Basilicata: prezzi bassi e mercato lento per la campagna agrumicola
Contando oltre 3.500 aziende, 5.800 ettari di produzione per arance (80-85.000 tonnellate/anno) e 2.100 ha di clementine (24-26.000 tonnellate/anno), il comparto agrumicolo rischia una nuova mazzata con questi prezzi, tenuto conto che nel giro di dieci anni le aziende sono diminuite del 33% e la superficie agrumicola si è ridotta del 22%.
"Un comparto - sottolinea la nota Cia - che rappresenta il 4,4% delle aziende agrumicole italiane e il 5% della superficie complessiva e, nonostante tutto, continua a svolgere un ruolo strategico per la PLV dell'agricoltura lucana, oltre che per l'export, specie in Germania".
Oltre alle quotazioni basse altri punti di debolezza del comparto sono una scarsa competitività commerciale, dovuta a costi di produzione elevati rispetto ai concorrenti esteri; la richiesta di mercato orientata sempre di più sui calibri compresi tra 1 e 4; la produzione di clementine comuni meno richieste dal mercato rispetto ad altre varietà. In questa situazione tutt'altro che semplice si aggiunge il "pericolo turco" che fa seguito, a partire dal primo gennaio scorso, alla chiusura del mercato russo alla nazione (cfr. FreshPlaza del 03/12/2015).
Il coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari ha ricordato come la Turchia, nel 2013, abbia esportato agrumi nella Federazione russa per un valore di 347 milioni di dollari (rappresentando il 24% delle importazioni russe di questo prodotto). Negli anni successivi ha incrementato sostanzialmente le esportazioni, consolidandosi ancor più su questo mercato. "Ci troviamo - commenta Agrinsieme - davanti a un'enorme massa di agrumi turchi che andrà a riversarsi sugli altri mercati, e in particolare su quelli europei e italiani, deprimendo ancor più le nostre quotazioni che sono già in ribasso. D'altronde siamo nell'impossibilità, a nostra volta, di esportare in Russia per l'embargo che ancora prosegue nei confronti dell'ortofrutta europea".
Per dare una mano ai produttori il coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari ha chiesto al ministro l'assegnazione del plafond aggiuntivo (dal reg. CE 1369/15) messo a disposizione dello Stato membro di 2.000 tonnellate che potranno essere ritirate dal mercato e inviate ad aiuti umanitari (cfr. FreshPlaza del 23/12/2015).
Il comparto che ha un'importanza decisiva per il settore primario del Mezzogiorno, contando circa 80.000 aziende coinvolte, una Sau di 130mila ettari e una produzione tra i 2,7 e i 3,8 milioni di tonnellate. Per la Cia, infine, la "scommessa" del rilancio del comparto in Basilicata è nella prosecuzione dei PIF ortofrutta e nel nuovo PSR 2014-2020 attraverso nuove misure e azioni per sostenere la filiera di produzione, commercializzazione e trasformazione degli agrumi prodotti in Basilicata.
La piattaforma Agroalimentare di Ferrandina in fase di programmazione (cfr. FreshPlaza del 23/12/2015) è sicuramente una prima risposta positiva.