Consumi alimentari domestici delle famiglie italiane: ancora una contrazione
Il carrello della spesa degli italiani ancora una volta riflette lo scenario nazionale attuale e ancora una volta fa emergere sobrietà negli acquisti, attenzione al risparmio e scelte merceologiche guidate per lo più da aspetti salutistici. I consumi domestici rimangono deboli, a fronte della tendenza positiva del reddito disponibile determinata dal miglioramento del mercato del lavoro e dalla stabilità dei prezzi al consumo. Aumenta la propensione al risparmio degli italiani, ma anche la distribuzione della ricchezza, con un incremento della quota di famiglie in condizioni di povertà.
Fonte: Ismea/Nielsen
Secondo l'ultima indagine del Censis, di riflesso a tale situazione, sono sempre più evidenti le disuguaglianze sociali a tavola e le famiglie meno abbienti sono quelle che più accusano la difficoltà ad accedere agli alimenti con miglior valore nutrizionale. Solo nell'ultimo anno, 16,6 milioni di italiani hanno ridotto il consumo di carne, 10,6 milioni quello di pesce e 3,5 milioni quello di frutta e verdura fresche. Prodotti sostituiti spesso con surrogati artefatti e meno nutrienti che potrebbero essere rischio per la salute.
Così, mentre una parte della società con reddito alto ricerca nel cibo elementi che garantiscano salubrità e che riflettano concetti e valori di eticità e rispetto per l'ambiente, un'altra parte della società - meno abbiente - si trova a fare tagli alla spesa alimentare, rinunciando spesso ad alimenti base della dieta mediterranea.
Frutta e ortaggi
Nello specifico dei beni alimentari, tra i comparti che hanno riportato un trend positivo di crescita della spesa, in questi primi nove mesi del 2016, si ravvisano solo i prodotti ittici, la frutta ed alcuni prodotti da scaffale quali: aceto, zucchero e dolcificanti, cioccolata ed altri snack.
Per quanto riguarda la spesa destinata alla frutta, si registra un aumento tendenziale dell'1,7%, cui contribuiscono gli agrumi (+8,3%), e la frutta in guscio (+7,6%). In lieve flessione la spesa per la frutta trasformata (-0,2%) trainata in basso dalla contrazione di acquisti di succhi di frutta (-3,1%).
La spesa per ortaggi, invece, dopo la flessione del primo semestre, recupera nei tre mesi estivi e fa segnare nel cumulato dei primi 9 mesi del 2016 pressappoco un allineamento ai valori 2015 (-0,3%), con una stabilità nel caso specifico dei prodotti di IV gamma e per i prodotti trasformati (+0,2%), e una flessione degli acquisti per ortaggi e legumi freschi (-1,9%) controbilanciata da una maggiore spesa sostenuta per l'acquisto di patate (+9,8%).
Nel 2015, l'aggregato, sospinto da una tendenza inflazionistica, aveva registrato a valori correnti una crescita del 2,1% (su base annua), cui però corrispondeva in volume una contrazione del 2,4%.