Focus sul mercato globale dell'aglio
Speculazione e clima freddo in Cina
Lo scorso anno, gli esportatori cinesi hanno ottenuto un prezzo record: il 20% in più rispetto alla stagione precedente. Di conseguenza, le semine di quest'anno sono aumentate dall'8 al 10%. Questa crescita non si è però tradotta in un maggior volume in quanto il clima freddo ha giocato un brutto scherzo ai coltivatori che si sono ritrovati con una raccolta in calo dal 10 al 20%.
La raccolta dell'aglio cinese è iniziata a maggio nella provincia di Henan, nel nord della Cina. In termini di calibro questa varietà precoce è sempre più piccola rispetto alle varietà tardive che si raccolgono nella provincia di Shandong, molto popolare. In ogni caso, le colture della provincia di Shandong sono state colpite da temperature basse a novembre dello scorso anno; questa regione ha registrato le perdite maggiori.
Nel frattempo la domanda sul mercato nazionale è forte e gli speculatori controllano una quota del mercato. Questi "commercianti" acquistano l'aglio e poi lo tengono in stock, offrendolo solo in limitati quantitativi e spingendo i prezzi al rialzo. La quotazione è attualmente stabile, tra 2.200 e 2.800 dollari a tonnellata a seconda del calibro e della tipologia di packaging.
L'India sorpasserà la Cina?
Quest'anno gli esportatori sono tre volte maggiori rispetto allo scorso anno, secondo un esportatore. Per via della parziale carenza di prodotto cinese, l'India ha visto la domanda crescere nel mercato globale. Gli esportatori stanno ricevendo richieste da Europa ma anche i commercianti cinesi stanno rivolgendosi agli esportatori indiani. A seguito della buona domanda i prezzi sono raddoppiati. I piccoli esportatori stanno spedendo circa 50 tonnellate di aglio al giorno e questo volume potrà solo crescere.
Kuwait, Bahrein, Giordania e altri Stati del Golfo stanno incrementando la domanda di aglio indiano. Inoltre, Germania, Italia e Giappone sono i maggiori mercati di esportazione. Il picco stagionale indiano si registra tra febbraio e aprile e la domanda cresce soprattutto tra maggio e luglio. In questo periodo, l'aglio commercializzato arriva dalle celle di stoccaggio. I timori generati tra i principali importatori hanno fatto sì che i prezzi crescessero a livello mondiale.
Troppo pochi lavoratori in California
Il mercato dell'aglio negli Stati Uniti è buono in questa stagione, a seguito della carenza di prodotto cinese. La nazione è l'ottavo principale produttore al mondo: la maggior parte degli areali si trova in California dove viene coltivato il 90% dell'aglio statunitense. Quest'anno la produzione è risultata inferiore per via di una riduzione dell'offerta sul mercato nazionale, fattore positivo per i commercianti. I coltivatori californiani hanno dovuto affrontare un problema di carenza di lavoratori in fase di raccolta. Un commerciante statunitense ha riferito che i prezzi rimarranno buoni fino alla comparsa del nuovo raccolto a giugno 2017. L'offerta è limitata ovunque.
Il Sudafrica preferisce l'aglio spagnolo
Il paese africano ha una produzione limitata di 2.500 tonnellate l'anno. Importa quindi circa 3500 tonnellate annue facendo sì che il prezzo sia determinato dalla situtazione del mercato mondiale. La Spagna è il principale fornitore, seguito dalla Cina. Il governo sudafricano mira a proteggere le colture domestiche con un rafforzamento di varie misure: non sono consentite perciò importazioni di aglio da utilizzare come materiale vegetale e sono stati fissati dazi di importazione elevati.
La domanda sta crescendo con una media del 6% l'anno. Nonostante la limitata produzione, il paese è capace di esportare circa 1.000 tonnellate l'anno soprattutto verso le nazioni confinanti. Le esportazioni consistono sia in aglio nazionale sia in re-export.
