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Il mercato delle patate visto dai 60 anni di esperienza della Marmocchi Angiolino

Specializzata nella commercializzazione di patate e cipolle la Marmocchi Angiolino di Santa Maria Codifiume (FE) ha in questi giorni festeggiato i propri 60 anni di attività; una storia nata tutta da... un camioncino, acquistato appunto 60 anni fa, subito dopo il servizio militare del fondatore, Marmocchi Angiolino, per la consegna di prodotti ortofrutticoli. Da lì la crescita: iniziato prima come mediatore di ortofrutta, nel 1981 fa l'ingresso al 25% nell'allora Frigoriferi Reno; quota che sale prima al 50% 10 anni dopo, poi al 100% nel 2001.



"Già dalla fine degli Anni '80 confezionavamo qui, nella nostra sede, sacchi di patate e cipolle da 10 kg. Oggi ne lavoriamo 8mila tonnellate all'anno in svariatissime confezioni molto particolari, dalla 'blind Bag' alla 'Poli Bag' al 'Bauletto con coperchio' ", ci racconta Davide Marmocchi, figlio di Angiolino e oggi al timone dell'azienda.

Insomma: l'azienda di esperienza alle spalle ne ha eccome; esperienza per muoversi all'interno di un mercato che cambia. "Oggi – riprende Marmocchi - i clienti cambiano in continuazione e la storicità massima è di 5/6 anni. Sono emerse nuove figure, molte storiche hanno chiuso: c'è stato un ricambio e anche quest'anno abbiamo avuto una quarantina di clienti in più, una ventina solo negli ultimi due mesi e solo per le cipolle (complice qui una stagione molto particolare, vista la carenza di prodotto, ndr), ma cambiano i volumi: una volta un singolo cliente poteva chiedere anche un intero autotreno di patate tutto in un'unica confezione, oggi siamo sulle 5/6 pedane con 3/4 referenze diverse".


Il bauletto di patate made in Marmocchi.

L'azienda si rivolge soprattutto a Gdo, mercati e magazzini, ma soprattutto verso questi ultimi due settori, "per seguirne la qualità. Oggi credo che all'interno dei mercati tradizionali venga riconosciuta maggiormente proprio la qualità; in altri canali il cliente va dal migliore offerente, il quale cede su prezzo e di conseguenza sulla qualità. Ma se si fa molto presto a scendere, ci vuole molto per migliorarla".


Patate Agata commercializzate dalla Marmocchi.

Questo 60esimo compleanno arriva in una stagione che, per la patata, è sì positiva, ma pure anomala per certi aspetti. Quest'estate, "alla raccolta sembrava che i tuberi ce li saremmo dovuti rubare a vicenda, perché c'erano pochi volumi e si temeva che già tra Natale e i primi di gennaio avremmo finito le scorte", ci spiega Alberto Roncagli, responsabile commerciale della Marmocchi. A Bologna, che è la zona di riferimento della pataticoltura italiana, si stimava una riduzione nell'ordine del 20/25% rispetto all'anno precedente, a causa del caldo estivo e dei problemi e dei danni che questo aveva causato, soprattutto sulle patate tardive.

Queste le premesse sul versante della produzione, ma quando si è poi trattato di venderla, la merce stoccata, il mercato l'ha pensata diversamente. "Quando a settembre/ottobre è di fatto partita la campagna commerciale – riprende Roncagli - c'è stato un calo dei consumi; un calo netto e percepibile rispetto all'anno scorso. Il mercato è stato tutt'altro che trainante; si pensava che la campagna invernale avrebbe avuto più slancio di quello che è stato: gli italiani hanno bloccato la spesa, almeno su alcuni prodotti: la patata è stata una di questi, mentre paradossalmente è cresciuta la IV e V gamma".

Se in un primo momento tutti credevano che al passaggio tra il vecchio e il nuovo anno si sarebbero esaurite le scorte, alla fine oggi ci sono ancora volumi di patate made in Italy nei magazzini.


Il magazzino.

