Bestack, imballaggio attivo: meno sprechi e fragole piu' apprezzate
L'imballaggio Attivo Bestack è di nuovo protagonista a Macfrut 2017. Già sotto i riflettori nell'ambito della passata edizione della fiera, quando erano stati presentati i primi risultati della sperimentazione, sostenuta da Comieco (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica), ora questo innovativo packaging anti-spreco è stato al centro del convegno che si è tenuto giovedì 11 maggio a Rimini Fiera, nello spazio Agorà.
Durante il convegno sono stati presentati i risultati della ricerca più recente, svolta nei mesi di marzo e aprile 2017, per misurare i reali benefici dell'imballaggio Attivo Bestack nella filiera delle fragole, dalla produzione, alla distribuzione, fino al consumo domestico.
Il progetto è partito il 13 marzo nello stabilimento Apofruit di Scanzano Jonico, in Basilicata, dove la cooperativa ha testato gli imballaggi Attivi Bestack per una parte del confezionamento di fragole. Dal Metaponto il prodotto, in parte imballato in packaging attivo, in parte in cartone tradizionale e in parte in cassette di plastica tradizionali, è stato spedito nella piattaforma di Cesena (Forlì-Cesena).
Arrivato a destinazione, sono state effettuate analisi visive comparative sul prodotto confezionato nelle differenti confezioni in due condizioni di temperatura, a 17 gradi (parametro standard in cui vengono effettuati dalle catene dei supermercati i test di qualità) e a 21 gradi (la temperatura considerata dall'Università).
Il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari di Cesena (Università di Bologna) in due mesi ha analizzato quasi 600 kg di fragole su oltre 20 tonnellate di prodotto impiegato per la sperimentazione, per un totale di 3.600 controlli su 1.200 cestini.
Queste hanno permesso di evidenziare i benefici in termini di minore scarto dell'imballaggio attivo, a 48 ore dopo il confezionamento, così come a 72 e a 96 ore.
L'obiettivo di questo test con le fragole era anche quantificare i potenziali benefici commerciali con l'utilizzo dell'imballaggio attivo, dal produttore al consumatore. Per questo, oltre al risultato intrinseco, ci si è focalizzati sul rilevamento del percepito finale. Così alla fine di marzo è stato coinvolto anche Dimar, gruppo distributivo del Nord-Ovest, presso i cui punti vendita, la settimana prima di Pasqua, è stato impostato un test di gradimento sui consumatori, per quantificare a casa la loro preferenza per le fragole confezionate in imballaggio Attivo rispetto a quelle in packaging in cartone tradizionale.
La mole di dati raccolta è enorme, ma dalle elaborazioni dell'Università già si possono evidenziare due macro trend: innanzitutto la percentuale di scarto di fragole confezionate nell'imballaggio Attivo in cartone è inferiore rispetto al prodotto confezionato in altre tipologie di imballaggio dell'8-18%, sia a 48, 72 che a 96 ore dopo il confezionamento, nei due mesi di test.
"Inoltre questa percentuale è in costante aumento con il progredire della stagione e con l'innalzamento delle temperature, tanto da arrivare a differenziali di scarto superiori a fine aprile ad oltre il 20% - ha dichiarato Rosalba Lanciotti, docente e responsabile degli studi universitari - Maggiori sono infatti le conduzioni di stress del prodotto (alte temperature e umidità), maggiore è l'evidenza del beneficio dell'imballaggio Attivo".
Questo trend è confermato anche dall'ufficio Qualità di Apofruit, che ha misurato i benefici dell'imballaggio Attivo secondo gli standard interni. Il vantaggio anche in questo caso è significativo, seppur con percentuali inferiori: le riduzioni di scarto nei due mesi oscillano tra i il 2% e il 7%, anche in relazione alla inferiore temperatura di analisi.
"È interesse del nostro gruppo porre la massima attenzione alle innovazioni che consentono di qualificare meglio l'offerta produttiva, specie se utili a combattere la deperibilità dei prodotti stessi. – sottolinea Mirco Zanelli, direttore commerciale di Apofruit - Al contempo riteniamo fondamentale comprendere le potenzialità di queste innovazioni applicate ai casi reali, dal produttore al consumatore. Sulla base di queste premesse abbiamo partecipato al primo caso di verifica sul campo dell'imballaggio Attivo, mettendo anche a disposizione il nostro ufficio Qualità. Dalle nostre analisi è emerso che, anche in relazione a condizioni di temperatura inferiori rispetto a quelle dell'Università, questo packaging consente di ridurre lo spreco rispetto ad altri imballaggi tradizionali, dal 3 all'8%. Per questo continueremo a lavorarci".
Ma è dall'esperienza del consumatore che vengono i dati più interessanti per la filiera ortofrutticola, in quanto confermano quei benefici che la ricerca fino ad oggi condotta ha dimostrato esserci lungo la catena distributiva.
Nei sei punti vendita coinvolti - tre con fragole confezionate in imballaggio attivo e tre con fragole nel cartone tradizionale - sono stati intervistati 400 consumatori. Le interviste hanno messo in evidenza due dati importanti: le fragole in cartone ondulato Attivo si conservano meglio rispetto a quelle confezionate in cartone tradizionale. Inoltre il prodotto risulta più apprezzato.