
Pietro Cernigliaro
Al 30 settembre gli enti pubblici dovevano decidere se tenere o "disfarsi" delle partecipate, fra cui le quote nei Mercati. "Al momento - dice Cernigliaro - sembra che i mercati all'ingrosso, nel loro complesso, ne siano usciti in maniera soddisfacente. In particolare i grandi mercati e i centri agroalimentari. Rimane però il fatto che si tratta del primo passaggio della Riforma Madia".
"Il grande ostacolo sarà rappresentato dal raggiungimento o meno dell'equilibrio del bilancio di queste strutture e, di conseguenza, dalla posizione che assumerà la Corte dei Conti nei loro confronti. A fronte di questa riforma, che potrebbe avere, anche a breve, effetti devastanti, ancora una volta si registra un "grande silenzio" da parte delle componenti interessate".

Il presidente aggiunge che "Italmercati cerca di curare gli interessi dei suoi dieci associati, che rappresentano, peraltro, molti dei grandi mercati italiani cioè Torino, Milano, Verona, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Cagliari, Catania. Ma per gli altri mercati - grandi, medi e piccoli – vale la regola: ognun per sé e dio per tutti".
Anche perché "non si hanno notizie di Mercati Associati che dovrebbe appunto rappresentare gli altri mercati non aderenti a Italmercati. La stessa Fedagro, che riunisce le imprese che vi operano all'interno non dà palesi segni di nervosismo".
"In sintesi: non c'è la consapevolezza dei rischi che il comparto sta per affrontare. Non vi è una visione d'insieme; anzi: come al solito ognuno cerca di arrangiarsi in silenzio. Solo l'Andmi insiste nel chiamare a raccolta le componenti che svolgono un ruolo in questo delicato settore e cerca di individuare politiche di sviluppo di comune interesse".
Con il convegno svoltosi al Macfrut di Rimini lo scorso maggio, "l'Andmi ha affrontato il problema chiamando, appunto, a raccolta tutte le componenti, pubbliche e private, interessate e indicando la nuova strategia: la riforma Madia è un'importante occasione per l'impostazione e l'avvio di un nuovo Piano mercati nazionale per il rilancio e lo sviluppo del comparto. Ad oggi, però, risponde solo un silenzio assordante" conclude Cernigliaro.
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Pietro Cernigliaro
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