E' lecito chiedersi quindi: come fa il consumatore a distinguere i messaggi importanti? E in che modo le aziende possono assicurarsi che le informazioni inviate siano rilevanti per i consumatori?
La maggior parte degli intervistati (il 76%) ritiene che i messaggi inviati dal mondo delle vendite al dettaglio non siano pertinenti; e si dice disposta ad aiutare le aziende, fornendo loro dati personali (occupazione, stipendio, abitudini di navigazione su Internet e aspetti riguardanti la salute) pur di ricevere comunicazioni più mirate e rilevanti.
Le imprese hanno così a disposizione informazioni utili per personalizzare i messaggi e migliorare l'interazione con i clienti. Una comunicazione mirata crea un legame con i clienti e favorisce la fidelizzazione. Le informazioni spazzatura hanno invece un impatto negativo sugli utili delle imprese.

"Le organizzazioni - ha osservato David Mills, CEO di Ricoh Europe - devono prendere coscienza del problema dello spam. Attualmente i consumatori sono sommersi da montagne di messaggi inutili: così facendo, si mette a rischio la fiducia nei confronti del brand, allontanando potenziali clienti e compromettendo i profitti. Tutto questo ha un impatto fortemente negativo sul business".
Secondo Mills, il numero elevato di comunicazioni da parte dei dettaglianti, avrebbe delle motivazioni legate alla crescita delle vendite online: queste, infatti, stanno cambiando il comportamento d'acquisto dei consumatori e portando a una riduzione dei prezzi.
Ricoh suggerisce tre aspetti che le aziende devono considerare per abbattere le barriere che ancora ostacolano una corretta comunicazione con i consumatori:
- un profilo sempre più dettagliato del cliente;
- rendere i contenuti rilevanti;
- comunicazioni sempre più multicanale.
Elaborazione FreshPlaza su fonte businesscommunity.it e ricoh.it