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Stagione agrumicola 2017/18: previsto un calo nazionale del 5-10% in quantita'

Le prospettive sulla produzione nazionale di agrumi 2017/18, rispetto alla media delle ultime stagioni, registrano un calo quantitativo tra il 5 e il 10%, a seconda delle regioni e delle zone di produzione, sulla base di un andamento climatico che ha condizionato lo sviluppo dei frutti nonché la cascola degli stessi. La persistente siccità e le alte temperature hanno influito sul comportamento fisiologico della pianta con serie ripercussioni su quelle che saranno le caratteristiche dei frutti, soprattutto in termini di calibro. Per quanto riguarda il grado Brix, invece, si dovrebbero registrare valori superiori di qualche punto allo standard medio. E' quanto anticipa a FreshPlaza un operatore del settore, che offre una breve panoramica per regione e a livello commerciale.

"In Sicilia, il problema del calibro piccolo sulle cultivar di arance Moro e Tarocco si presenta con una percentuale preoccupante, e pertanto possiamo prevedere che il calo del prodotto commercializzabile sarà notevole, azzardando un 35-40% in meno rispetto alla stima della produzione pendente. Aggiungiamo che il fenomeno è aggravato dalla presenza di impianti affetti dalla patologia Tristeza".


(Foto d'archivio)

Per quanto concerne la produzione agrumicola della Calabria/Basilicata e bassa Puglia, sembrerebbe che i valori saranno normali rispetto ad una resa media per ettaro di Clementine e arance Navelina/Navel. "Da una sommaria stima è opinione che mancherebbe un 5-7% di produzione, percentuale negativa che verrebbe compensata dalla produzione di nuovi impianti di Clementine e nuovi ibridi a vocazione precoce o tardiva. Per la cultivar Navelina si stimano quantitativi soddisfacenti anche se il calibro dei frutti tende verso il medio. Anche in questo caso si registrano investimenti rappresentativi".

A detta dell'operatore, le caratteristiche merceologiche della produzione potrebbero in generale migliorare nella speranza che settembre e ottobre siano mesi favorevoli in termini di pioggia e calo della temperatura.

Prospettive di commercializzazione
Le prospettive sul piano della commercializzazione restano sempre legate a quei complicati fattori che la globalizzazione ha prodotto negli anni. "Dobbiamo confrontarci con la concorrenza spagnola, turca, greca e dei Paesi magrebini che strutturalmente è bene organizzata e pertanto inserita nel contesto del mercato europeo e non soltanto. L'andamento commerciale, tenuto conto di una cospicua offerta mediterranea, è prevedibile ma ovviamente tutto si giocherà sulle linee commerciali dove gli operatori sono posizionati. Su questa strategia non c'è nulla di nuovo da commentare".

"In campagna, le contrattazioni commerciali sono pressoché ferme - continua l'esperto - Siamo in una fase di osservazione della produzione e di qualche timida contrattazione. Si aspetta la pioggia per capire come girerà il frutto pendente. In Sicilia gli operatori commerciali sono alla ricerca di merce precoce e che abbia pezzatura. Con tali caratteristiche, dichiarazioni di intento attribuiscono una quotazione sulla pianta di 0,30-0,35 euro/kg per la varietà Moro e 0,40-0,45 euro kg per Tarocco. Non risultano chiusi gli affari".


(Foto d'archivio)

Nella Piana di Sibari, in Calabria, sembra che qualche affare a blocco sia stato concluso per Clementine di zona precoce, sulla base di 0,30-0,35 euro/kg e per Navelina sulla base di 0,25-0,30 euro/kg. Negli areali produttivi di Basilicata e bassa Puglia gli operatori sembra che siano nella fase di accertamento delle caratteristiche qualitative del prodotto, ma non risultano trattative concluse.

E' opinione generale che fra 15 giorni si potranno chiudere, sulla base di aggiornate constatazioni qualitative del prodotto, le prime serie trattative di acquisto.