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Rapporto Eurispes. Alla base c'e' anche un problema di accesso al credito che lascia il fianco scoperto

Un'impresa agricola su 10 si rivolge agli strozzini: economia nera che vale miliardi di euro

Partiamo da un'annosa questione sottolineata, ancora una volta, dal recente rapporto Eurispes sull'usura: in Italia il settore agricolo italiano ha, tra gli altri, un problema di accesso al credito. Dai dati della Banca d'Italia, citati dal rapporto, a marzo 2015 la distribuzione del credito bancario vedeva andare all'agricoltura appena il 4,9% dei fondi erogati come prestiti.

La situazione non migliora se parliamo invece di contributi comunitari. Nel 2013 (dati Istat) sono stati erogati ad aziende agricole italiane 4,9 miliardi di euro di contributi comunitari, ma di questi il 28,9% è andata a imprese di classe intermedia, quelle cioè con un fatturato tra i 100mila e i 500mila euro e che rappresentano appena il 5% del totale delle imprese agricole. Se poi a queste aziende sommiamo anche quelle che fatturano più di mezzo milione di euro all'anno scopriamo che, nel 2013, alle imprese medio-grandi, è andato il 39,3% dei contributi comunitari. Detto in altri termini: alle aziende piccole di piccole dimensioni, sotto i 15mila euro di fatturato, e che costituiscono il 71% delle imprese agricole italiane è andato meno di 1 euro su 4 dei contributi PAC accoppiati e meno di 1 euro su 5 dei sostegni diretti a reddito.

Il problema di accesso al credito, unito alla necessità di avere liquidità per far fronte alla crisi economica, a una maggiore pressione fiscale, a fattori climatici che incidono negativamente sui raccolti, rendono quello dell'agricoltura un settore particolarmente esposto all'usura. Questo è tanto più vero quanto più è piccola l'azienda agricola, per una ragione molto semplice: più è piccola e più agisce ed opera a livello locale e territoriale, ma purtroppo questo è anche il livello al quale operano gli usurai, che per insinuarsi nella società usano meccanismi di prossimità sociale, usando punti di riferimento riconosciuti all'interno della comunità, il passaparola, e così via.

Dai dati Eurispes emerge così un quadro tutt'altro che confortante. Negli ultimi anni infatti il numero di aziende agricole che si è rivolto agli strozzini è aumentato: se nel 2013 erano il 6% sul totale, nel 2014 e nel 2015 si è raggiunto il 10%. Detta in soldoni, l'anno scorso sono state 75mila le imprese agricole che sono finite nelle mani degli usurai e si calcola che abbiano chiesto un prestito medio di 30mila euro, una cifra superiore alla media chiesta ad esempio da imprenditori di altri settori (nel commercio e servizio la media è di 15mila euro).

In tutto, si stima che l'anno scorso gli imprenditori agricoli abbiano chiesto prestiti agli usurai per 2,25 miliardi di euro per restituire loro poi 4,95 miliardi, su un totale nazionale rispettivamente di 37,25 e 81,95 miliardi di euro. Tutti soldi sottratti all'economia legale e ulteriori risorse per la criminalità organizzata.