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Claudio Mazzini (Coop Italia): serve agire perche' la IV gamma non rimanga una definizione per addetti ai lavori

"Siamo solo all'inizio del lavoro per delineare quello che io ho chiamato il reparto che non c'è. Oggi il consumatore ha delle esigenze diverse, sta cambiando. Dobbiamo trovare la capacità e la forza di anticiparlo, di capire cosa gli serve. Oggi non cogliamo ancora appieno le sue esigenze". Queste le parole di Claudio Mazzini, responsabile nazionale Ortofrutta di Coop Italia, a chiusura dell'incontro svoltosi ieri 25 ottobre 2016 nella Sala Cavour del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, evento che ha riunito tutti gli attori della IV gamma, settore alimentare della frutta e verdura freschi, lavati, confezionati e pronti al consumo (cfr. articolo correlato).



Questo comparto del "fresco pronto da servire a tavola" sta molto a cuore a Claudio Mazzini, oltretutto rappresenta il 10% del fatturato Coop che dovrebbe chiudere quest'anno oltre quota 1,2 miliardi di vendite.

"Bisogna provare a dare una lettura del prodotto che semplifichi la vita al consumatore – prosegue Mazzini – E' evidente che manca questo fattore di dialogo. La gente in un supermercato o in una rivendita legge orizzontalmente l'esposizione e non verticalmente. Per lo yogurt per esempio, ovunque si vada, si può stare certi che si troverà all'inizio dello scaffale un certo prodotto, tipologie di yogurt bianco, per esempio, le più semplici, fino ai successivi, arrivando agli ultimi, quelli elaborati al punto da prevedere l'aggiunta di praline di cioccolata. Il tutto segue un ragionamento espositivo di lettura, un paradigma certo".



"Tutto questo non c'è, invece, per la IV gamma – aggiunge il responsabile nazionale Ortofrutta di Coop Italia – All'inizio, in questa filiera, non se n'è sentito il bisogno perché è stata una realtà di grande successo e in fortissima crescita. Oggi, invece, è diventato un mercato più maturo, quindi i suoi protagonisti devono porsi il tema di come farsi vedere meglio".

Da qui anche la necessità di una denominazione di settore che sia facilmente comprensibile e che comunichi. "Il nome IV gamma lo capiamo solo noi, lo comprendono solo gli addetti ai lavori. Per questo, provocatoriamente, al convegno l'ho etichettato come nome obsoleto, ma non perché lo sia il settore. Le parole sono importanti – rimarca Mazzini – Il mercato ha bisogno di essere ripensato, reso più semplice nella sua fruibilità, reso accattivante per quanto riguarda il nome, si devono compiere diverse azioni per renderlo più comprensibile".

"Il nome è una battuta, ma certamente è vitale la posizione sullo scaffale, oppure la possibilità che grazie a un QR code si possa vedere il ciclo di lavorazione, di quanto sia stata lavata quell'insalata, oltretutto molto più lavata di quanto uno possa fare a casa. Esistono poi studi che illustrano come dietro a questo processo industriale ci siano, proporzionalmente, consumi ben inferiori a quanto avverrebbe a livello domestico per fare la stessa cosa. Il lavaggio a casa di un'insalata fa registrare un grosso spreco in più d'acqua rispetto alle lavorazioni di IV gamma. Dal punto di vista di impatto ambientale, la filiera è molto più sostenibile".



"E se al consumatore tutto questo non lo si racconta, come si fa a valorizzare quel che si fa? - chiede con forza il manager – E' tutto da narrare, insieme anche agli aspetti nutrizionali, funzionali e tanto altro. La IV gamma deve fare un salto di qualità necessario. Quando, sempre a proposito del nome, ho proposto "Pronto Fresco", è perché il mercato sta crescendo comprendendo altre varietà, come i succhi o i burger adesso in forte espansione. Ma ci sono altri adattamenti da fare. Mi viene in mente l'esempio fatto oggi al convegno da Laura Rossi del CREA, quando ha parlato degli spinaci, un prodotto che dovrebbe essere venduto già cotto, non obbligando il consumatore a prenderne un chilo fresco per trovarsene, alla fine, dieci grammi cotti a casa".

"A breve i "cugini" della frutta secca supereranno la IV gamma per fatturato – conclude Mazzini – Lì hanno messo insieme una grande attività di informazione diretta al consumatore, sul valore del prodotto, sulle sue proprietà. Invece un utente medio, acquistando un'insalata in busta non sa quante volte è stata lavata. Non solo, un terzo di questi consumatori, la rilava di nuovo a casa. Nel comparto della IV gamma gli operatori devono decidere un investimento pre-competitivo: non possono mica sperare che siano le istituzioni o la distribuzione a raccontare i valori che ci sono dietro il prodotto. La stessa dottoressa Rossi ha detto una cosa bellissima: l'ortofrutta è l'unico alimento che non ha né controindicazioni per il consumo né nessun tipo di nemico mitico-storico-religioso. L'ortofrutta non ha nemici tranne che nel settore stesso. Bisogna ragionare diversamente".

Autore: G.G. per FreshPlaza
Data di pubblicazione: