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Consumo di suolo: l'Italia perde terra utile per l'agricoltura

Secondo l'ultimo rapporto dell'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sul consumo di suolo - ossia la progressiva copertura artificiale del territorio dovuta all'urbanizzazione - la percentuale di territorio italiano urbanizzato è passata dal 2,7% degli anni Cinquanta a circa il 7% nel 2014. In particolare, nel periodo compreso tra il 2008 e il 2013 il consumo di suolo ha inciso in prevalenza (60%) proprio sulle aree agricole coltivate.

A sinistra: suolo consumato in percentuale per comune (2012). Fonte: ISPRA. Clicca qui per un ingrandimento.

La nuova legge sul contenimento del consumo di suolo

Con 256 voti favorevoli, 140 contrari e 4 astenuti, lo scorso 12 maggio la Camera ha approvato in prima lettura il disegno di legge sul contenimento del consumo del suolo. Si tratta di una legge in qualche modo storica: è infatti la prima volta che nel nostro ordinamento viene introdotto il concetto di consumo di suolo. Per l'approvazione definitiva, si attende ora il via libera del Senato.

Il provvedimento ha avuto un iter molto lungo: presentato per la prima volta nel novembre 2012 dall'allora ministro delle Politiche Agricole Mario Catania, è rimasto a lungo in naftalina prima di subire l'accelerata decisiva negli ultimi mesi.

L'obiettivo del disegno di legge è arrivare all'azzeramento del consumo di suolo entro il 2050, come richiesto dall'Unione Europea. Il punto di partenza per raggiungere questo traguardo è semplice: il consumo di suolo sarà consentito solo quando non esistono alternative al riutilizzo di aree già edificate e dismesse. E si parte da subito: tra le norme transitorie della legge c'è una moratoria di tre anni per tutte le costruzioni che comportino nuovo consumo di suolo, a meno che non siano già inserite in piani urbanistici.

I comuni avranno poi un ruolo importante: dovranno predisporre censimenti di edifici e aree dismesse, per verificare se eventuali nuove costruzioni possano essere realizzate attraverso la riqualificazione di queste stesse aree degradate. Per fare questo, riceveranno finanziamenti statali e agevolazioni fiscali, mentre le procedure burocratiche saranno semplificate.

Il ddl prevede infine che i fondi comunitari destinati a terreni agricoli non possano essere destinati a usi diversi per cinque anni.
Data di pubblicazione: