
Durante il convegno tecnico, sono stati presentati i risultati di un articolato progetto di rilancio della castanicoltura del monregalese e del cebano, cofinanziato dalla Camera di Commercio di Cuneo e realizzato dai tecnici di Coldiretti con la collaborazione del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (Disafa) dell'Università di Torino.

La sala.
La mattinata è stata moderata da Romana Daniello, responsabile ufficio zona Ceva Coldiretti Cuneo, che ha introdotto le diverse relazioni.

Romana Daniello ed Elio Gasco.
L'Italia è il quarto Paese produttore mondiale con una produzione di circa 51.360 tonnellate, dopo Cina (ca. 1.200.000 ton), Corea (ca. 81.500 ton) e Turchia (ca. 58.900 ton). Fino al 2008, l'Italia importava ca. 6mila tonnellate e ne esportava ca. 20mila; successivamente si è assistito a un calo di produzione che ha raggiunto il minimo storico nel 2014.
Roberto Botta del Disafa ha illustrato la situazione attuale e le prospettive di rilancio della castanicoltura. "Le criticità della castanicoltura – spiega Botta- sono legate all'età dei castagneti, allo stato fitosanitario e allo stato di abbandono dei castagneti, alle difficoltà di meccanizzazione, alla pressione di patogeni che ostacola il rinnovo degli impianti, alle difficoltà di realizzare filiere e organizzare la commercializzazione, rispetto ad altra frutta".

Un momento dell'intervento di Roberto Botta.
La castagna è svantaggiata, perché deve essere preparata (cottura e pelatura) prima del consumo, infine la castagna è poco identificata in termini di origine del prodotto: in questo segmento, le IGP/DOP non hanno avuto molto successo. Tuttavia, secondo Botta, esistono anche aspetti positivi: "C'è spazio per aumentare la produzione, visto che il mercato UE deve ricorrere all'importazione da Turchia, Cina e Corea per soddisfare la domanda. La qualità della castagna italiana è riconosciuta ovunque, e il forte legame con il territorio dovrebbe essere utilizzato per la promozione e valorizzazione del prodotto. E' possibile pensare alle vendite di prodotti trasformati, diversificando così la gamma dei prodotti a base di castagna, visto che ha interessanti proprietà alimentari e non contiene glutine. Il castagno è una specie multifunzionale, non ha una valenza solo strettamente economica (frutto e legno), ma anche un'importante funzione ambientale e paesaggistica: è insomma una specie di importanza strategica!"

Fra le strategie di difesa, il Dott. Alma ha illustrato 1) l'uso di feromoni sessuali di sintesi per la confusione sessuale degli insetti adulti, 2) l'uso di microorganismi entomopatogeni come Bacillus thuringensis e Beauveria bassiana.





In chiusura dei lavori, Elio Gasco, segretario zona Mondovì e zona Ceva Coldiretti Cuneo, ha concluso: "l'evento è stato un'occasione per fare il punto della situazione produttiva e per analizzare le possibili strategie di valorizzazione di questo importante comparto produttivo che negli ultimi due anni ha visto un mercato vivace, che ha valorizzato la produzione castanicola cuneese e rimotivato i castanicoltori nel curare e far crescere ulteriormente il comparto all'insegna della qualità".