UK: i discount si convertono alla sostenibilita'
Jon Covey, direttore per l'acquisto di ortofrutticoli per Lidl UK, ha dichiarato: "Questa mossa è un altra pietra miliare nell'ambizione di Lidl di fornire ai suoi clienti prodotti da fonti sostenibili".
Forse potrà sorprendere il fatto che sono proprio gli hard discount come Lidl e Aldi a condurre il passaggio tra l'agricoltura industriale che paga poco e inquina parecchio a un sistema che si presuppone sia sostenibile a livello sociale e ambientale, mentre altri grandi rivenditori come Tesco e la filiale Wal-Mart Asda nel Regno Unito o Edeka e Rewe in Germania, stanno seguendo le orme dei discount.
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Finora i discount sono stati sempre visti come fonte di guai da altri rivenditori UE. Il loro andamento è stato caratterizzato da un'ottima crescita fin dalla crisi finanziaria del 2008 e nel 2014 sono riusciti ad accaparrarsi il 17% del mercato della vendita al dettaglio dell'UE.
Le grandi catene consolidate sono state obbligate a tentare di uguagliare i prezzi decisamente più bassi dei discount. Mentre i prezzi pagati dai consumatori continuavano a diminuire, anche quelli pagati dai supermercati ai produttori di banane venivano spinti al ribasso (-20% dal 2001 al 2014), sicché a monte si procedeva a tagliare i costi di produzione.
Molti di questi costi, tuttavia, come il trasporto e i fitofarmaci, non possono essere tagliati. Se andiamo a vedere, in realtà i costi sono notevolmente cresciuti nello stesso periodo. Tra il 2001 e il 2015 i costi di trasporto sono aumentati in media del 233%, quelli di fertilizzanti e pesticidi del 195% e quelli dei materiali di imballaggio del 150%. Le uniche aree dove si potevano potenzialmente fare dei tagli erano per l'appunto le paghe dei braccianti e le spese relative alla protezione dell'ambiente.
Lungi dall'essere considerati i difensori della sostenibilità, dunque, i discount sono stati percepiti da molti come i principali aggressori delle politiche ambientali e uno dei grandi motori del declino.
Non sorprende pertanto che alcuni commentatori abbiano accolto con favore l'annuncio della vendita di banane sostenibili al 100%. Senza dubbio se gli hard discount stanno scegliendo la sostenibilità, allora il futuro della produzione alimentare diventerà più sicuro?
Ciò che c'è di nuovo riguardo l'annuncio fatto nel 2016 è che in futuro la più costosa frutta biologica e Fairtrade non sarà l'unica a essere sostenibile; secondo quanto affermato da alcuni discount, lo stesso accadrà anche per la frutta tradizionale, solitamente connotata dai prezzi più bassi. Nel caso di Lidl e Aldi (inizialmente in Regno Unito e Germania, e successivamente in altri Paesi UE) il 100% della frutta non ancora etichettata come Fairtrade sarà però certificata Rainforest Alliance.
La certificazione Rainfroest Alliance (simbolizzata dal rospo verde nel suo logo) garantirà la sostenibilità e lo farà agli stessi prezzi abbordabili che i consumatori ormai si aspettano di trovare nei discount.