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Il parere di alcuni partecipanti al Forum Assosomm

Il tema del lavoro e' di capitale importanza per il settore ortofrutticolo

Tra i partecipanti come spettatori al Forum sulle potenzialità del lavoro in somministrazione in agricoltura (cfr. FreshPlaza del 24/02/2016), anche due esponenti di Fruitimprese: il vicepresidente Giacomo Suglia e il consigliere della divisione del Veneto, Leonardo Odorizzi: "Abbiamo deciso - dichiarano a FreshPlaza - di partecipare a questo forum perché il tema del lavoro è di capitale importanza per il nostro settore e rappresenta ormai il 'perno di tutte le questioni'. Prendiamo la produzione di frutta e verdura: il 70% dei costi in campagna è dovuto proprio al costo del lavoro".

Secondo Suglia, il convegno è risultato di notevole interesse, con aperture dei Sindacati nei confronti del ruolo e del valore che il settore agricolo esprime: "Abbiamo sentito parole di umanità e saggezza sul fatto che l'Italia presenta una realtà agricola ricca e variegata e che i casi di caporalato rischiano di compromettere settori nobili".



Tra le raccomandazioni indicate durante il Forum per contrastare il caporalato in agricoltura, vi sono le seguenti:
  • Introdurre dei meccanismi di premialità per le aziende che operano nella legalità, escludendo dalla competizione le imprese "non certificate".
  • Istituire un registro dei trasportatori (istituito presso un organismo pubblico, come la Prefettura o la Direzione territoriale del Lavoro) con precise garanzie, legate alla onorabilità e alla assenza di condanne per reati correlati alla materia del lavoro, e con l'obbligo di comunicare, a cadenze mensili il numero dei lavoratori trasportati e i fondi presso cui gli stessi hanno operato.
  • Gestire con più attenzione gli ingressi per lavoro stagionale e, soprattutto, prima del rilascio del nulla osta effettuare, anche avvalendosi degli organi di vigilanza, ulteriori accertamenti sulle effettive necessità dei datori di lavoro.
  • Rendere fruibili gli incentivi economici per gli imprenditori agricoli che utilizzano i contratti di lavoro in somministrazione al fine di aumentare le tutele per i lavoratori e mitigare i fenomeni elusivi e le pratiche illegali che caratterizzano in larga parte il lavoro nei campi, soprattutto nel Mezzogiorno.
Da Leonardo Odorizzi giunge un'altra proposta, a titolo personale: "Si potrebbe estendere anche ai contratti con oggetto prodotti ortofrutticoli la responsabilità solidale prevista dal DL 276/2003. Va preso esempio da quanto si sta facendo in Germania con i salari degli autisti delle ditte straniere in transito sul territorio tedesco: dal 1° gennaio 2015 è entrata in vigore in Germania la legge antidumping sul salario minimo di 8,50 euro/h lorde, che riguarda anche i lavoratori subordinati stranieri che operano all'interno del territorio tedesco (cfr. news su Trasporti-Italia). Anche per l'ortofrutta ci vorrebbe un meccanismo che garantisca la parità del costo del lavoro riguardante la filiera (anche se straniera) per tutti i prodotti che arrivano in Italia. Solo in questo modo potremo garantire sopravvivenza alle nostre imprese; diversamente, è un gioco già perso".

Pur plaudendo ai numerosi tentativi di riscrittura della Pac-Politica agricola comunitaria, ai fenomeni di sviluppo dell'aggregazione e, infine, alle sanzioni previste dall'art. 62, Odorizzi è del parere che: "Nulla servirà, se non si risolve il problema delle differenze tra costi orari dei lavoratori europei".

Da parte sua, il vicepresidente Fruitimprese Giacomo Suglia ritiene che: "Le percentuali di legalità nel settore agricolo, come emerso in occasione del Forum, sono elevate. Proprio per questo, le asticelle per certificarsi come impresa etica non devono essere collocate troppo in alto. Parlo della Rete del lavoro agricolo di qualità. I dati emersi l'altroieri denotano un'oggettiva difficoltà, se non impossibilità, per le imprese, di aderire in presenza di requisiti eccessivamente stringenti".

Presente al Forum anche l'imprenditore pugliese operante nel settore dell'uva da tavola Giuseppe Liturri, il quale ha preso la parola durante l'assemblea per esprimere il proprio punto di vista: "I requisiti per definire legalmente ed eticamente in regola un'impresa devono trovare un punto intermedio di equilibrio. I mercati ortofrutticoli, infatti, sono contesti di competizione aperta, dove però la forbice esistente nel costo della manodopera può andare dai 50-70 euro/giorno qui da noi, ai soli 6 euro/giorno dei paesi nordafricani. Per fare solo il caso dell'uva da tavola, dietro ogni tonnellata di frutta ci sono 8-10 giornate/uomo di manodopera (che comprendono il lavoro necessario per tutte le fasi colturali dell'uva, dalla potatura invernale fino alla raccolta e confezionamento.)".



Liturri sottolinea: "Sul discorso del lavoro in somministrazione, noi facciamo gli imprenditori, non gli inquirenti. Se l'agenzia o l'intermediario che raccoglie la manodopera per recarla sui campi non fa poi la sua parte nel remunerare adeguatamente i lavoratori, noi siamo dalla parte delle vittime, perché paghiamo direttamente l'agenzia o l'intermediario affinché remuneri la manodopera. Bene dunque una proposta come quella di Susanna Camusso per l'istituzione di un registro dei trasportatori che si occupano di trasferire i lavoratori presso le imprese agricole e che devono possedere tutti i requisiti di legge".

"Detto questo - conclude Liturri - è chiaro che nel settore agroalimentare italiano operano aziende di eccellenza, in grado di competere, nonostante il divario nei costi della manodopera rispetto ad altri paesi. Ciò significa che riescono a difendersi con le armi della qualità e della professionalità. Non possiamo però pretendere che tutte le piccole-medie imprese del settore abbiano le stesse possibilità di rimanere sul mercato a costi simili. Qui il Legislatore deve decidere: vogliamo recuperare taluni segmenti produttivi alla legalità o gettarli in galera?".