
Attività al Caab - Centro Agro Alimentare di Bologna, il mercato all'ingrosso del capoluogo emiliano (Foto d'archivio).
"La cipolla va discretamente – continua - trascinata dalla cipolla rossa di Tropea che va bene, con prezzi anche di 2,5 euro/kg, mentre le cipolle da conservazione bianca, dorata e rossa viaggiano a 50/60/70 eurocent/kg. Non sono prezzi disastrosi, ma nemmeno alti: c'è molto scarto, dell'ordine del 10/15%, con punte anche del 20%, a causa di una stagione meteo che non ha favorito i bulbi, in specie quelli più delicati della cipolla bianca, che ora sta terminando".
"Il pomodoro – spiega Piazza - è in una crisi spaventosa, con il ciliegino di Pachino scambiato a 1,20/1,30 euro/kg, mentre ci aspettavamo prezzi dell'ordine dei 2 euro e passa al chilo, a fronte di volumi normali per il periodo. Tolti i costi di imballaggio, di lavorazione, di facchinaggio e di commissione, alla fine al produttore non rimane praticamente nulla. A essere in crisi sono in particolare le produzioni siciliane, dove si aspettava un freddo che non è arrivato. Sicché ci sono ancora in giro produzioni dalla Puglia e dalla Campania".

Attività al Caab - Centro Agro Alimentare di Bologna, il mercato all'ingrosso del capoluogo emiliano (Foto d'archivio).
Questo per quanto riguarda alcuni dei prodotti più mainstream, ma le cose non migliorano per quelli che in realtà dovrebbero essere i cavalli di battaglia della commercializzazione del momento. Partiamo dai carciofi che pure erano partiti, a inizio stagione, abbastanza bene. Oggi invece, riprende il direttore di Fedagromerati-Acmo Bologna, "se lo paghiamo molto, e parliamo di un prodotto toscano, siamo nell'ordine di 45/50 eurocent a capolino, mentre un prodotto medio/normale viaggia a 10/20 eurocent/kg. La temperatura anomala di questo periodo porta alla fioritura dei carciofi, e perciò i produttori sono costretti a raccogliere alla svelta".
"Sono i grandi prodotti del periodo ad andare a rilento", continua. "Anche per le mele, benché di buona qualità, parliamo comunque di 50/60/70 eurocent al chilo. Vanno molto lentamente le arance, 50/70/80 eurocent/kg, dove si fa fatica a superare l'euro e per farlo bisogna andare su quelle rosse, che rappresentano comunque una nicchia. Le grandi masse hanno prezzi mediamente bassi".

Attività al Caab - Centro Agro Alimentare di Bologna, il mercato all'ingrosso del capoluogo emiliano (Foto d'archivio).
E viene così da chiedersi quali siano le ragioni di questa situazione del tutto anomala. "Ci sono varie concause – spiega Piazza - da un lato sicuramente centra il clima anomalo, dall'altro anche il periodo dopo le festività, dove si manifesta un calo d'interesse verso i prodotti alimentari".
Potrebbe però anche essere una questione di strategie: "Nelle patate e nelle cipolle – conclude il direttore di Fedagromercati-Acmo Bologna - si è capito che, abbassando il prezzo, non si vende di più: se uno vuole mangiare patate le mangia, che costino alcuni centesimi in più o in meno non cambia niente. La strategia di ridurre il prezzo per spingere le vendite è sbagliata. Quel che si dovrebbe fare, invece, è elevare la qualità, valorizzando il prodotto e la sua provenienza. Oggi abbiamo prodotti anonimi, in particolare nella grande distribuzione, dove l'immagine del territorio di origine e di produzione è spesso azzerata, a differenza di quanto avviene nei negozi specializzati".