Sono caduti 55 cm di acqua in soli tre giorni: praticamente la metà di tutta la pioggia che cade in un anno. Non essendoci neve sulle montagne, tutta l'acqua è venuta giù senza trovare ostacoli. Per fortuna, dopo l'alluvione del 1994 c'è stato un bel lavoro di risanamento degli argini nelle campagne e si è potuto limitare questo nuovo disastro.

Frazione allagata (Carignano, TO)
"Tutte le principali raccolte frutticole erano per fortuna già terminate, rimanendo solo 5 o 6 ettari di Pink Lady che erano in attesa del secondo stacco. L'inerbimento dei campi ha consentito di rallentare il flusso d'acqua. Riteniamo pertanto che non ci saranno danni per la prossima stagione frutticola". E' quanto dichiara Domenico Sacchetto, presidente OP Piemonte Asprofrut di Lagnasco (CN).
"Anche sulle orticole avevamo ancora pochi filari di cavolfiori e di cavoli in raccolta: possiamo dire di essere stati fortunati, nel dramma generale. Certo, se tutto ciò fosse accaduto a metà ottobre, allora sarebbe stato un disastro".
Al momento sono arrivate segnalazioni di campi di noccioleti danneggiati dai detriti portati dall'esondazione del Tanaro, principalmente nelle zone limitrofe al comune di Garessio, di alcuni ettari di meleti e pescheti portati via dall'esondazione del Pònelle zone limitrofe al comune di Revello.

Parte di meleto distrutto.
Sempre il Po e alcuni suoi torrenti affluenti hanno esondato provocando danni alle coltivazioni di piante aromatiche nei comuni di Faule e Pancalieri e alle serre nelle zone limitrofe al comune di Moncalieri nel torinese.
Foto sotto: serre allagate nel torinese

Aggiornamenti da Coldiretti di Cuneo
Secondo un comunicato stampa di qualche ora fa, la Coldiretti di Cuneo ha chiesto alla Regione di convocare urgentemente un Tavolo di Crisi per fare il punto sull’emergenza in atto e valutare gli interventi a sostegno delle aziende che sono state colpite dall'esondazione del Tanaro nel Monregalese e Albese e dal Po nel Saluzzese.

In primis, bisogna risolvere il problema delle aziende che sono ancora isolate e dei capannoni travolti dall’acqua, che ora sono inutilizzabili e pieni di detriti. E subito dopo valutare i danni alla produzione che vede a rischio il raccolto dei seminativi autunno-vernini dei terreni allagati, così come per i frutteti e per i noccioleti, specialmente per i giovani impianti, che sono stati sommersi e, nei casi più gravi, estirpati dalla violenza dell’acqua.
Ovunque, il volume dell’acqua, decisamente superiore all’alluvione del '94, ha depositato enormità di detriti ed ha eroso molto più terreno con costi per il ripristino, ove possibile, che saranno molto elevati. Oltre alla perdita di centinaia di ettari coltivati, non si contano ancora i danni del settore zootecnico.