro i mercati d'importazione. "La cosa più sorprendente è che la Cina sia già il terzo più importante Paese importatore sul mercato mondiale della frutta fresca, e continua a crescere rapidamente. Paesi come Vietnam, Thailandia, Corea del Sud, India, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita si impongono rapidamente come promettenti mercati di importazione", ha detto van Rijswick.
Nonostante la crescita di questi mercati, gli Stati Uniti continuano a costituire il principale motore di crescita per il mercato mondiale per la frutta fresca, seguiti dall'Unione Europea. Nonostante l'aumento più lento in termini percentuali, il mercato dell'UE rimane costantemente in crescita per frutta fresca e frutta a guscio.
Cile: un fornitore ben posizionato
"Nel mercato mondiale, il Cile si posizionea bene come fornitore di frutta fresca, avendo buone prospettive e molte opportunità", ha dichiarato l'analista Rabobank per il settore ortofrutta.
"E' il secondo più grande esportatore di frutta fresca al mondo e il principale esportatore di frutta dell'emisfero meridionale, oltre a distribuire i propri prodotti in diversi Paesi, basandosi su qualità e professionalità, "ha dichiarato van Rijswick.
Secondo la sua analisi, nonostante la buona posizione però, "il Cile deve intensificare ulteriormente il suo programma. Non c'è tempo per sedersi sugli allori poiché i distributori di prodotti alimentari sono sempre più esigenti e il panorama globale rimane molto competitivo. Il settore cileno della frutta deve aumentare gli investimenti con nuove varietà e migliorare l'efficienza per trarre vantaggio dalle opportunità esistenti sul mercato globale. Tra le strategie percorribili, quella della produzione biologica".
Fruit Technology Consortium
L'industria ortofrutticola cilena sta lavorando per creare nuove varietà attraverso programmi di miglioramento genetico effettuati dal Fruit Technology Consortium.
Sergio Maureira, direttore del Consorzio, dice: "Si tratta di una compagine che lavora a stretto contatto con il mondo accademico, con l'Università Cattolica, il settore pubblico, come l'INIA, e con il sostegno economico di Corfo, così come con il settore privato, rappresentato da un gruppo di esportatori / produttori, e dall'ASOEX, associazione degli esportatori cileni".
Maureira illustra i cinque Programmi di miglioramento genetico (GIP) che il Consorzio sta attualmente portando avanti, dedicati a drupacee, mele, lamponi, ciliegie e uva da tavola. Fino ad oggi, il programma di breeding per le drupacee ha selezionato 4 varietà di susine che hanno una ottima resistenza alla deperibilità in post-raccolta (45 giorni di conservabilità); 3 di nettarine con elevato potenziale e mantenimento di alta qualità anche dopo 60 giorni dalla raccolta e 2 varietà di pesche, con conservabilità fino a 40 giorni successivi alla raccolta.
Il programma sulle mele ha creato 5 selezioni nei frutteti commerciali, dalla sesta alla nona regione del Cile: tre di esse rispettano gli standard di qualità e due sono resistenti alla ticchiolatura. Il GIP sulle ciliegie ha in esame circa 23mila ibridi, 21mila dei quali sono piantati a Pirque, mentre i restanti devono ancora essere piantati. Di questi, circa 8mila sono già in produzione e producono frutta dal 2015.
Il gruppo di ricerca e miglioramento varietale sull'uva da tavola ha attualmente 14 selezioni avanzate. Otto di queste sono state analizzate per tre anni, mentre le restanti per due anni, quindi ci sono molte possibilità che una di loro possa diventare una nuova varietà.
In particolare, Maureira parla del GIP sui lamponi che ha lanciato 3 varietà di lamponi: Santa Teresa, Santa Catalina e Santa Clara, valutati nei frutteti in Cile, Spagna e presto anche in Messico.
Secondo il direttore, l'obiettivo del programma, per quanto riguarda invece mirtilli, è quello di migliorare il rendimento e la qualità del frutto, migliorare l'ottimizzazione della gestione del raccolto delle nuove varietà e la conservazione del frutto dopo la raccolta. Nel frattempo, l'obiettivo per i kiwi è quello di cercare di introdurre nuove cultivar con resistenza a Psa.
Fonte: SimFRUIT

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