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Italia, secondo produttore di nocciolo: il progetto dell'Emilia-Romagna

Dopo la Turchia (600mila tonnellate), l'Italia è il secondo produttore mondiale di nocciolo con oltre 109mila tonnellate di nocciole prodotte. Tradizionalmente diffusa in Piemonte e Lazio (dove continua ad espandersi), la corilicoltura appare un settore in pieno sviluppo. Se ne è parlato al convegno "Il nocciolo: una filiera agroindustriale in espansione" organizzato da Regione Emilia-Romagna in collaborazione con Ferrero.



"Già da un anno stiamo lavorando con Ferrero al Progetto Nocciolo Italia per valutare il potenziale di questo frutto nella nostra regione e ora siamo pronti a scommettere sul settore", ha detto l'assessore all'agricoltura Simona Caselli intervenuta al convegno.

Per coltivare il nocciolo serve un terreno ben definito (profondo, ben drenato e scarsamente calcareo), la volontà a un investimento iniziale consistente e una cura continua che porta i suoi primi frutti solo dopo 4 anni. A sostenere il lavoro degli agricoltori le Organizzazioni di produttori che rappresentano un'interfaccia ideale per il sistema industriale, garantiscono organizzazione della produzione e salvaguardia del territorio, oltre ad una assistenza tecnica capillare e una meccanizzazione in continua crescita.

Anche la Basilicata ha deciso di investire sulla coltivazione sperimentale del nocciolo. "Intravediamo in questo settore un grande indotto per il futuro. Crediamo inoltre nella coesione tra le Regioni che porta a un miglior dialogo con il governo locale ed europeo", ha detto Luca Braia, assessore alle politiche agricole della Basilicata intervenuto al convegno.
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