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Ceva (CN), 4 marzo 2016

Il castagno: una specie di importanza strategica!

Successo per il convegno, indetto da Coldiretti, sul tema: "Il futuro del castagno guardando oltre il cinipide" svoltosi a Ceva presso la sala riunioni della Comunità Montana Alto Tanaro, Cebano Monregalese.



Durante il convegno tecnico, sono stati presentati i risultati di un articolato progetto di rilancio della castanicoltura del monregalese e del cebano, cofinanziato dalla Camera di Commercio di Cuneo e realizzato dai tecnici di Coldiretti con la collaborazione del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (Disafa) dell'Università di Torino.


La sala.

La mattinata è stata moderata da Romana Daniello, responsabile ufficio zona Ceva Coldiretti Cuneo, che ha introdotto le diverse relazioni.


Romana Daniello ed Elio Gasco.

L'Italia è il quarto Paese produttore mondiale con una produzione di circa 51.360 tonnellate, dopo Cina (ca. 1.200.000 ton), Corea (ca. 81.500 ton) e Turchia (ca. 58.900 ton). Fino al 2008, l'Italia importava ca. 6mila tonnellate e ne esportava ca. 20mila; successivamente si è assistito a un calo di produzione che ha raggiunto il minimo storico nel 2014.

Roberto Botta del Disafa ha illustrato la situazione attuale e le prospettive di rilancio della castanicoltura. "Le criticità della castanicoltura – spiega Botta- sono legate all'età dei castagneti, allo stato fitosanitario e allo stato di abbandono dei castagneti, alle difficoltà di meccanizzazione, alla pressione di patogeni che ostacola il rinnovo degli impianti, alle difficoltà di realizzare filiere e organizzare la commercializzazione, rispetto ad altra frutta".


Un momento dell'intervento di Roberto Botta.

La castagna è svantaggiata, perché deve essere preparata (cottura e pelatura) prima del consumo, infine la castagna è poco identificata in termini di origine del prodotto: in questo segmento, le IGP/DOP non hanno avuto molto successo. Tuttavia, secondo Botta, esistono anche aspetti positivi: "C'è spazio per aumentare la produzione, visto che il mercato UE deve ricorrere all'importazione da Turchia, Cina e Corea per soddisfare la domanda. La qualità della castagna italiana è riconosciuta ovunque, e il forte legame con il territorio dovrebbe essere utilizzato per la promozione e valorizzazione del prodotto. E' possibile pensare alle vendite di prodotti trasformati, diversificando così la gamma dei prodotti a base di castagna, visto che ha interessanti proprietà alimentari e non contiene glutine. Il castagno è una specie multifunzionale, non ha una valenza solo strettamente economica (frutto e legno), ma anche un'importante funzione ambientale e paesaggistica: è insomma una specie di importanza strategica!"

Alberto Alma del Disafa ha effettuato una panoramica sui principali problemi di natura entomologica e i possibili interventi di mitigazione. "Anche se il cinipide non è più un problema che preoccupa e la lotta biologica funziona – riferisce il dott. Alma - non dobbiamo abbassare la guardia, poiché con la movimentazione continua di materiali si movimentano anche nuovi insetti esotici e non è detto che avremo sempre la soluzione. Pertanto, tutti nel nostro piccolo dobbiamo osservare delle regole per salvaguardarci".

Fra le strategie di difesa, il Dott. Alma ha illustrato 1) l'uso di feromoni sessuali di sintesi per la confusione sessuale degli insetti adulti, 2) l'uso di microorganismi entomopatogeni come Bacillus thuringensis e Beauveria bassiana.



Paolo Gonthier del Disafa ha illustrato le principali malattie fitosanitarie del castagno, vecchie e nuove, in particolare ha presentato alcune strategie di difesa contro il marciume radicale a danno delle radici, il cancro corticale a danno del fusto e il marciume/mummificazione dei frutti. Inoltre, dal 2005 vi è una nuova malattia su castagno causata da Gnomoniopsis castanea che provoca il marciume della polpa; Gonthier riferisce che l'incidenza del marciume è correlata alle temperature che si registrano durante il periodo di maturazione delle castagne.

Davide Spadaro del Disafa ha illustrato le problematiche di conservazione dei prodotti lavorati a base di castagne. La produzione di castagne è destinata per il 75% al consumo fresco e per il 25% all'industria alimentare per la produzione di marron glacè, farine e castagne secche. Le micotossine prodotte dal genere Aspergillus e Penicillium possono essere un problema per le castagne secche e la farina di castagna. "Aspergillus flavus e Aspergillus parasiticus, produttori di aflatossine, possono essere presenti già in campo oppure nei locali di lavorazione, il problema - riferisce Spadaro - è che trattandosi di parassiti lenti, questi si sviluppano durante la conservazione della farina già confezionata e magari già negli scaffali dei punti vendita, pertanto possono non essere rilevati al momento del confezionamento, ma questo non significa che non ci siano!" Proprio per questo si rendono necessari trattamenti di detossificazione del prodotto prima del confezionamento; fra le tecnologie allo studio, quella al plasma freddo sembrerebbe la più interessante.

Franco Parola, responsabile Servizio Ambiente e Territorio di Coldiretti Cuneo, ha presentato alcuni numeri e illustrato quelle che sono le difficoltà e le opportunità per la filiera della castagna e della farina di castagne. In Piemonte si producono da 6000 a 8000 tonnellate di castagne, pari al 15% della produzione nazionale, dopo Campania (18.000 ton), Calabria (10.000 ton) e Lazio (9.500 ton). Nonostante la distribuzione di castagneti in regione sia abbastanza omogenea, la presenza di castagneti da frutto si concentra soprattutto nel cuneese. I prezzi al produttore variano a seconda che si producano: marroni (2-3,5 €/kg) oppure castagne di ibridi euro-giapponesi (2.5-4 €/kg); castagne fresche (1-2 €/kg); castagne da essiccazione (0,8-1,2 €/kg); castagne secche (6,5 €/kg). "Visto che non possiamo pensare di competere con gli altri Paesi in termini di volumi - ha sottolineato Parola - dobbiamo puntare alla qualità del prodotto e alla sua identificazione come prodotto di montagna!



In chiusura dei lavori, Elio Gasco, segretario zona Mondovì e zona Ceva Coldiretti Cuneo, ha concluso: "l'evento è stato un'occasione per fare il punto della situazione produttiva e per analizzare le possibili strategie di valorizzazione di questo importante comparto produttivo che negli ultimi due anni ha visto un mercato vivace, che ha valorizzato la produzione castanicola cuneese e rimotivato i castanicoltori nel curare e far crescere ulteriormente il comparto all'insegna della qualità".