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La Romania rischia sanzioni per via del protezionismo
Il 18 luglio è stata, infatti, introdotta la legge 150/2016, che modificava la legge 321/2009 sul commercio alimentare. "Entro 6 mesi - ha spiegato Irimescu - il Ministero dell'Agricoltura deve garantire l'applicazione delle due disposizioni previste dalla legge: che il 51% dei prodotti ortofrutticoli sugli scaffali dei negozi sia di origine rumena, e che provenga da filiere brevi. A questo proposito era già stato inviato dalla Commissione Europea un avvertimento riguardo la possibile applicazione di sanzioni. La spiegazione che ci siamo dati è che queste disposizioni non siano applicabili durante la stagione fredda, quando la Romania non è in grado di produrre la percentuale necessaria di frutta e verdura".
E ha aggiunto: "Sono stato contattato da molti produttori. Questi hanno spesso referenze di ottima qualità che però non vengono acquistate dai supermercati, che preferiscono una fornitura di prodotti meno costosi dalla Turchia. E' un problema piuttosto complicato. Da un lato, abbiamo gli ipermercati: essi ambiscono a fornire ai consumatori prodotti di buona qualità al prezzo più basso possibile; dall'altro però abbiamo un gruppo di produttori del settore ortofrutticolo che può sì fornire un ottimo prodotto, ma a un prezzo ragionevole".
Secondo Irimescu, la Turchia è un importante produttore con le condizioni adatte a fornire prodotti di ottima qualità anche durante la stagione fredda, ma ci dovrebbe essere un equilibrio tra quanto viene importato e quanto viene prodotto in Romania. "Insomma la situazione è complicata. Per fronteggiarla e raggiungere un equilibrio nella catena alimentare è necessario che ipermercati, produttori e consumatori facciano ognuno la propria parte".
Fonte: cotidianul.ro
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