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+2,9% nei primi 8 mesi del 2017
Prodotti surgelati, vegetali in primo piano, tornano a crescere i consumi del comparto
Fra i prodotti preferiti in questi otto mesi, i vegetali (+4,1% pari a 136.789 tonnellate), l'ittico (+4,4% per 61.958 tonnellate), le pizze e gli snack (+4,5% totale di 49.788 tonnellate).
Il quadro è stato delineato dall'IIAS - l'Istituto Italiano Alimenti Surgelati, alla presentazione del suo "Rapporto sui Consumi dei prodotti surgelati".
Il documento traccia un quadro che inizia dalla situazione italiana del 2016, un anno senza gloria e senza infamia, con il comparto praticamente immobile rispetto al 2015 (tra retail e food service totalizzò un +0,1% con i vegetali a +0,6% rimanendo fra i più amati) ma fu già un passo in avanti facendo segnare un arresto della diminuzione di vendite con un volume complessivo di 824.500 tonnellate di prodotti acquistati dai consumatori.
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Vista la crescita dei primi due terzi del 2017, il prodotto surgelato riacquista uno spazio più importante nel carrello della spesa del consumatore italiano che nel 30% dei casi motiva questa scelta d'acquisto nell'identificazione surgelato=innovazione.
Fra vegani e attenti al Bio, ai superfood, ai "cibi terapeutici" e i soggetti a intolleranze, il prodotto surgelato allarga la sua sfera di influenza visto che è stato capace di trasformarsi adeguando molte offerte ai nuovi stili di vita, quindi confezioni vegetali, da produzioni strettamente biologiche e tracciabili fino ai "senza" - glutine, lattosio, ecc. prodotti particolari a base di soia, tofu o verdure, linee dedicate anche a chi sceglie di ridurre il consumo di carne o vuole solo provare qualcosa di diverso.
Inoltre per la metà degli italiani, secondo dati Nielsen, il vero prodotto fresco è rappresentato dal surgelato capace di mantenere inalterato nel tempo le proprietà nutraceutiche e organolettiche degli alimenti. Circa il 10% dei consumatori lo considera come vero "cibo anti-spreco", perché un consumo frequente di questi prodotti può abbattere del 47% gli sprechi alimentari.
Come evidenziato dall'IIAS lavorando insieme alla dottoressa Elisabetta Bernardi, nutrizionista, specialista in scienza dell'alimentazione, è difficile per chi non abbia un orto fuori dalla porta di casa, cogliere degli ortaggi e utilizzarli subito o nell'arco di due giorni sfruttandone intatte le proprietà.
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Il mercato dei surgelati è in grado di offrire ai consumatori prodotti paragonabili ai "freschi", proprio perché passano solo poche ore dal momento della raccolta a quello della surgelazione degli alimenti: errata la convinzione secondo cui le proprietà nutritive dei cibi, con la surgelazione, si deteriorino.
In più, alcuni accusano i prodotti vegetali surgelati di avere colori troppo accesi, come fossero stati usati dei coloranti. Al contrario, prima di essere surgelati, gli ortaggi vengono sottoposti, in alcuni casi, ad un adeguato trattamento termico (blanching), così vengono disattivati gli enzimi che potrebbero causarne il deterioramento, procedimento che quindi fissa il colore naturale reso ancora più brillante. Su questi temi la dottoressa Bernardi cita lo studio pubblicato dal Journal of Food Composition adn Analysis (www.frozenfoodfacts.org/assets-foundation/misc/images/JFCA%20Frozen%20Food%202017.pdf).
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"Già nel 2016 il settore dei surgelati aveva segnato un andamento migliore rispetto a quello dell'alimentare in generale che si era fermato a un -0,5%. Nei primi mesi di quest'anno le cose stanno andando ancora meglio - afferma Vittorio Gagliardi, presidente dell'IIAS - e la tenuta positiva del comparto che è stata costante anche durante i precedenti anni di profonda crisi economica, ha fatto di questi prodotti non più degli alimenti 'emergenziali' ma dei veri coprotagonisti della dieta degli italiani".
"Questo, sicuramente, grazie alla capacità di innovare tipica di questo settore che ogni anno, in media, fa contare un 30% in più di nuovi prodotti sul mercato - sottolinea Gagliardi - Ma anche grazie alla qualità organolettica dei prodotti, alla disponibilità in ogni stagione, alla velocità di preparazione, alla valenze nutrizionali, a una etichettatura precisa e trasparente, nonché a una lunga durata nel freezer di casa: plus che ne fanno prodotti ideali per la dieta di tutti i giorni".
Sempre partendo dal riferimento del 2016, il consumo pro-capite di prodotti surgelati in Italia è stato pari a 13,69 kg (contro i 13,55 del 2015, +1%). Sono state circa 24.700.000 le famiglie italiane (95,6% del totale) che hanno acquistato surgelati e lo hanno fatto in media 2 volte al mese (24 acquisti all'anno), per un valore complessivo del mercato di 4,5 miliardi di euro. Un consumo che, peraltro, non è più stato appannaggio delle sole regioni del Nord Italia: Nord-est (32,9%), Nord-ovest (20,1%), Centro (26,3%) e Sud (20,7%).
Aumentano le vendite a domicilio: nel comparto alimentare in generale hanno chiuso il 2016 con un +3,3%; per i surgelati, in particolare, il mercato del "porta a porta" ha segnato una crescita su base annua di circa l'1,5% e le categorie più performanti rimangono quelle della pizza, del pesce e dei vegetali.
Altro aspetto da mettere in luce, i cosiddetti piatti ricettati, le confezioni del già pronto. Nel 2016 la gente ha acquistato 44.650 tonnellate di surgelati appartenenti a questo settore. Nei primi 8 mesi del 2017, ne sono state consumate già 20.060 sempre per il solo canale Retail: lieve crescita dello +0,5%. La tendenza fra le aziende del settore è di continuare a puntare sull'innovazione tecnologica, allargando l'offerta delle cosiddette "meal solution", nuove linee di prodotto ispirate a nuovi sapori, gli etnici per esempio che hanno grande successo.
Anche il fine pasto e i momenti di dolcezza stanno segnando un andamento molto favorevole, infatti nel 2017 crescono anche i dessert (+4,5% rispetto al 2016) e la frutta surgelata (+27,1%).
Cosa invece la gente compra meno fra i surgelati?
Le patate (fritte ed elaborate, il 17% del totale dei surgelati) con un calo pari a -1,2% rispetto all'anno precedente. Si vendono meno anche i prodotti a base di carne (-6% circa per la carne rossa e -6,5% per quella bianca) e le paste semilavorate (-22,2% nei primi 8 mesi del 2017 rispetto allo stesso periodo del 2016).
Autore: G.G. per FreshPlaza
Data di pubblicazione:
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