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Intervista alla prof.ssa Maria Lodovica Gullino, direttrice del centro

Agroinnova: dalla ricerca in agricoltura ai brevetti commerciali per l'industria

Istituito nel 2002, il centro di Competenza per l'Innovazione in campo agro-ambientale dell'Università di Torino (Agroinnova) ha svolto sin dalla sua costituzione ricerca di base e applicata, trasferimento tecnologico, comunicazione e formazione permanente, operando a livello nazionale ed internazionale.

Progetti di ricerca in corso
"L'80% della nostra ricerca si basa su grossi progetti Europei e internazionali riferisce Maria Lodovica Gullino - in questo momento abbiamo due importanti progetti europei già finanziati nell'ambito del programma Horizon 2020 e che sono la prosecuzione di progetti finanziati dal 2003 dalla Commissione UE e dalla Nato sul tema della biosicurezza e della prevenzione di eventuali azioni terroristiche, quindi di agro-terrorismo".


La direttrice del centro, Prof.ssa Gullino.

Il progetto Emphasis (Effective Management of Pest and Harmful alien species: Integrated Solutions, www.emphasisproject.eu) ha ricevuto un finanziamento di 7 milioni di euro, dura 4 anni e coinvolge 22 partner, di cui la metà sono imprese e Agroinnova è coordinatore. Attraverso questo progetto, si lavora alla prevenzione dell'arrivo di patogeni che possono destabilizzare un sistema anche in relazione ai cambiamenti climatici.

L'altro importante progetto UE in corso è Euclid che ha l'obiettivo di trasferire tecniche di difesa integrata dall'Europa alla Cina; Euclid coinvolge partner sia europei sia cinesi. Il gruppo di ricerca della prof.ssa Gullino lavora infatti in Cina dal 1999: inizialmente con progetti di trasferimento tecnologico poi con progetti di dimostrazione; oggi questi progetti sono finanziati anche dai cinesi.

Ogni anno, mediamente Agroinnova segue una 30ina di progetti che si focalizzano su biosicurezza, patogeni emergenti, diagnostica molecolare, l'uso di mezzi di difesa alternativi ai prodotti chimici (ad esempio recupero di silicati da impianti fotovoltaici e impiegati per la difesa delle piante), sicurezza dei semi.


Prove di concia semi.

Importante è anche la ricerca dedicata alla difesa delle insalate di IV gamma (rucola, lattuga, valerianella ecc.), sulle quali sono stati segnalati negli ultimi anni nuovi parassiti (circa una trentina), in collaborazione con operatori del settore presenti in Piemonte, Lombardia, Veneto e Campania. il gruppo di ricerca lavora dal punto di vista molecolare sulle nuove razze di patogeni che arrivano in Italia e sulla concia dei semi per arrivare a fornire risposte agli agricoltori.

Le nuove minacce in ortofrutticoltura
In questi ultimi 7-8 anni sono stati rilevati parecchi agenti di tracheofusariosi su lattuga, valerianella, rucola cicoria, indivia: si tratta di diverse forme speciali di Fusarium oxysporum, tutte trasmissibili attraverso seme infetto, per cui in un commercio globale il seme come possibile vettore di nuove malattie rappresenta la minaccia più grave per l'orticoltura.

Altro aspetto critico dell'orticoltura è legato alla disinfezione dei terreni: non potendo più utilizzare il bromuro di metile, le tecniche alternative al momento disponibili non sono sempre efficienti al 100%, per cui la difesa da patogeni terricoli si è complicata ulteriormente nei sistemi orticoli intensivi.

 
Laboratorio di ricerca.

"Stiamo studiando - spiega Gullino - la tecnica 'Anaerobic Soil Disinfestation' (ASD) che consiste nel coprire il terreno con fonti di carbonio per creare condizioni di anerobiosi limitanti lo sviluppo di patogeni. Tale tecnica presenta ancora difficoltà applicative e deve essere tarata sui nostri sistemi produttivi. I problemi più gravi derivano dai patogeni del suolo; tuttavia non si devono dimenticare alcuni problemi anche fogliari come la peronospora del basilico".

"Per la frutticoltura, abbiamo vissuto e quasi risolto il problema della batteriosi del kiwi – continua Gullino – Il problema è rientrato grazie alla collaborazione sinergica fra enti di ricerca, servizi fitosanitari, tecnici di campo e frutticoltori in tutta Italia".



Macchine del tempo per studiare il cambiamento climatico
Agroinnova studia l'effetto del cambiamento climatico da molti anni e dispone di 6 fitotroni in cui alleva le piante in condizioni diverse di temperatura e CO2 per valutare l'impatto del cambiamento climatico su fisiologia delle piante, comportamento dei patogeni e produzione di micotossine.


Fitotrone.

"Nei primi anni, all'interno delle celle venivano fatte crescere piante di vite e pioppo, colture economicamente importanti per attrarre finanziamenti. Oggi la ricerca è estesa ad altre specie, siamo più attrezzati e più esperti – continua Gullino – per cui lavoriamo su modelli (insalate, cetriolo e zucchino) e valutiamo l'effetto dell'aumento di temperatura da +3°C a +5°C (che rappresentano gli aumenti previsti fra 50-100 anni, con valori di CO2 intorno a 850 ppm; si pensi che presso Agroinnova in inverno si registrano 550 ppm CO2) sulle piante e sull'aggravarsi degli attacchi di mal bianco o peronospora, sull'azione dei fungicidi e infine su effetti collaterali, quali la produzione di micotossine".

La terza missione
Agroinnova nel 2009 ha dato vita ad uno spin off Agri New Tech (ANT) che si occupa di biotecnologie applicate all'agricoltura e all'ambiente e il cui obiettivo è trasferire al mondo operativo i risultati di anni di ricerche svolte a livello nazionale e internazionale, offrendo ricadute commerciali alle innovazioni tecnologiche e scientifiche condotte presso l'Università.

Gullino: "Abbiamo imprese che, sulla base dei nostri risultati, hanno acquistato i brevetti (ad esempio sui lieviti antagonisti) e ora cercano di commercializzare questi prodotti di difesa biologica. Noi studiamo i meccanismi d'azione dei microorganismi, poi le imprese cercano di registrare i brevetti e introdurre commercialmente queste soluzioni all'avanguardia".



"La terza missione dell'Università, di cui si sta tanto parlando, noi l'abbiamo sempre perseguita e ci crediamo da quando esiste Agroinnova! - conclude la direttrice - Il 25-30% dell'attività di Agroinnova è rappresentato dal trasferimento tecnologico. Abbiamo 3 centri di 1) saggio, 2) diagnostica e 3) sanità dei semi, che sono nati proprio per rispondere alle esigenze degli agricoltori".

"Lavoriamo molto con le aziende private, che rappresentano il 15-20% dei nostri finanziamenti: è interesse nostro e del privato studiare nuovi aspetti e nuove applicazioni. Generalmente chi lavora nelle imprese stimola la nostra ricerca!", conclude Gullino.

Contatti:
Agroinnova - Centro di Competenza per l'Innovazione in Campo Agro-ambientale
Largo Paolo Braccini 2
10095 Grugliasco (TO)
Tel.: 011 6708884
Email: [email protected]
Web: www.agroinnova.unito.it/it