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Kiwi italiano: la campagna commerciale entra nella fase conclusiva

A inizio giugno la campagna commerciale del kiwi italiano è entrata nella fase conclusiva. Dopo diversi anni abbastanza buoni, questa stagione ha messo in luce diverse criticità. La prima di queste è stata senza dubbio il livello produttivo. L'offerta dell'emisfero nord del mondo, già in fase previsionale, si attestava su ottimi livelli, circa 869mila tonnellate, in aumento del 16% rispetto all'anno precedente.

L'Italia ha concorso a questo incremento di offerta, segnando un +17% di produzione commercializzabile rispetto all'anno precedente; a destare una particolare preoccupazione è stato il nuovo record produttivo raggiunto dalla Grecia, stimato sulle 180mila tonnellate. Inoltre è bene sottolineare che anche nell'emisfero sud si è ritornati su livelli produttivi più simili al periodo ante batteriosi, quindi con maggiori disponibilità di prodotto.


Kiwi. (Foto prof. A. Costa)

All'inizio della commercializzazione, il collocamento del kiwi italiano è subito apparso poco fluido, dettato soprattutto dalla prolungata presenza di merce cilena, in particolare sui mercati d'oltremare. Sul fronte europeo rimanevano nel frattempo inaccessibili i mercati, rivolti prevalentemente all'economicità delle produzioni della Grecia. Concorrenza ellenica accentuata, oltre che da un'offerta particolarmente elevata anche dal permanere dell'embargo russo.

Da sottolineare che questa criticità non si è evidenziata come nel passato solo nei primi mesi della campagna di commercializzazione, ma si è protratta per la maggior parte della stagione. Le vendite quindi sono state piuttosto rallentate: a fine novembre risultava collocato sui mercati il 12% del prodotto contro il 15% della campagna precedente, con giacenze al 30 novembre che superavano del 21% quelle presenti nello stesso periodo della scorsa stagione.

Il buon livello di vendita, maggiore dello scorso anno, che si è succeduto da dicembre non è bastato a colmare la lentezza iniziale, con giacenze che si sono sempre mantenute, in termini percentuali, su livelli maggiori della campagna scorsa.


Clicca qui per un ingrandimento del grafico.

Anche i dati riferiti alle esportazioni di kiwi italiano disponibili parlano di questo ritardo: l'export italiano nel periodo ottobre-dicembre è stato quantitativamente superiore dell'8% rispetto allo stesso periodo della scorsa campagna, a fronte però di produzioni superiori del 17% rispetto al 2015. Nel periodo ottobre-gennaio i volumi esportati risultano pari al +11% rispetto lo scorso anno, in risalita al +14% nel periodo ottobre-febbraio.

A metà maggio l'arrivo del prodotto neozelandese non ha lasciato al kiwi italiano lo spazio necessario per raggiungere listini migliori, dopo l’affievolimento della concorrenza greca.

Sul fronte delle quotazioni possiamo posizionare quest'annata tra le meno redditizie di questi ultimi anni, soprattutto per i calibri più piccoli, dove rimaneva concentrata l'offerta sia italiana che europea. Più remunerativo rispetto al medio-piccolo il collocamento delle pezzature maggiori, particolarmente deficitarie quest'anno, ma con un necessario differenziale di prezzo, rispetto agli altri calibri, che si è assottigliato durante il corso dei mesi.

Il bilancio finale delineato per quest'annata non può essere positivo, procediamo quindi ad archiviare questa campagna come eccezionalmente critica, sperando che la concomitanza dei diversi fattori negativi non si ripresenti nuovamente.

Fonte: CSO per FreshPlaza
Data di pubblicazione: