"Istat: nell'ultimo trimestre agricoltura a +3,7%. Ministro Martina: "resta ancora molto da fare"
Questo dato, "sommato ai 16mila nuovi posti di lavoro creati nei primi 6 mesi dell'anno danno il segno delle potenzialità del settore", commenta il ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, Maurizio Martina. Per lo stesso ministro questo risultato è "frutto anche del lavoro che stiamo portando avanti da più di 20 mesi con scelte concrete a tutela del reddito degli agricoltori", e cita gli interventi su semplificazione e occupazione di Campolibero, il decreto Terrevive, il piano per l'internazionalizzazione del Made in Italy. "Tutte componenti – continua Martina - di un disegno strategico sul modello agricolo che per troppo tempo è mancato nel nostro Paese".
"Dopo anni, il Governo ha messo il settore al centro delle scelte di politica economica, con una legge di stabilità davvero a trazione agricola. Investiamo 800 milioni di euro nella crescita, tagliando tasse come Irap e Imu sui terreni per le imprese agricole, e puntando su semplificazione, sostenibilità e innovazione. C'è molto lavoro da fare ancora, ma il 2015 si sta dimostrando un anno di svolta", conclude il ministro.
Sul fatto che ci sia ancora molto lavoro da fare il numero uno della Cia è d'accordo. Dino Scanavino, presidente dell'Organizzazione Agricola, frena sui facili entusiasmi: "Proprio questo dato positivo del settore primario – rimarca - deve spingere il governo a investire sul serio sull'agricoltura, che rappresenta un asset sempre più strategico per la ripresa del Paese ma si confronta ancora con problemi e difficoltà che sono ben lontani dall'essere risolti. E' urgente un progetto di rilancio complessivo del comparto che, da un lato preveda misure 'orizzontali', dall'altro interventi e misure a sostegno dei singoli segmenti produttivi".
"Solo – conclude il vertice della Cia - se sarà adottato al più presto un quadro organico di misure realmente a favore del settore l'agroalimentare potrà continuare a fornire un prezioso contributo alla crescita dell'economia nazionale ed essere la principale voce del Made in Italy nel mondo".
Di "boom" parla invece la Coldiretti, commentando il +3,7% registrato dall'Istat. "Un boom – rivela Coldiretti - che traina anche le assunzioni nelle campagne italiane, tanto che nel 2015 i giovani lavoratori agricoli indipendenti fanno registrare un aumento record del 35% rispetto all'anno precedente, tanto che gli under 34 che operano come imprenditori agricoli, coadiuvanti familiari e soci di cooperative agricole hanno superato le 70mila unità". Per l'associazione si tratta di una nuova generazione che fa "molto più che produrre cibo Made in Italy perché proteggono i semi, le piante, l'acqua e i suoli e ogni giorno portano avanti in Italia non solo la crescita economica, ma anche la difesa della cultura, della storia, della bellezza, della salute e in generale l'alta della qualità della vita".
"Ora – conclude il presidente Coldiretti, Roberto Moncalvo - la sfida è portare il valore della trasparenza nelle filiere fino alla grande distribuzione per garantire a tutti gli agricoltori la giusta redditività", perché, conclude Coldiretti, "in alcuni settori i prezzi pagati agli agricoltori faticano, infatti a coprire i costi di produzione, mettendo a rischio la sopravvivenza delle aziende e, con esse, le opportunità di ripresa per il Paese".