
Il centro aziendale si trova a Dattilo, piccola frazione che assieme a Nubia fa parte del Comune di Paceco (TP): un territorio che, benché fertile, non riusciva a decollare. Tutto il prodotto venduto, infatti, tra pomodori e una varietà di altri ortaggi, non riusciva a coprire le spese di produzione.

"Nonostante le perdite, non abbiamo chiuso l'azienda. Il cambiamento di rotta avvenne 10 anni fa quando decidemmo, con la mia famiglia, di partecipare a un progetto di recupero di semi antichi autoctoni promosso dall'Assessorato delle risorse agricole e alimentari della Regione Sicilia". Agli inizi degli anni Novanta, infatti, gli ibridi di melone giallo ebbero una così larga diffusione, da sostituire completamente le specie autoctone, oggetto pertanto di un programma di recupero e riscoperta.

"Da una semplice collaborazione iniziale, il percorso intrapreso si rivelò talmente entusiasmante che, di fatto, ha rappresentato anche l'elemento di svolta e di rilancio dell'azienda stessa".

"Iniziammo con il melone Cartucciaro di Paceco, ottenendo il seme autoctono da un agricoltore di 92 anni, ignaro di essere il custode di una biodiversità quasi perduta e fuori dai cambiamenti della globalizzazione, che non lo avevano toccato minimamente. In realtà, per le aziende che producono prodotti di agricoltura biologica, reperire semi di qualità, meglio ancora se antichi è una pratica molto importante, che richiede pazienza e tanta ricerca. I semi tradizionali, infatti, stanno diventando sempre più rari da trovare", sottolinea Francesca.
"Ci abbiamo scommesso e creduto fortemente e alla fine siamo riusciti a rimettere in campo il Cartucciaro di Paceco, un melone che non veniva coltivato da 40 anni, divenuto nel 2013 Presidio Slow Food".

Il vecchio cartucciaru di Paceco – antico melone dalla forma allungata, con estremità lievemente ricurva, buccia liscia e gialla, polpa bianca e succosa – ha rischiato di sparire dai campi, nonostante il sapore eccellente, anche per via dei suoi tempi di maturazione più lunghi rispetto ad altre varietà commerciali e a causa di una resa più bassa.
Il cartucciaru si semina ad aprile in serra, perché all'aperto le api impollinerebbero, e si raccoglie a partire da giugno fino ad agosto cosicché le campagne di Paceco già a partire dal mese di giugno si colmano di meloni gialli.

Il frutto appartiene, ai cosiddetti "meloni d'inverno" che, appesi in luoghi ventilati e freschi, diventano più dolci con il passare del tempo e si conservano ancora un paio di mesi, alcuni fino a Natale.
Il melone, oltre a essere un frutto da tavola molto gustoso, è utilizzato anche per la preparazione di dolci, granite e gelati. I titolari dell'azienda ci dicono di aver ripreso un'antica ricetta contadina, con la quale il melone si trasforma in un fantastico liquore, ottimo da bere fresco o da utilizzare per la preparazione di torte e crostate. La preparazione prevede l'infusione del frutto maturo assieme alla buccia in alcool per circa due settimane.

"Siamo diventati partner di Davines, un'importante azienda italiana di cosmetica - conclude Francesca Simonte - cui forniamo materia prima per una nuova linea di prodotti destinata alla cura dei capelli che vanta, come principi attivi, i prodotti vegetali di alcuni presidi italiani, tra cui proprio il melone cartucciaro. E' così che dal nostro melone è nato Momo, lo shampoo idratante per capelli secchi o disidratati".
"Siamo fieri di questa collaborazione, anche perché Davines lavora i nostri e altri prodotti agricoli impiegando solo energia da fonti rinnovabili, utilizza un packaging a impatto zero e a ridotta percentuale di plastica, contribuendo alla tutela della biodiversità del nostro pianeta".
Contatti:

Azienda Agricola Francesca Simonte
C/da Dattilo
Via Maggio, 27
91027 Paceco (TP) - Italy
Tel.: +39 0923 861994
Cell.: +39 339 6210890 / +39 329 8367976
Email: [email protected]
Web: www.specialitadisicilia.com