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I commenti del settore

La Cina apre le porte alle drupacee europee... cominciando dalla Spagna

Per la prima volta la Cina importerà pesche, pesche tabacchiere, nettarine e susine europee, con la Spagna come fonte principale. E' stato siglato, infatti, un protocollo bilaterale.

I primi commenti da parte dei principali esportatori di drupacee non hanno tardato ad arrivare e tutti concordano sul fatto che la Spagna sia la più qualificata ad aprire le rotte commerciali con la Cina per quanto riguarda le drupacee, ricordando la grande responsabilità che questo comporta e che, per ora, la domanda reale non è così significativa come potrebbe sembrare.



"Se si verificheranno idonee condizioni di mercato, siamo pronti per iniziare a lavorare con la Cina" spiega Josep Presseguer, CEO di Fruits de Ponent, il più importante produttore ed esportatore di drupacee d'Europa.

In una recente intervista rilasciata a FreshPlaza, Presseguer aveva ricordato che "con il know-how del settore spagnolo delle drupacee e il miglioramento dei tempi di transito (Transit Time), siamo di fronte a un mercato senza concorrenza in materia di offerta di qualità. Ma c'è ancora molto lavoro da fare per aprire una vera e propria rotta commerciale: siglare protocolli non significa un via libera immediato all'export. Basti pensare che ci sono voluti dieci anni per l'apertura del mercato russo e un solo pomeriggio per l'embargo".

Prime spedizioni per via aerea
"Cominceremo con il testare quali varietà sono più adatte per coprire distanze così lunghe e quali incontrano i gusti dei consumatori cinesi", ha dichiarato Joaquín Gómez, presidente di APOEXPA, in rappresentanza delle sette società di Murcia registrate e autorizzate a esportare in Cina.

"Vogliamo avviare questo processo il più presto possibile e quindi abbiamo intenzione di inviare i primi frutti principalmente per via aerea, a condizione che raggiungano la destinazione con la migliore qualità possibile".

Secondo gli esperti, la qualità dei frutti importati viene molto apprezzata in Cina dalle classi con un maggiore potere d'acquisto, più della frutta locale, quindi i costi del trasporto aereo non dovrebbero rappresentare un problema. Tuttavia, i requisiti per il trattamento a freddo di 15 giorni richiesto dal protocollo fitosanitario potrebbero ostacolare le operazioni.

"Senza lasciare le cose al caso. Difendiamo il marchio Spagna"
Secondo i dati FAO, le importazioni cinesi di drupacee sono estremamente limitate: 17.137 tonnellate di susine provenienti da Cile, Nuova Zelanda e Stati Uniti, e 74 ton di pesche e nettarine dall'Australia.

"E' sicuramente una grande notizia, ma per ora dobbiamo riconoscere che la richiesta cinese non è così rilevante ed è quindi fondamentale che il lavoro sia fatto bene fin dal principio" ha commentato José María Naranjo, sales & project manager di Tany Nature. "La parte più difficile deve ancora venire: tutto dipenderà dal successo delle prime esportazioni. Stiamo parlando di circa 30 giorni di trasporto, che in realtà si allungano a 40 fino al punto vendita, a seconda della città di destinazione".

"Dobbiamo rispettare i requisiti sulla qualità in maniera ortodossa ed esportare senza lasciare le cose al caso. Qui è in gioco il marchio Spagna. Bisogna seguire l'esempio molto professionale degli esportatori di agrumi spagnoli in questi mercati".

Grandi speranze per la pesca piatta
"Sappiamo già che la Cina ha una preferenza per le varietà sub-acide. Perciò riponiamo molta fiducia sulla pesca platicarpa (o piatta), un frutto che i Cinesi chiamano frutto del cielo" ha spiegato Joaquín Gómez di APOEXPA.

La pesca piatta è una drupacea che si coltiva sia in Murcia sia in Catalogna; in molti casi, sostituisce la pesca tradizionale. Se avrà successo in Cina si decongestioneranno i mercati europei dal surplus di offerta che si teme per le prossime campagne.

Testo e traduzione FreshPlaza. Tutti i diritti riservati.
Data di pubblicazione: