
"Le varietà di riferimento - spiega Matteo Magnani, responsabile commerciale - sono un paio: Sibaris di tipologia media e Sv di tipologia più sottile. La nostra clientela opta per un 60% per i medi e il restante per i sottili. La gran parte del nostro prodotto è destinato alla Gdo italiana, e solo una piccola quota va all'estero".

L'anticipo del mese di aprile è stato perso a causa delle temperature basse di maggio, che hanno posticipato la raccolta al primo giugno. "Ed è stato un peccato - aggiunge Magnani - perché c'è una grande richiesta di prodotto italiano".

Il calendario dell'offerta di Giorgini è integrato dalle produzioni del meridione. Le zone di approvvigionamento sono per lo più in Sicllia (Cassibile, Siracusa), Calabria e Campania. In meridione la raccolta avviene per lo più a mano e quindi il prodotto ha un costo superiore rispetto a quello raccolto a macchina. In genere, nel periodo in cui vi è la disponibilità di questi fagiolini, le quantità in gioco non sono tante e quindi il mercato riesce a remunerare il prodotto. I fagiolini italiani si hanno dai primi di maggio fino a tutto il mese di novembre. Poi si ricorre all'importazione dall'estero.

"Con la Gdo - aggiunge Magnani - abbiamo una programmazione abbastanza precisa che ci permette di seminare in base alle richieste, così da non avere sorprese. Non si tratta di contratti, ma di accordi che permettono di lavorare secondo criterio".

La ditta Giorgini è stata fondata da Vittorio 45 anni fa, nel 1971. Partita come impresa poco più che familiare, oggi occupa 70 persone nei mesi di punta e una quarantina nel periodo invernale. Fin da subito si è specializzata nella produzione e commercializzazione del fagiolino.