La Repubblica del Botswana richiede aglio nigeriano
Un delegato della Repubblica del Botswana in Nigeria ha chiesto al governo nigeriano l'esportazione di alcuni prodotti agricoli, tra cui l'aglio. Il paese infatti ha la capacità di espandere le sue esportazioni e non c'è attualmente commercio di questo prodotto tra le due nazioni.
Spagna avvantaggiata dal calo di aglio cinese
Le vendite di aglio procedono senza scosse quest'anno. Questa situazione fa seguito alla tendenza al rialzo registrata nelle precedenti due stagioni. Inoltre il Paese potrebbe beneficiare dalle esportazioni inferiori della Cina. "Potremmo raggiungere i mercati dove in precedenza è stato difficile arrivare e introdurre il nostro aglio - riporta un esportatore spagnolo - Faccio riferimento ad esempio ad Asia, Africa e Sud America".
Grecia: prezzi instabili dovuti alla speculazione
I prezzi dell'aglio greco sono ancora bassi per via della speculazione commerciale ma tenderanno a stabilizzarsi non appena il prodotto cinese farà la sua comparsa sul mercato il mese prossimo. Attualmente ci sono ancora poche importazioni e la domanda è scarsa. Intorno a Natale il prezzo potrebbe triplicare. La quotazione dell'aglio cinese è aumentata da 2,60 a 2,80 euro per kg. Gli importatori greci guardano all'aglio egiziano e spagnolo e il prodotto è anche esportato verso Paesi quali Ungheria e Bulgaria.
Raccolta francese in calo
L'aglio è normalmente raccolto a luglio. La maggior parte della produzione rimane sul mercato nazionale e pochissime sono le esportazioni. Quest'anno comunque ci sono stati dei problemi con la raccolta e conseguente resa inferiore. In una stagione normale vengono raccolte circa 7 tonnellate per ettaro ma quest'anno la media è stata di sole 5 ton. La ragione va trovata nelle forti piogge registrate nei mesi di aprile e maggio. A seguito della scarsa offerta, i prezzi sono molto alti.
Gli olandesi preferiscono l'aglio cinese
Le importazioni di aglio olandese arrivano principalmente dalla Cina, il principale fornitore mondiale che ha fissato i prezzi di mercato per anni. Altri Paesi come Spagna, Ungheria e Slovacchia possono trarre vantaggio in un mercato quasi vuoto con le loro produzioni locali ma corrono anche grandi rischi di affrontare un mercato saturo. La qualità dell'aglio cinese è molto elevata e il prodotto è particolarmente rinomato per il suo colore bianco.
I coltivatori israeliani colpiti dalle importazioni
La produzione israeliana è principalmente destinata al mercato nazionale dove la domanda rimane stabile per tutto l'anno. Il clima del paese permette all'aglio di essere coltivato in tutte le aree agricole. Il prodotto è spesso utilizzato come coltura a rotazione, il che ha garantito una forte offerta negli ultimi anni. Nonostante la situazione sia stabile sul mercato, i prezzi hanno altalenato significativamente per via dell'influenza delle importazioni; queste ultime principalmente dalla Cina. Attualmente i prezzi si attestano su 6,60 euro al chilo ma possono raggiungere un range di 3,50-9,50 euro al chilo.
I produttori locali lamentano che i supermercati vendano aglio importato a prezzi più elevati per via di una presunta migliore qualità. Secondo i produttori, comunque, si tratta di un nonsense e non esiste una concreta differenza tra l'aglio israeliano e quello proveniente da oltreoceano. Una campagna promozionale è stata pianificata per motivare gli Israeliani ad acquistare il prodotto locale. Lo scopo è incrementare le entrate dei produttori. Sul mercato mondiale ci sono opportunità per i prodotti di nicchia come l'aglio biologico che potrebbe essere esportato verso Stati Uniti e Canada.
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