Francia: i fabbricanti di succhi di frutta lanciano un grido d'allarme
"Questo squilibrio del tasso di cambio, combinato a una diminuzione della frutta destinata al mercato dei succhi, conduce in maniera evidente ad aumenti vertiginosi dei costi di produzione per le aziende", annuncia Unijus, l'unione dei fabbricanti di succhi di frutta francese. "Questo sovra costo, che non si è ancora ripercosso sui le prezzi di vendita al consumatore, destabilizza fortemente le imprese del settore e compromette il loro equilibrio finanziario a breve termine".
Le materie prime dei succhi di frutta rappresentano la prima voce di costo, prosegue Unijus. L'esplosione dei prezzi di queste materie prime aumenta in maniera assai significativa il costo della produzione per le aziende che, per il momento, non hanno recuperato attraverso un prezzo maggiore per i consumatori. in effetti, secondo Iri, i prezzi dei succhi sono stabili nell'ultimo anno (-0,2%) a fronte di una diminuzione dei volumi (-4,8%, pari a 1,58 miliardi d'euro, in tutta la GDO).
"I margini per le aziende sono fortemente provati", continua Unijus. "Alcuni operatori hanno già programmato il blocco dei loro investimenti".
I raccolti d'ananas provenienti dalla Thailandia, primo paese produttore al mondo, sono stati peggiori del previsto. Le quantità di frutta destinate ai succhi si sono dimezzate rispetto al 2014 con, come conseguenza, un prezzo d'acquisto per i concentrati d'ananas che è praticamente quadruplicato rispetto al 2014. Il sovra costo per le aziende produttrici corrisponde a 40 centesimi d'euro per litro, cioè un prezzo inaccessibile.
C'è molta tensione anche su gli altri concentrati:
■ Frutto della Passione: +60%
■ Mango (origine India): +50%
■ Mela (origine Europa): +40%
■ Lampone (origine Europa): +200%
■ Pompelmo: +150% (negli ultimi 10 anni)
■ Succo d'uva: +70%