La campagna del pomodoro da industria sta riservando delle sorprese decisamente amare per le aziende agricole del Distretto del nord che riceveranno, in media, per il prodotto conferito 76,5 euro alla tonnellata, cifra lontana dagli 85,2 € stabiliti nel contratto con l'industria.
Il motivo appare piuttosto semplice: le superfici seminate a pomodoro sono arrivate a quasi 40mila ettari, quindi oltre la soglia stabilita a inizio campagna e questo ha portato a una sovrapproduzione di tonnellate - quasi 2,8 milioni rispetto al limite previsto di 2,55 milioni – che ha fatto scattare le penalizzazioni. Il prezzo di partenza sarà decurtato di 2,5€/t che si aggiunge ad un sistema di scalette che hanno fatto slittare il prezzo medio a 79€/t. Le liquidazioni, al netto della penalizzazione, si attesteranno attorno ai 76€/t un valore prossimo a quello proposto nel mese di febbraio dagli industriali. Un prezzo che Agrinsieme Ferrara – il Coordinamento tra Cia, Confagricoltura e Alleanza delle Cooperative - definisce non solo insoddisfacente ma ingiusto e frutto di una mancata programmazione a livello di superfici con le Organizzazioni di Produttori del Nord.
"La situazione che vivono i produttori – spiega Agrinsieme Ferrara - è grave perché mina il rapporto di fiducia tra i diversi attori della filiera, in particolare tra agricoltori e alcune Op del Nord. Il fatto più preoccupante è che non si è arrivati a questo prezzo, lontanissimo da quello contrattato a giugno, per effetto di un esponenziale aumento delle rese per ettaro ma per un eccesso di superfici seminate, decisamente troppe rispetto a quelle concordate".
"Se da un lato l'accordo con l'industria per il 2016 doveva prevedere una riduzione di superfici, dall'altro alcune Organizzazioni di produttori hanno autonomamente ignorato questa indicazione che doveva garantire che non scattassero penalità per i produttori. La filiera – continua Agrinsieme Ferrara – non ha saputo, dunque, auto-regolarsi e non è stata virtuosa e a rimetterci, come spesso avviene, è il primo anello, il più debole in termini di potere contrattuale ovvero gli agricoltori. Non ha senso, allora, parlare del pomodoro come di eccellenza, "oro rosso" che deve essere valorizzato se poi non si è in grado di garantire un prezzo equo e un reddito alle aziende agricole".
"Agrinsieme Ferrara chiede, sin da ora, che per il 2017 in sede di trattativa sui prezzi - che deve iniziare prima della scadenza del 2016 - siano dichiarate in modo trasparente le superfici investite a pomodoro e i reali programmi del settore industriale per gli anni futuri. Chiediamo, inoltre, che ci siano regole più severe e la messa in mora per i trasgressori che cambiano le carte in tavola in corso d'opera. Perché certamente non è giusto e nemmeno etico che a pagare siano tutti i produttori, indistintamente, anche se hanno lavorato per ottenere un prodotto di qualità seguendo le regole. Non è giusto che a pagare siano tutti se a sbagliare sono state solo alcune OP".

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Surplus produttivo per il pomodoro da industria al Nord Italia: in ginocchio gli agricoltori
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