In questo contesto s'inserisce il progetto europeo TOMRES, incentrato sul modello del pomodoro, che mira alla coltivazione di questo diffusissimo ortaggio anche in condizioni di stress da carenza idrica e scarsità di fertilizzanti, dunque con un minor impatto ambientale e adatto anche ai terreni più poveri.

Pomodoro (ciliegino) coltivato in serra.
A coordinare i lavori di questo progetti europeo - della durata di tre anni - è il DISAFA della Facoltà di Scienza Agrarie dell'Università degli Studi di Torino, che vede il coinvolgimento di dieci Stati europei, 25 partner e duecento tra tecnici e ricercatori. Sono altresì coinvolte aziende agricole, industrie, Università e centri di ricerca che testeranno varietà di pomodoro resistenti ai fattori climatici nell'ottica di perfezionare tecniche agronomiche (e non solo) nella coltura del pomodoro in campo e in serra.
Il Disafa in questa fase iniziale studia i genotipi di pomodori più adatti, ossia resilienti ai fattori di stress. Il progetto, in tal senso, mira ad approfondire lo studio di una classe di ormoni vegetali, gli strigolattoni, importanti per modulare la risposta della pianta allo stress idrico e nutrizionale.
Mediante un semplice nebulizzatore per la somministrazione di un estratto vegetale, arricchito di strigolattoni, si riuscirà a indurre nella pianta stessa un meccanismo autonomo di controllo e regolazione delle sostanze nutrienti da prelevare dal suolo, contemporaneamente facendole perdere una minore quantità di acqua dalle foglie.
Ma perché è stato scelto proprio il pomodoro per questi studi, cosa ha di diverso rispetto ad altri ortaggi o frutti? Abbiamo posto la domanda ad Andrea Schubert, ordinario di Fisiologia vegetale presso la Facoltà di Scienze Agrarie e Alimentari di UniTo.
"Il pomodoro è una pianta modello negli studi biologici ma anche una pianta di grande coltura, molto adatta quindi a trasferire le innovazioni scientifiche sulla gestione della coltivazione", spiega il docente.

Professore Andrea Schubert, ordinario di Fisiologia vegetale presso la Facoltà di Scienze Agrarie e Alimentari dell'Università di Torino.
Quali sono le applicazioni pratiche di questo ritrovato scientifico nelle produzioni serricole intensive di ortaggi da mensa del Sud Italia e in cosa si distinguono da quelli in campo aperto?
"Il progetto TOMRES lavora sia sul pomodoro coltivato in serra che sulle varietà da coltura in campo aperto - chiarisce Schubert - e puntiamo a ottenere risultati importanti in entrambi questi sistemi di coltivazione".