Raccolto europeo di albicocche superiore alla media
Per la terza stagione consecutiva, la campagna 2016 è stata segnata da un inverno particolarmente mite che ha creato timori sulla mancanza di freddo e sulla scarsa performace di alcune varietà ad alto fabbisogno di freddo, specie nelle aree di produzione più a sud.
Dalla fine di gennaio 2017, sono state registrate gelate in alcuni areali precoci, in particolare Sud Italia e Murcia spagnola. A inizio marzo, le condizioni meteorologiche sono peggiorate, con un ritorno a temperature normali o al di sotto della media, con gelate e grandinate.
La mancanza di un inverno freddo per alcune varietà, mutazioni nella fioritura tra varietà che solitamente impollinano, la pioggia e il freddo durante la fioritura così come il gelo e la grandine sono tutti ingredienti che possono potenzialmente portare la produzione di albicocche a livelli lontani da quelli del 2015 e ben al di sotto di quelli normali.
Il raccolto 2016 di albicocche è stato scarso a livello globale, con quattro Paesi produttori con una resa totale di 490mila tonnellate. Quest'anno, la Spagna è l'unica nazione con previsioni al ribasso rispetto allo scorso anno. Nonostante la forte dinamica in termini di rinnovo varietale sia nelle aree tradizionali sia nelle nuove, l'introduzione di nuovi frutteti non compensa le perdite nelle regioni di Murcia e Castiglia-La Mancia. Con 102mila ton, la Spagna ha registrato un calo del 17% nella raccolta rispetto al 2016, ma questo volume è ancora superiore del 13% rispetto alla media 2011-2015.
Grecia, Italia e Francia sono state colpite da pesanti problemi climatici (tra cui gelo e grandine) e stanno ritornando a livelli produttivi ottimali, con aumenti rispettivo del 41, 20 e 39% rispetto al 2016. Nei quattro paesi (Spagna compresa), la raccolta 2017 dovrebbe raggiungere le 570mila ton, un aumento del 17% rispetto al 2016 e del 10% rispetto alla media 2011-2015.
Le albicocche hanno sperimentato un dinamismo reale in tutti i bacini di produzione, senza dubbio in risposta alla crisi che pesche e nettarine stanno sperimentando sul mercato europeo; questo dinamismo è stato spinto dall'offerta varietale che non è mai stata così abbondante e diversificata con varietà precoci e tardive.
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