Alcuni degli effetti di questo niet dei consumatori li si stanno vedendo ora, con una leggera flessione nei prezzi, che pure però rimangono soddisfacenti. Per capire cosa sta accadendo, dobbiamo però fare un salto indietro, a settembre, in Sicilia. "I timori alla raccolta – riprende il responsabile commerciale della Marmocchi - hanno portato la Sicilia ad anticipare le semine in campo, per arrivare prima sul mercato con le proprie patate novelle, in quella fase di vuoto che si ipotizzava ci sarebbe stata all'inizio dell'anno".

Anticipata la semina, sull'isola la raccolta è iniziata a febbraio (l'anno scorso era partita tra il 15 e il 20 marzo) e sul mercato è arrivata una patata novella in un momento in cui tuttavia ci sono ancora patate italiane nei magazzini; inoltre parliamo di patate novelle "per cui non c'è poco o nessun interesse almeno, tradizionalmente, fino a Pasqua. Il consumo della novella chiede il bel tempo; è esattamente come capita con altri prodotti stagionali e tradizionali come le fragole", ci spiega Roncagli.

A ciò vanno aggiunti altri due elementi. Il primo che in Sicilia, anche per il tipo di prodotto novello che hanno, "non sono strutturati per la frigoconservazione"; leggasi che, una volta raccolta, la merce arriva praticamente subito sul mercato. Il secondo ha a che vedere con il panorama internazionale. Con l'embargo, oggi la Russia sigla contratti di fornitura di patate con Israele ed Egitto e non c'è più quell'effetto domino che avrebbe permesso di piazzare all'estero le novelle siciliane. Un tempo, infatti, quando la Russia chiedeva patate d'importazione, a rispondere erano i Paesi Bassi, che spedivano là le proprie patate più vecchie, creando gap al proprio interno e generando una domanda di prodotto più fresco, com'è appunto quello dell'isola italiana. Contemporaneamente, all'estero ci sono ancora stock di patate francesi, tedesche e appunto olandesi, mentre ci sono ad affacciarsi adesso anche i nuovi raccolti algerini, marocchini e israeliani (si tratta però sono patate bisestili, di qualità minore).


Una fase di lavorazione delle patate alla Marmocchi.

Tutto questo ha portato a una certa frenesia tra i produttori e i commercianti delle novelle siciliane. "A Fruit Logistica 2016 – riprende Roncagli - si parlava già di patata novella siciliana. Il risultato è che ora gli operatori siciliani stano svendendo e questo ha portato a una leggera flessione nei prezzi, che pure rimangono soddisfacenti".

Ma questa frenesia è giustificata? "Non fatevi prendere dal panico", spiega in conclusione Davide Marmocchi, rivolgendo un appello a produttori e commercianti della novella di Sicilia. "Ci sono ancora – continua - tutte le condizioni per pazientare e perché sia una stagione positiva. L'importante è non spedire un prodotto non pronto, che fa più male che bene, allontanando il consumatore. Concentratevi sulla qualità, perché se il prodotto è di qualità allora il mercato lo chiede".


Lo stabilimento a Santa Maria Codifiume (FE).

Ma, situazione della novella siciliana a parte, si nota in questi anni "un risveglio nell'export del prodotto novello in generale – riprende Roncagli – e ora stiamo cercando di programmare le nostre produzioni (la Marmocchi ha una serie di produttori conferitori dal Sud al Nord, ndr) in modo tale da arrivare in quei paesi del Nord dove negli ultimi 10 anni si sono abituati a importare da nazioni meglio organizzate di noi, vedi la Spagna, che ci sta insegnando come lavorare: riescono a dare al consumatore quello che vuole, accontentandosi di un prodotto di media qualità; ma in Italia abbiamo la possibilità di avere standard organolettici superiori", e proprio questo potrebbe costituire la chiave del successo della novella made in Italy all'estero, "anche se la superficie coltivata gioca a favore della Spagna", conclude Roncagli.

Contatti
Marmocchi Angiolino S.r.l.
Via Fascinata 105
Santa Maria Codifiume (FE) - Italia
Tel.: (+39) 0532 857070
Fax: (+39) 0532 316721
Email: [email protected]
Web: www.marmocchi.com