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UE-USA: stop ai negoziati sul TTIP?

La Casa Bianca spera ancora di chiudere entro la fine dell'anno le trattative per il TTIP, il trattato di libero scambio in corso di negoziazione tra Usa ed Europa. Lo ha dichiarato il portavoce del governo statunitense, Josh Earnest, annunciando che il presidente Barack Obama invierà nei prossimi mesi il suo capo negoziatore nel vecchio continente.

Dopo gli affondi francese e tedesco, il commissario Ue al Commercio Cecilia Malmstroem non ha voluto specificare da quali Paesi abbia ricevuto il supporto. La questione però riguarda tutti e 28 gli Stati, che ne discuteranno al prossimo consiglio informale di Bratislava del 23 settembre 2016.

Germania: "Fallito il negoziato tra Usa e Ue sul Ttip"
Il vice cancelliere tedesco e ministro dell'Economia, Sigmar Gabriel, ha chiarito che i negoziati tra Ue e Usa sul TTIP sono ormai di fatto falliti, anche se nessuno vuole veramente ammetterlo. "Noi Europei non possiamo accettare supinamente le richiesta americane". In 14 round di colloqui, le parti non hanno trovato un'intesa su un solo capitolo dei 27 posti sul tavolo.

I negoziati, iniziati nel 2013, non hanno mai avuto vita facile. Non solo la Germania, ma anche la Francia non ha mai nascosto le sue perplessità per quello che sembrava uno strumento unilaterale americano (cfr. FreshPlaza del 06/07/2016).

Francia: inutile illudersi di arrivare a un accordo prima della fine del mandato di Obama
Il governo francese intende fermare i negoziati sul trattato di libero scambio transatlatico. Il viceministro del Commercio estero, Matthias Fekl, ha annunciato che Parigi presenterà richiesta formale in tal senso il prossimo 23 settembre a Bratislava. Una presa di posizione che segue le dichiarazioni del vice cancelliere tedesco Gabriel.

Nel confronto sullo spinosissimo tema si è inserito anche il presidente francese François Hollande che, facendo eco a Gabriel, ha sottolineato come sia inutile alimentare l'illusione di un accordo prima della fine del mandato del presidente americano Obama.

Fekl ha motivato la scelta del governo francese, invece, con il fatto che i negoziati sono sbilanciati in favore delle posizioni statunitensi: "Gli americani non concedono niente, o lasciano soltanto le briciole. Non è così che si tratta fra alleati. Le relazioni non sono equilibrate, bisogna riprendere in seguito su buone basi. Per questo serve una battuta d'arresto, definitiva, a questi negoziati per poi ripartire".



Dichiarazione del ministro allo Sviluppo economico italiano Carlo Calenda
"La Commissione europea sta negoziando il TTIP sulla base di un mandato conferito all'unanimità dagli Stati Membri - ha dichiarato Carlo Calenda, ministro allo Sviluppo economico - Spetta alla Commissione condurre il negoziato. Il Consiglio, il Parlamento Europeo e le Assemblee Parlamentari nazionali saranno chiamati, poi, ad approvarne gli esiti. In questa difficile fase negoziale è necessario assicurare alla Commissione il massimo supporto per consentirle di raggiungere il risultato ambizioso che gli stessi Governi europei giustamente pretendono. Se si vuole invece ritirare il mandato e interrompere definitivamente le trattative con gli USA, occorre agire nei modi previsti dai trattati e nelle sedi opportune".
 
"Indebolire ulteriormente le istituzioni europee, che i nostri Governi si sono invece in più occasioni recentemente impegnati a rafforzare, con un costante fuoco amico di dichiarazioni ad uso interno è controproducente e contrario agli obiettivi che proprio in materia di TTIP i leader hanno confermato in occasione del Consiglio Europeo di giugno".
 
"Aggiungo - ha concluso Calenda - che sarebbe in ogni caso estremamente difficile trovare una ragione che giustifichi l'interruzione delle trattative con il nostro principale partner economico e politico, dopo appena due anni e mezzo di negoziato, quando per chiudere un accordo meno ambizioso con il Canada ce ne sono voluti ben sei. Ed è evidente che se ciò accadesse, l'Europa non avrebbe più alcuna credibilità per condurre un qualsivoglia negoziato commerciale".

La posizione della Slovenia
Il Ministero dello Sviluppo economico e della Tecnologia ha precisato che la Slovenia per ora continua a sostenere le trattative TTIP, ma che si sta adoperando per una più ampia trasparenza e cautela. Lubiana insiste sul fatto che i contenuti debbano avere la precedenza rispetto alla velocità nella stipulazione dell'accordo; i paletti posti dall'Assemblea nazionale vanno rispettati, in particolare nel delicato campo dei prodotti agricoli, dove i Paesi europei dovranno avere la possibilità di opporsi agli organismi geneticamente modificati e di difendere l'attuale livello degli standard, anche per quanto riguarda la sicurezza alimentare.

Spagna e TTIP: le aziende ortofrutticole si dividono
In agricoltura, i principali ostacoli sono sanitari e fitosanitari. A differenza di quanto avviene in Europa, negli Stati Uniti diversi stati hanno le proprie regolamentazioni, il che ostacola la circolazione di frutta e verdura di origine statunitense.

Per le aziende spagnole, il TTIP solleva posizioni opposte. Alcuni lo vedono come una traguardo interessante, in quanto gli oltre 315 milioni di consumatori rappresentano una buona alternativa al mercato europeo ormai saturo (si pensi ad esempio agli agrumi). Per altri, come il settore melicolo, la convergenza delle produzioni di entrambe le parti coinvolte, piuttosto che un'opportunità rappresenta un mal di testa.

D'altra parte, come già annunciato dalle cooperative agroalimentari, un'altra questione controversa sta nella protezione delle indicazioni geografiche europee sul mercato statunitense. Non resta che aspettare e vedere come procederanno i negoziati.

Elaborazione FreshPlaza su diverse fonti
Data di pubblicazione: