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A tu per tu con i nuovi vertici di Fedagromercati Acmo Bologna

Sfruttare appieno le opportunita' di una struttura all'avanguardia: le nuove sfide del mercato di Bologna

Decisamente questi ultimi sono stati mesi di grandi trasformazioni per il mercato all'ingrosso di Bologna. Prima il trasferimento nella NAM-Nuova Area Mercatale (cfr. FreshPlaza del 05/04/2016), quindi, esaurita la fase di rodaggio, un cambio di passo nelle strategie di marketing (cfr. FreshPlaza del 24/05/2016), e infine il cambio ai vertici di Fedagromercati Acmo Bologna (cfr. FreshPlaza del 07/06/2016), l'associazione che riunisce i grossisti del mercato bolognese.

"Con Caab (alias la direzione del mercato all'ingrosso bolognese, ndr) stiamo studiando un nuovo piano marketing, perché qualsiasi azienda funziona solo se ha clienti e fornitori, e i due aspetti sono consequenziali. Il mercato è l'insieme di quello che fanno le aziende", confermano Luigi Gallerani e Maurizio Marioloni, rispettivamente titolare della Befer Fruit e responsabile dello stand Spreafico al mercato bolognese e, da poche settimane, nuovi presidente e vicepresidente di Fedagromercati Acmo Bologna.


La Nuova Area Mercatale del Caab, il mercato all'ingrosso di Bologna. Nel riquadro Maurizio Marioloni (a sinistra) e Luigi Gallerani (a destra), rispettivamente nuovo vicepresidente e presidente di Fedagromercati Acmo Bologna.

In sintesi, il nuovo piano marketing ha l'obiettivo di trovare nuovi clienti e mercati per la piazza bolognese, puntando sui suoi punti di forza. Nell'ordine: profondità della gamma merceologica e qualità: "In genere – riprendono Gallerani e Marioloni – quelli che si trovano a Bologna sono prodotti di alta qualità, tant'è che abbiamo clienti che vengono anche da Sicilia, Basilicata e Calabria, come pure da Bolzano, dall'Alto Adige, dalla Versilia, alla Riviera perché qui trovano dei prodotti che diversamente farebbero fatica a rintracciare. Altri mercati hanno meno prodotti di qualità solo perché magari hanno altri clienti: è una differenza di clientela, non di capacità imprenditoriale dei grossisti".


Attività al mercato all'ingrosso di Bologna.

Ancora, tra i plus del mercato bolognese troviamo la logistica e la velocità di carico. "Anche prima del passaggio nella nuova struttura – spiegano i due vertici di Fedagromercati – eravamo all'avanguardia da questo punto di vista, ad esempio realizzando pallet misti per i clienti, un servizio che in pochi altri mercati fanno. Con il trasferimento, abbiamo compiuto un ulteriore passo in avanti".

In questo, un ruolo fondamentale lo sta giocando il nuovo sistema di movimentazione sviluppato da Toyota, che garantisce la tracciabilità delle merci. "Il primo giorno – riprendono Gallerani e Marioloni - abbiamo avuto un ritardo medio sotto all'ora; nel 2000, quando ci trasferimmo nella vecchia struttura lavorammo praticamente 24 ore per smaltire tutti i ritardi accumulati". Infine tra i punti di forza troviamo la grande capacità frigorifera della struttura.


Il sistema di codici a barre che gestisce la movimentazione delle merci vendute.

Tuttavia non è tutto oro quel che luccica e anche il mercato di Bologna è perfettibile. "La Gdo è il punto debole di Bologna – spiegano i due - e con la direzione del Caab e il nuovo piano di marketing stiamo portando avanti una serie di incontri per capire se siamo appetibili per la grande distribuzione, in funzione della nuova struttura. Paradossalmente, oggi vendiamo a chi poi ridistribuisce alla Gdo".

Ma questo tema ne richiama un altro, oggi ampiamente dibattuto in praticamente tutti i mercati all'ingrosso d'Italia: quello dell'orario d'apertura. Aprire di notte o di giorno? Questo è il dilemma. "C'è un discorso nazionale e ci stiamo ragionando tutti, non solo a Bologna", riprendono. Proprio in queste settimane, nel mercato del capoluogo, è stata creata una commissione ad hoc per parlare degli orari d'apertura. Non si tratta di una commissione formata esclusivamente da grossisti e vertici del Caab, ma è allargata a produttori, organizzazioni agricole e a tutta la filiera che ruota intorno alla commercializzazione all'ingrosso, perché nuovi orari avrebbero poi effetto non solo sull'interno del mercato.


Piani di carico al mercato di Bologna.

"A differenza di Roma che apre anche al pomeriggio perché copre l'hinterland, Bologna è un mercato di transito e di redistribuzione, e la difficoltà di cambiare orario è che abbiamo clienti da Palermo a Bolzano e l'orario di oggi è un equilibrio trovato nel tempo. Nella nostra clientela c'è di tutto di più, dal dettagliante di Bologna e provincia a quelli delle provincie limitrofe, molti ambulanti, negozi, catene, clienti dalle riviere dalla Puglia a Teramo, dalla Liguria, dal Veneto. Se domani aprissimo ad esempio alle 6, senza i giusti compromessi, rischieremmo di perdere dei clienti. Per noi è fondamentale salvaguardare i clienti: questa è la priorità. Anni fa (prima ancora che diventasse il tema nazionale, ndr) era stato dato incarico a Nomisma di studiare un cambio d'orario, e nemmeno loro ci hanno cavato fuori niente". Insomma, il dibattito è aperto, ma una decisione è ancora lontana dall'essere presa.