
Al centro dell'attenzione c'è sempre il pericolo Lobesia botrana che i canadesi temono come la peste. Il fatto è che in Italia l'insetto è presente su uva, ma su kiwi e susina il pericolo è molto più aleatorio, benché non impossibile. Da qui le autorità fitosanitarie canadesi hanno deciso di concedere una proroga per la commercializzazione di susine, in attesa però di verifiche scientifiche e di un protocollo concordato per il 2017/18.

"La misura, come per kiwi – spiega Stefano Boncompagni, responsabile del Servizio Fitosanitario Emilia-Romagna - prevede forme di sblocco per la corrente campagna d'esportazione, subordinandola ai controlli e alla certificazione dei Servizi Fitosanitari Regionali. Sono in corso negoziati per addivenire ad accordi strutturati per le campagne successive: per articolare il system approach che i canadesi richiedono, noi puntiamo su tracciabilità e sui nostri disciplinari di lotta integrata. Naturalmente il mercato appena sbloccato è quello delle susine, non del susino".
Anche in questo caso il sistema di produzione a lotta integrata, condotta dal 99,9% delle strutture organizzate italiane e quindi dagli agricoltori che a loro fanno capo, di certo offre delle garanzie al riguardo.

Nel Paese d'oltreoceano vi è una direttiva, la D-13-03, attualmente sotto revisione. La direttiva aggiornata sarà comunicata ai Paesi esportatori nei mesi a venire attraverso una notifica della WTO. Questo includerà aggiornamento dei requisiti per kiwi e altre piante potenzialmente attaccabili dall'insetto. La Cfia (Agenzia canadese di ispezione settore food) è l'ente preposto ai controlli.