Resoconto dell'incontro sull'innovazione varietale nella coltivazione del carciofo
Studio sul carciofo
Tra i relatori, Ottavio Cacioppo, Presidente dell'Accademia di Agricoltura "Le Grugnole", che ha relazionato sull'importanza della coltivazione del carciofo nel Lazio. La superficie regionale è di circa 1.000 ettari, ripartiti tra le province di Roma (Ladispoli e Cerveteri) con 540 ettari e una produzione di 67 mila quintali; Latina (Sezze, Sermoneta, Priverno e Pontinia) con 300 ettari e una produzione di 31,500 quintali e circa 160 ettari e 16.500 quintali in altre aree del Lazio. Le varietà coltivate, che nel 2000 hanno ottenuto il riconoscimento IGP (Indicazione Geografica Protetta), sono due: Castellamare e Campagnano. Le due varietà si distinguono per l'epoca di produzione: la prima è precoce (gennaio), mentre la seconda produce a marzo.
Il carciofo è diffuso in Italia dove occupa una superficie di oltre 50mila ettari e una produzione di oltre 500 mila tonnellate e le regioni più importanti sono: la Sicilia,la Puglia, la Campania, la Sardegna, la Toscana e la Liguria.
Geografia della coltivazione del carciofo in Italia
Si segnala il lavoro di ricerca dell'ARSIAL in collaborazione con l'Università di Viterbo e l'Università di Pisa, dal quale sono nate due nuove varietà di carciofo romanesco: Grato 1 e Grato 2, ottenute per incrocio tra due cloni di romanesco sopra indicate e violetto di Toscana.
La raccolta avviene come segue: prima si raccoglie la testa terminale, detta "mamma", seguono i capolini laterali detti "figli" e si completa con quelli detti "nipotini", di piccole dimensioni.
Linee parentali MF
Il carciofo può essere annuale o poliennale in coltura specializzata, cresce bene con un clima mediterraneo. E' una pianta a rizoma sotterraneo che può raggiungere l'altezza di oltre un metro. Il fusto termina in un capolino e si ramifica in maniera dicotomica, producendo 6-7 capolini di 2° e 3° ordine commerciabili per il mercato. I capolini di ridotte dimensioni vengono destinati all'industria.
Linee parentali MF
Le foglie e i gambi contengono un principio attivo il quale ha un'azione curativa per lievi malattie epatiche e renali.
Linee parentali MF
Francesco Saccardo, professore dell'Università degli studi di Viterbo, ha svolto una relazione molto interessante sull'innovazione varietale del carciofo.
Il carciofo (Cimara scomulus L.), famiglia delle Asteraceae, viene coltivato per il 90% circa nei Paesi del Mediterraneo. L'Italia è il maggior paese produttore europeo. Saccardo si è soffermato sull'importanza delle varietà ibride, le quali consentono di essere coltivate per seme.
Il Prof. Francesco Saccardo descrive la varietà ibrida Romolo F1
Varietà
Istar F1 - selezionato dalla ditta italiana TopSeed - è un ibrido precocissimo se seminato in tarda primavera. Comincia la fruttificazione nel mese di novembre. Di grande produttività e omogeneità dei capolini. Varietà priva di spine e la più precoce. Può essere coltivata come annuale, i carciofi sono rotondeggianti, di colore verde medio brillante, ideali per il consumo fresco.
Romolo F1 è un ibrido medio tardivo di grande produttività e uniformità. I carciofi sono senza spine, tondeggianti di colore verde e viola, ideali per il consumo fresco. Si semina in tarda primavera e si raccogli a fine inverno-inizio primavera dell'anno successivo. Ibrido creato dalla BHS (Big Heart Seeds) California in collaborazione con l'Università della Tuscia. Licenza esclusiva: TopSeed.
Epoche e densità di impianto
L'epoca di impianto influenza l'entrata in produzione del carciofo: con un trapianto precoce il carciofo può essere catalogato come un rifiorente mentre con un trapianto tardivo come un primaverile. Trapianto metà luglio: inizio produzione in novembre a seguire fino a primavera. Trapianto ad agosto: entrata in produzione in primavera.
Vantaggi del carciofo da seme
Vigoria degli ibridi
Gli ibridi sono caratterizzati da notevole vigoria per cui occorre tenerne conto nel calcolare il numero di piante per ettaro. Occorrono meno piante per mq rispetto alle piante propagate per via vegetativa. La distanza tra le file di m.1,40-1,60 e di m.1-1,2 lungo la fila (5000-7000 piante per ettaro).
Tecnica colturale
Sono da sottolineare le concimazioni organiche effettuate prima dell'impianto, nonché quelle minerali con quantitativi adeguati, non eccedere con gli azotati. La fertirrigazione è consigliata per un apporto costante delle sostanze nutritive, in particolare in presenza di capolini.
