Agrumi: controlli nei porti e aeroporti per scongiurare fitopatologie
Dr.ssa Paola Caruso, ricercatrice del CREA-OFA di Acireale (CT)
Con l'ausilio di nuovi portinnesti, aranceti resistenti al Virus stanno sostituendo quelli devastati e la produzione si avvia, in tal senso, verso una certa normalizzazione.
Ma i problemi per il settore, purtroppo, potrebbero non terminare con le fitopatologie fin qui riscontrate: si temono infatti nuove minacce che potrebbero incombere sugli agrumi, non solo quelli siciliani ma anche dell'intero bacino del Mediterraneo. Si tratta del rischio di introduzione del cancro batterico degli agrumi (CBC) nell'area del Mediterraneo, tramite specie ornamentali di Rutaceae non regolamentate
Fino a oggi il CBC non è stato segnalato in Europa, né nell'area mediterranea di produzione degli agrumi. In Europa è considerato un organismo da quarantena, per cui devono essere adottate misure preventive per evitare l'introduzione di materiale vegetale infetto.
Al fine di studiare le probabilità e i rischi dell'introduzione è stato avviato il progetto europeo ORPRAMed (cfr. precedente news) che, coordinato dalla ricercatrice del CREA-OFA di Acireale (CT) Paola Caruso, è stato sottoposto a revisione intermedia presso l'Agropolis International (associazione che si occupa di ricerca in agricoltura e non solo) a Montpellier in Francia.
"Nel contesto della verifica a Montpellier, la comunità scientifica presente - ha detto Paola Caruso - ha molto apprezzato le misure di sicurezza che da qui a breve introdurremo nei principali aeroporti e porti italiani. Si tratta di un'opera non solo di vigilanza, ma anche di sensibilizzazione nei confronti dei viaggiatori, affinché desistano dall'introdurre al rientro dall'estero, in Italia e specialmente in Sicilia, anche il più piccolo dei ramoscelli di una pianta qualsiasi (comprese quelle ornamentali), soprattutto se proveniente da un Paese produttore di agrumi".
CBC: le infezioni molto gravi possono indurre gravi fenomeni di cascola (foto J. Cubero INIA Madrid, Spagna)
"Il rischio non è solo quello di introdurre il CBC - continua la ricercatrice - ma anche il ben più pericoloso HLB (Huanglongbing o citrus greening), una delle più antiche e distruttive malattie degli agrumi, nota da oltre un secolo in Cina, che verosimilmente porterebbe alla distruzione totale dei nostri agrumi".
A Montpellier la ricercatrice siciliana, assieme ad altre due coordinatrici italiane di progetti scientifici, Lucia Zappalà dell'UniCT e Selene Baschieri dell'Enea di Roma, ha dimostrato, tra le altre, la validità della comunità scientifica italiana (pure al femminile) che compete alla pari con quella internazionale.
Al progetto ORPRAMed, vale la pena sottolineare, partecipano unità di ricerca di centri afferenti ai Ministeri dell'agricoltura e delle Università di Italia, Francia, Spagna e Turchia.