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KIKU: non basta il breeding per fare un club varietale

"Il coltivatore di frutta è cambiato, negli ultimi anni. Vuole comprendere meglio cosa c'è dietro un prodotto, dietro una nuova proposta varietale. E' il caso delle mele: non basta il breeding per fare il successo di una nuova varietà. Serve una vera e propria capacità gestionale (variety management) che non perda mai di vista la redditività. Questa è la premessa di qualunque Club varietale: funziona solo se è gestito da realtà con una forte esperienza commerciale". Così Jürgen Braun, amministratore delegato dell'altoatesina KIKU® dichiara a FreshPlaza nell'ambito della valutazione circa le nuove proposte varietali in ambito melicolo.


Jürgen Braun presso lo stand KIKU, qui con la mela ISAAQ, nata da una collaborazione tra CIV e KIKU e dedicata al grande scienziato Isaac Newton.

E' il caso delle proposte varietali KIKU quali ISAAQ®, la mela snack lanciata recentemente con il marchio 'natural snack' o della cultivar di recente introduzione Crimson Snow®.

"Vogliamo introdurre nuove mele - spiega Jürgen - che siano in grado di aumentare i consumi e vogliamo farlo in Italia. Per fare l'esempio della Crimson Snow, il 90% dei 230 ettari che abbiamo fin qui impiantato si trovano in Italia e ne prevediamo altri 100 nei prossimi tre anni. In questo progetto, abbiamo volutamente coinvolto aziende partner a dimensione familiare, che avessero una strettissima collaborazione con la Gdo, e un'esperienza professionale nella commercializzazione. Tra loro: F.lli Clementi, Rivoira e Sanifrutta, Iseppi Frutta. Basta un giro di telefonate per sentirci e coordinarci tutti insieme".

L'orientamento al mercato si persegue in molti modi: "Per la mela Crimson Snow® abbiamo effettuato dei panel test (prove di assaggio), ottenendo buoni riscontri di gradimento da parte di 9 consumatori su 10. Le persone sono attratte soprattutto dal suo colore rosso intenso. Si tratta di una mela ideale per un consumatore medio europeo".


Crimson Snow.

"Bisogna però sapersi muovere con prudenza e saggezza. Se non diamo remunerazione al produttore, neppure possiamo fare innovazione. I nostri coltivatori partner vogliono guardare dietro le quinte e capire come funzionano le cose. Noi oggi siamo in grado di ottenere informazioni da tutti gli step della filiera e orientare dunque l'offerta alle reali possibilità di vendita. Anche perché quando un club funziona - è il caso della Pink Lady - può costituire una svolta decisiva per la base produttiva".

Per quanto riguarda ISAAQ®, è un frutto compatto, con un gusto dolce-acido, e dunque si posiziona come una mela conveniente e ideale per piccole porzioni.
"Il suo plus è costituito dalla piccola pezzatura che rende questa mela, per l'appunto, uno snack naturale. Il successo è stato incredibile - ricorda Jürgen - e molti, dopo una prima fase di scetticismo, hanno compreso i vantaggi di questo nuovo concetto, che tra l'altro risulta di chiara e agevole comprensione. Per il futuro, abbiamo progetti volti a inserire le mele ISAAQ® anche nelle vending machine, con un packaging dedicato, e portarla pure nella catena Autogrill".