Giuseppe Colla e Guido Bernabei, Università della Tuscia, sono gli autori della relazione "Sviluppo di tecniche alternative nel vivaismo del carciofo". Sono state descritte le metodologie delle riproduzioni delle piante e gli aspetti sanitari delle piantine commercializzate.
Il Prof. Carlo Fideghelli ha condotto l'incontro egregiamente
Sviluppo di una cinaricoltura alternativa
L'obiettivo dell'incontro è stato quello di promuovere la diffusione del carciofo da seme attraverso l'introduzione di due ibridi F1, l'Istar e il Romolo in un areale fortemente vocato alla cinaricoltura come l'Agropontino, e di favorire l'applicazione di agrotecniche innovative come il sistema di coltivazione fuori suolo Floating system e l'impiego di microrganismi utili che consentirebbero di migliorare la filiera cinaricola.
Questo perché attualmente la filiera cinaricola presenta una riconosciuta criticità che riguarda la produzione vivaistica di materiale vegetale per l'impianto delle carciofaie rappresentato da ovoli, carducci o parte di rizoma prelevati da colture preesistenti ; in questi casi il materiale, di origine vegetativa, è spesso non uniforme e di scadente qualità fitosanitaria. Solo per alcune varietà tardive appartenenti al gruppo del Romanesco la produzione su larga scala di piantine di elevato standard qualitativo può essere ottenuta vegetativamente attraverso la micropropagazione, però anche metodo di propagazione è caratterizzato da svantaggi quali l'elevato costo delle piantine prodotte e la perdita di rifiorenza nelle cultivar precoci.
Buona partecipazione di un pubblico competente di provenienza di regioni diverse
Quindi in considerazione di queste criticità negli ultimi anni si è perseguito l'obiettivo di sviluppare una tecnica di propagazione che utilizzi l'achenio come unità riproduttiva. In quanto il ricorso alla propagazione gamica mediante la realizzazione di ibridi F1 che manifestano gli effetti positivi dell'eterosi, rappresenta una valida alternativa a quella agamica perché contribuisce alla razionalizzazione della tecnica colturale, al miglioramento dello stato sanitario delle piante, all'incremento delle produzioni unitarie, alla possibilità di esprimere il potenziale produttivo già al primo anno di impianto rendendo possibile la durata di un anno della carciofaia e quindi l'avvicendamento con altre colture, riducendo i costi di produzione.
Accanto a questa innovativa attività sementiera è comunque necessario sviluppare una altrettanto innovativa attività vivaistica in quanto a tutt'oggi per il carciofo da seme manca un'attività vivaistica consolidata, innovativa, efficiente, quindi in considerazione di questa criticità presso il gruppo di Orticoltura del Dipartimento Dafne dell'Università degli Studi della Tuscia è stato valutato l"impiego di due agrotecniche innovative volte a migliorare tale criticità.
La prima agrotecnica innovativa valutata riguarda l'impiego di un sistema di coltivazione fuori suolo su pannelli galleggianti Floating system per la produzione di piantine da trapianto. Il Floating system è un metodo di coltivazione fuori suolo al quanto semplice da gestire e poco costoso da realizzare inoltre già ampiamente utilizzato nel vivaismo del tabacco.
Questo metodo di coltivazione innovativo permette rispetto a quello tradizionale di velocizzare i ritmi di crescita e di favorire un maggior accumulo di biomassa secca aerea nelle piantine da trapianto. Gli incrementi di crescita e accumulo di biomassa sono da ricondurre ad un aumento dell'attività fotosintetica e ad un maggior assorbimento dell'azoto.
L'altra agrotecnica innovativa presa in esame riguarda l'applicazione di microrganismi utili nello specifico funghi endofiti quali Micorrize e Trichoderma mediante la concia biologica della semente. La concia biologica della semente permette sia di migliorare la qualità delle piantine e quindi di ridurre lo stress da trapianto, sia di migliorare la risposta agronomica in campo della coltura grazie all'ottenimento di produzioni caratterizzate da un maggior livello quanti-qualitativo. In virtù di un miglioramento dell'efficienza di assorbimento degli elementi nutritivi e dello stato sanitario della coltura.
In conclusione l'introduzione di queste agrotecniche innovative quali l'impiego di ibridi F1 ad elevato valore genetico come l'Istar e il Romolo, il metodo di coltivazione floating system e l'applicazione di microrganismi consentirebbe di innovare la filiera cinaricola permettendo l'ottenimento di produzioni caratterizzate da un maggior livello quanti-qualitativo.
Per maggiori informazioni:
Dott. Agronomo Ottavio Cacioppo
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